Terzo capitolo per una delle saghe horror più note e longeve, basata sul tema classico della casa infestata. Con un occhio al successo di POLTERGEIST, il regista Richard Fleischer (un veterano del cinema americano) cerca di dare alla storia un approccio più scientifico, scegliendo come protagonista un giornalista (Tony Roberts) che, appena smascherata una truffa “medianica”, decide di comprare la famosa villetta sulla quale gravano terribili superstizioni. Lì un ragazzo ha sterminato la propria famiglia a colpi di fucile e una giovane amica (Meg Ryan) della figlia del giornalista si diverte a...Leggi tutto ripercorrere, stanza per stanza, gli omicidi del ragazzo. Ma c'è poco da scherzare perché nella casa, è ovvio, qualcosa di soprannaturale esiste. Sempre le stesse cose, poi: i rubinetti che fanno di tutto tranne che far scorrere semplice acqua, sciami di mosche che si condensano sui vetri interni delle caratteristiche finestre... Ma lui non ci crede: sono solo superstizioni, dice. Contento lui... La discreta professionalità e un'onesta dose di suspense tipiche della serie vengono mantenute, ma non c'è una sola idea originale, le manifestazioni del male sono limitate, gli effetti 3D un bonus superato. Fleischer orchestra il tutto con consumata perizia, è abile nel dirigere gli attori, ma regna nel complesso un senso di sciatteria lontano dalla forza del primo episodio e dai buoni propositi del secondo. Qualche discreto effetto speciale, un paio di brillanti intuizioni (il pozzo in cantina, le foto “danneggiate”...) e tanti luoghi comuni per un horror piuttosto noioso e datato, più legato ai Settanta che agli Ottanta.
Viene riproposto il tema del primo capitolo, tanto da far apparire questo secondo seguito (girato nel classico 3D per appositi occhiali cromatici) più come un remake che non un sequel vero e proprio. Non migliore della versione già realizzata da Damiani (Amityville Possession), e nemmeno peggiore del capostipite, riuscendo (per ambientazioni, interpretazioni e audacia sul piano visivo) a catalizzare l'attenzione dall'inizio alla fine della (nota) vicenda.
Interessanti alcuni effetti di trucco, e la tetra atmosfera che permea la vicenda.
Il terzo capitolo della saga, pur essendo girato da un regista di valore come Fleisher, è abbastanza deludente e ripetitivo nonostante cerchi di discostarsi dagli altri due capitoli per l'utilizzo della tecnica 3d (che, ovviamente, in televisione si perde dle tutto e non permette quindi di valutarne appieno la riuscita). In ogni caso, come già accennato, non ci sono grandi novità rispetto alle altre pellicole della serie. Solo per i fan dei primi due film.
Pesantuccio questo terzo capitolo della saga di Amityville. Ha molto del Poltergeist di Hooper e da un regista esperto come Richard Fleischer ti aspetti di più. Poca suspence e poca originalità. Quello di Damiani e il primo mi sono parsi nettamente meglio.
Fleischer, seppur abbia diretto qualche buona pellicola, non riesce ad infondere a questo terzo capitolo della fortunata serie nessun elemento innovativo; il datato 3D infatti non basta a risollevare le sorti di una saga che inizia da qui a mostrare segni di stanchezza. Più legato al prototipo che al prequel di Damiani, questo film vira nettamente sul versante fantastico, tralasciando gli ottimi spunti horror del secondo (a parte un paio di effetti splatter discreti); anche le musiche cambiano autore e diventano anonime. Guardabile ma insulso.
Adoro Fleischer (qui praticamente a fine carriera), ma l'horror di Amityville non è nelle sue corde. Momenti di noia e interpreti odiosi, regia televisiva e scene che rasentano il comico involontario. Inutile e fastidioso il 3d. Restano i mostri (ma appaiono pochissimo, non ultimo quello che sbuca dal pozzo, che assomiglia al Baby killer!) creati da John Caglione Jr e la bella scena della Clark abbrustolita in auto. I dialoghi sono da chiodi e il finale alla Poltergeist deludente. Un sequel piuttosto fiacco nel complesso, ma almeno vedibile.
MEMORABILE: Roberts che vede sua figlia che fluttua nelle acque del pozzo, poi schizza fuori col volto sfigurato; la morte della Clark.
Tensione, ci sei? La risposta è no, purtroppo. E se in un horror manca totalmente questo fondamentale elemento, la pellicola vale ben poco, nonostante gli attori se la cavino e il regista ci provi in tutti i modi a spaventicchiare. Ma proprio non ci riesce, anzi, scivola qua e là nel ridicolo. In più vengono riproposti i soliti mezzi Amityvilleschi (mosche, porte sbattute, vento gelido...), che non giovano certo alla suspence, visto che sono triti e ritriti. Il risultato quindi non può che essere piuttosto scarso.
