Amityville, la storia e le location
24 Giugno 2013
C’è una casa, al 112 di Ocean Avenue di Amityville, a due passi da New York: è una casa dalle pareti bianche e linde, dalla finestre rettangolari e anonime, dall’apparenza innocua e simile alle altre che le stanno accanto.Non dà affatto nell’occhio e non potrebbe attirare l’attenzione di chi ha visto la lunga serie di film ispirati agli omicidi di Amityville. E sapete perché? L’hanno ridipinta, le hanno estirpato gli occhi a spicchio d’arancia dalla forma luciferina che tutti conoscevamo, l’hanno trasformata e ridisegnata… Chissà, forse qualcosa di demoniaco l’aveva davvero. Oggi, ad ogni modo, è ancora lì dov’era allora. Si tratta della casa in stile coloniale di Amityville, ritagliatasi negli anni la fama di una tra le più “infestate” del mondo, protagonista di una saga che conta numerosi sequel, un prequel (del nostro Damiano Damiani) e un remake.
LA VERA CASA DI AMITYVILLE
Costruita nel 1924, ospitava un tempo gli indiani d’America che lì vi trovavano una sorta di asilo quand’erano malati e in punto di morte. Fu però nel 1974, più precisamente intorno alle 3:15 del mattino del 13 novembre, che la storia della casa cambiò improvvisamente. Ronald DeFeo jr, un giovane con seri problemi di droga e tuttora detenuto (deve scontare sei ergastoli!) che lì viveva con la famiglia, imbracciò quella notte un fucile Marilin calibro 35 e, passando da una stanza all’altra, uccise nel sonno padre, madre, due sorelle e due fratelli. Aveva sentito delle voci, visto delle ombre muoversi nella casa… Disse che la sua mano era guidata da uno spettro che lo seguiva nell’ombra e che lo costrinse a fare ciò che fece. Nessuno nelle vicinanze udì gli spari (nemmeno uno, mentre di solito i rumori da fuori si sentivano e un colpo di Marilin si sente fino a un miglio di distanza!): si sentì invece solo l’abbaiare del cane dei DeFeo. Nessuna delle vittime uscì di casa tra un colpo e l’altro (c’è chi dice fossero immobilizzate a loro volta da un altro spettro), e la polizia trovò i corpi rivolti a faccia in giù nei loro letti, come stessero tutti tranquillamente dormendo. Ebbene, nonostante tutto ciò che accadde, non fu questa la storia che interessò inizialmente gli autori del primo film. A recuperarla per il grande schermo ci pensò invece anni dopo il nostro Damiani Damiani, quando diresse il suo prequel ufficiale alla saga intitolato Amityville possession (che seguì di poco il primo fortunato capitolo).
ARRIVANO I LUTZ
I Lutz arrivarono ad Amityville poco tempo dopo. George e Kathy avevano cercato la casa nuova per tutta l’estate precedente senza gran successo. Quando l’agente immobiliare correttamente li informò di quanto fosse accaduto lì, essi (ma alla decisione presero parte anche i figli) si risolvettero comunque a comprarla, offrendo 80.000 dollari invece dei 100.000 richiesti. L’offerta venne accettata. La casa comprendeva un terreno, un piccolo porticciolo (con rimessa per la barca), una piscina riscaldata e un garage. Kathy se ne innamorò subito e la coppia la acquistò. Padre Pecararo, che era in visita da loro, chiese subito di benedirla. Immediatamente capì che qualcosa non andava e disse di aver trovato una stanza particolarmente “scomoda” al secondo piano (fu contento di sapere che i Lutz non l’avevano scelta come camera da letto). Per anni chi sosteneva la tesi che la storia di Amityville fosse una farsa diceva che il prete non fosse nemmeno esistito. Si è invece saputo che Padre Pecararo esiste ma aveva voluto mantenere l’anonimato per non essere ossessionato dai media. Cosa accadde ai Lutz in quei giorni è diventato storia grazie al film di Stuart Rosenberg, che aprì le danze: in Amityville horror si racconta di come George si svegliasse ogni mattina alle 3:15 per ispezionare la rimessa delle barche, di come cominciarono a sentirsi passi nella notte, di come i figli litigassero in continuazione, di come strani liquidi fuoriuscissero dalle pareti… acqua nera dai lavandini, porte che sbattevano, sciami di mosche nella camera maledetta. La storia divenne di dominio pubblico, anche se il giorno prima che i Lutz lasciassero la casa accadde qualcosa che George non volle mai raccontare a nessuno: "Le cose che successero quel giorno non sono mai state dette. Non dovrebbero mai essere dette." Lutz scrisse il libro che divenne presto film, ma le manifestazioni maligne al 112 di Ocean Avenue non smisero mai.