MEMORABILE: Il "coso" del pozzo...; La tentata vendetta del pesce spada da muro...
Non ho mai apprezzato più di tanto la serie di Amityville: troppo monotona e pochi effetti. Nelle storie e nella messa in scena ricordano un po' delle versioni edulcorate dell fulciano L'aldilà. Certo questo terzo capitolo in 3D ha una buona atmosfera e fotografia, ed anche l'intuizione del buco nella cantina ha il suo fascino, però come ripeto l'orrore è poco, ci sono i soliti insetti e apparizioni soprannaturali molto brevi (al cinema in 3D sarà stato più divertente). Quello che rimane è la splendida e sinistra villa.
Terzo capitolo della saga, slegato dagli altri, con le presenze della casa che cominciano a rivelarsi molto letali pure fuori dalla casa stessa. Cast interessante (cito una giovane Meg Ryan pre-botox amica della figlia, la Harper ex-moglie del protagonista che capisce la pericolosità della casa). La suspense c'è e a parte alcune piccole ridicolaggini (il mostro finale) il film risulta essere interessante.Peccato mortale l'aver eliminato il mitico tema musicale della serie!
Scarso e soprattutto... non fa paura. Fa specie parlare male di un horror della gloriosa decade, ma la serie di Amityville non è mai stata la mia passione e anche questo capitolo, con orridi effetti speciali, rientra nella "regola". Un brutto protagonista maschile fa scadere poi tutto in caciara.
Anacronistico film "di paura", come si diceva una volta. Se l'unico motivo per cui è stato creato era quello di spaventare con un modesto 3D mi sa che, oltre a qualche sbuffo, è riuscito a strappare solo qualche risata. Quello che innervosisce maggiormente è che non si arriva mai al dunque e, quando ci si arriva, non si ha un senso compiuto! Viene smontata anche la teoria secondo cui tutto accade all'interno della casa (vedasi le morti avvenute solo grazie alla presenza dell'insetto malefico). Adatto ai bambini e agli anziani.
MEMORABILE: Da salvare "solo" le due donzelle: una per l'interpretazione (Meg Ryan), l'altra per la straripante bellezza (Lori Loughlin).
Dove sono le atmosfere plumbee, seriose e angosciose del dittico iniziale? Perse in un diffuso tono leggero che azzera la tensione e in un finale pseudo-scientifico di rarissima bruttezza, con il paranormale che sta alla casa come un ospite educato che fa i complimenti per la cena. Tony Gardner inadatto pensa di recitare in una commedia, da segnalare solo la giovanissima Meg Ryan e la morte in macchina della Clark. Inutile per il film il 3D, utile invece per l’analisi ravvicinata di microfoni o attrezzi vari. Il primo tracollo della serie.
Sconclusionato terzo capitolo della saga di Amityville horror che non solo non aggiunge niente di nuovo alla storia, ma riesce nell'impresa di azzerare la tensione dei due precedenti film. Considerando che alla regia di quest'opera c'è Richard Fleischer le aspettative erano decisamente maggiori. L'utilizzo insistito delle mosche e dei relativi ronzii e il riciclo di alcune situazioni chiaramente mutuate da altri film annoiano e sconcertano.
Terzo capitolo, i primi due non erano eccezionali ma con un po' di pazienza si lasciano guardare. Qui, oltre la noia tipica di questa serie (almeno fino a questo episodio) manca proprio la tensione, alcune scene sono ridicole. Sembra di vedere uno di quei film che vogliono essere raffinati a tutti i costi e risultano però noiosi. Solo nel finale il ritmo aumenta; buon cast, valido regista, ma non basta.
Capitolo mediocre ma non inguardabile, discreto nella regia, che pure contava di un Fleischer dietro la macchina da presa. A metà strada tra il fantastico e l'horror ma senza punte particolare verso gli estremi e con un a tensione ridotta al lumicino. Non è un film che rivedrei volentieri se non nel contesto dell'intera serie - che conta venti film. Cast adeguato fra cui spiccano per applicazione Tony Roberts e per futura nomea Meg Ryan.
Non si capisce dove gli autori vogliano andare a parare e forse proprio questo va a inficiare sulla pellicola, che da una parte ha una tensione interessante pur senza che nulla di eclatante succeda, ma dall'altra si perde in un nulla tedioso. Per non parlare di alcune scelte inspiegabili (come il mostriciattolo del pozzo), che poco c'azzeccano con film come questo dove il male dovrebbe essere tangibile ma quasi invisibile. Alcuni momenti risultano interessanti (l'incidente stradale, l'annegamento), ma per il resto non si decolla mai.
Chi conserva croccante e fragrante il ricordo dell'ottimo e abbondante funhouse damianesque, eviti pure di guastarne il retrogusto con questa cine-apocrifia che prova maldestramente a montare in groppa al capostipite con mosche al naso per tutti, fuochi fatui due passi oltre l'Intellivision, espedienti scenotecnici da far indignare Castle e Wood, attori tali solo tassonomicamente. Qualche contentino lo porge (l'auto; i 3' finali che fanno tardivamente da sturalavandini), ma sopraffatto da loop di sbadigli. 3D de che e perché, poi, son gradite spiegazioni.
Bruttino e decisamente inferiore ai predecessori. Rubacchia idee a destra e a manca (il demone della casa sottoforma di mosca tipo il Pazuzu de L'esorcista 2 a esempio), cadendo spesso nel ridicolo involontario (il protagonista sballottato su e giù in ascensore). Balzana l'idea che la "casa" agisca anche a chilometri di distanza. Scadenti gli effetti speciali con l'aggravante dello sfocamento provocato dal pseudo 3D dell'epoca. Attori trascurabili in cui si segnala una giovanissima Meg Ryan. Poco da salvare. Per completisti.
Deludente terzo capitolo di una saga interminabile (l'ultimo al momento è il buon Amityville murders) che come prevedibile non aggiunge niente di nuovo! Fleischer, pur regista di ottimo livello, qui non riesce o non vuole emergere malgrado un buon cast e un paio di scene memorabili. Al cinema fu proiettato in 3D e inevitabilmente la visione televisiva non può rendere allo stesso modo.
Nel 1976, dopo il fattaccio della famiglia Lutz fuggita dalla loro casa "indemoniata", pare ci furono alcuni giornalisti che analizzarono l'abitazione abitandoci per un certo periodo di tempo. A questi fatti l'opera di Richard Fleischer chiaramente s'ispira. Purtroppo il film scontenta molto: se nei due precedenti capitoli (pur convenzionali) si poteva contare sulla tensione, in questo terzo segmento è la tragica assente. Così, ci si trascina stancamente aspettando che capiti qualcosa, ma le aspettative si vanificano tra uno sbadiglio e l'altro.
Un episodio piuttosto impalpabile che non riesce a mettere in scena molto di convincente, malgrado propenda per il versante fantastico e mostri una creatura che sembra uscita dall’universo di Lovercraft. Purtroppo si arena a causa di una narrazione incolore a cui Fleischer non conferisce una veste accattivante. Si ha l’impressione che il film sia affrontato con superficialità e poca determinazione, eliminando quel minimo di plausibilità fondamentale in qualsiasi genere. Inutile nell’ambito della serie, ancor meno se preso al di fuori di essa.
Dopo che Damiani ha invitato a cena l'esorcista, Fleischer ospita l'équipe parascientifica di Poltergeist. Ma al di là delle ibridazioni, il suo è soprattutto un film di regia che innalza il 3D da semplice enjoyment per "fuoriuscite" dallo schermo (tutte ben piazzate) a mezzo di incursione ed esplorazione degli spazi. La magione assume presenza e inizia ad agire ben oltre il cortile, diramando i tentacoli come una piovra abissale. Impennata finale con ambizioni lovecraftiane e spfx datati ma accettabili. Inferiore ai precedenti capitoli, ma tutt'altro che pessimo come si tramanda.
MEMORABILE: In stereoscopia: il palo che infrange il parabrezza e il frisbee lanciato allo spettatore; L'ectoplasma viola; Susan, fradicia, sale le scale.
Sonnacchioso sequel che vede protagonista ancora una volta la villona infestata di Ocean drive che si sveglia solo gli ultimi 25 minuti in un tumulto di crolli, esplosioni, oggetti scagliati e ogni tipo di deflagrazione che possa giustificare l'uso del 3D anche perché il film è tutto lì e prima vi troviamo ben poco: si trascina stanco fino al roboante finale privo di mordente e di quell'atmosfera che rendeva i primi due capitoli quasi unici. La regia si intravede, la recitazione c'è, ma con dialoghi dozzinali da guardare una volta solo per i fan del genere.
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Uscito in DVD e Blu-ray per la Cultmedia (come conferma Noncha17) ma, ovviamente, NON supporta la tecnologia 3D (difatti il titolo è stato "modificato" in Amityville 3)!
Ha lingua italiana e buona qualità audio e video anche se, a essere pignoli, in alcune scene ho notato grana grossa.
Ho scoperto solo ieri, leggendo la scheda relativa a questa pellicola sull'ottimo dizionario dei film horror di Rudy Salvagnini, che Richard Fleischer era figlio di Max Fleischer noto per aver creato, tra gli altri, i personaggi di Betty Boop e Popeye (Braccio di ferro).
Anche se hanno lo stesso cognome non li avevo mai messi in relazione.
A breve il blu ray della Midnight Classics, in un cofanetto che contiene anche Amityville horror (prima volta da noi in blu ray) e Amityville possession ( quest'ultimo già uscito per la Pulp, tra l'altro).