IL PRIMO FILM: AMITYVILLE HORROR
Per ricreare l’ambiente, Rosenberg e la troupe cambiarono zona: la Amityville cinematografica è infatti Toms River, nel New Jersey, al civico 18. Una casa molto simile, con le caratteristiche finestre a spicchio (oggi di nuovo sostituite anche qui, incredibile!), il camino centrale, la rimessa per le barche nel fiume vicino… Tutto molto simile. Tranne che per la possessione malefica, naturalmente, che non pare coinvolgere la tranquilla abitazione di Toms river attorno alla quale, oggi, son sorte nuove case, grandi piscine ed altro. Ora il problema è stato ritrovare la casa del film nelle mappe di oggi, e riguardando più volte il film mi sono accorto che c’è una grande anomalia. Soprattutto grazie al sequel di Damiani è stato possibile capire con esattezza dove fosse un tempo la casa, ma oggi, in quel punto, c’è una casa che della vecchia Amityville ha solo, di vagamente simile, il tetto coi tre abbaini laterali (posizionato su di un edificio che non è comunque lo stesso ed è molto più basso). Questo perché la casa vera e propria, con la sua facciata riconoscibile, è stata “trasferita” poco a fianco. In definitiva da quei tempi la casa sta in un’altra posizione, orientata in diverso modo, e rimontata con alcune differenze soprattutto nelle facciate laterali, dove sono scomparse le finestre a spicchio d’arancia. Lì dove un tempo era stata c’è un edificio molto più basso e ampio, allargato fin quasi a raggiungere la riva dove allora i protagonisti del film consumavano i loro picnic all’aperto. Naturalmente non c’è più nemmeno la casetta della rimessa per le barche (già scomparsa al tempo del primo sequel), e un po’ l’intera zona è diventata un’area residenziale che tuttavia, intorno, mostra edifici che son rimasti sorprendentemente quasi identici ad allora.
I SEQUEL
Detto del primo sequel di Damiani, che in realtà è un prequel dal momento che recupera gli avvenimenti precedenti all’installazione dei Lutz virandoli sull’esorcistico e di fatto creando un prequel che racconta la storia del primo eccidio di Amityville, successivamente altri capitoli della saga sono usciti. Amityville 3D (uscito per l'appunto in tre dimensioni) racconta di un esperto medianico che si reca nella magione maledetta nella casa per capire se veramente sia infestata da inquietanti presenze come si dice. Ci si è ispirati anche qui a una storia vera: il 24 febbraio 1976 e successivamente il 6 marzo dello stesso anno, alcuni demonologi si installarono realmente nella casa per studiare da vicino il fenomeno, ottenendo risposte terribili (a loro dire, se non altro): chi si sentì male, chi rilevò subito terribili presenze ancestrali… Come location viene riproposta ancora la villa di Toms river.
Saltando tranquillamente i tanti e meno significativi sequel arriviamo al momento in cui si cerca di dare nuova linfa alla saga con un remake affidato ad Andrew Douglas, praticamente un esordiente. Purtroppo gli esiti non saranno quelli sperati…
IL REMAKE
Il remake del 2005, intitolato naturalmente ancora Amityville horror, rilancia l’interesse intorno alla casa degli orrori, ma questa volta sposta completamente l’azione, trasportando il famoso 112 di Ocean Avenue ad Amityville nel Milwaukee, più precisamente sulle rive del Silver Lake, a Salem, più o meno in corrispondenza dell’incrocio tra Silver Lake Road e Camp Lake Road. La casa è molto più grande di quella originaria (c’è perfino una torretta con splendida vista sul lago), ma naturalmente gli elementi caratteristici ci sono: le finestre, il camino in centro, il tetto… Ancora una vlta però di questo edificio così com’era nel film non v’è più traccia: l’intera facciata appena descritta è stata asportata in toto (o forse era stata solo appoggiata in occasione del film, chissà).
APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO ZENDER
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Si tratta di un altro di quei film nei quali la location fa quasi tutto da sola.
16 Luglio 2013 08:58