Auto focus - Film (2002)

Auto focus
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: Auto focus
Anno: 2002
Genere: drammatico (colore)
Note: E non "Autofocus". Basato sul libro di Robert Graysmith "Auto Focus: The Murder of Bob Crane".

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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

La parabola di un artista dello spettacolo, dall'ascesa repentina (qui piuttosto relativa, si ferma all'interpretazione di una serie televisiva che mette in ridicolo i lager nazisti) alla caduta nel vizio, che in questo caso è rappresentato dal sesso a ogni costo, vissuto come una vera e propria dipendenza (“Un giorno senza sesso è un giorno perduto”, ama ripetere il protagonista). Tratto dal libro di Robert Graysmith “The murder of Bob Crane” e sceneggiato da Michael Gerbosi, AUTOFOCUS non si distanzia troppo dai tanti altri film che si dilettano a tracciare la vita di star che passano rapidamente dalle stelle alle stalle. Sono quasi sempre lavori interessanti, opere firmate dai cosiddetti...Leggi tutto autori (pensiamo al BOOGIE NIGHTS di Paul Thomas Anderson, ad esempio), che amano mettere in scena Hollywood e le sue perversioni. Paul Schrader racconta da sempre le vicende di falliti o perdenti (come dimenticare la sceneggiatura di TAXI DRIVER o il più recente AFFLICTION?) e lo fa con uno stile freddo, personale che qui traspare solo in parte. Di sicuro se Greg Kinnear è credibile in un ruolo simile a quello che interpretò in BETTY LOVE, Willem Dafoe è ancora una volta strepitoso nel caratterizzare l'impersonificazione stessa del male. E’ lui l'amico disinvolto che trascina Bob nel turbine di sesso dal quale non riesce più ad uscire. E anche se la bravura di Schrader sta proprio nel renderlo umano e nel tratteggiarlo senza stupidi manicheismi è evidente che il Lucignolo della situazione è proprio lui. La vicenda non è così varia, preferisce soffermarsi sulle tante storie di sesso (con qualche momento piuttosto “caldo”) e sulla mania dei due amici per le videoriprese amatoriali “eccitanti”, ma la classe non è acqua.

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G.Godardi 28/04/07 18:03 - 950 commenti

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Biografia di Bob Crane, noto attore americano famoso per il serial Gli eroi di Hogan e dedito a pratiche pornografe. Bel biopic di un redivivo Schrader, a metà tra Man on the moon, Talk radio e Boogie nights,di cui pare una versione "casalinga". Diretto senza falsi moralismi, ha il ritmo di una commedia anni 60 nella prima parte. La seconda invece è cupa e scura, vicina ai territori di Lynch, aspetto sottolineato anche dallo score di Badalamenti. Interessante il parallelo perversioni/innovazioni tecnologiche. Bravo Kinnear, bravissimo Dafoe. Da non perdere.
MEMORABILE: La sequenza del set cinematografico che si trasforma in delirio onirico dove realtà e finzione si mescolano tra loro, simile a Mulholland Drive.

Galbo 25/03/08 07:03 - 12372 commenti

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Interessante e molto ben realizzato film di Paul Schrader (passato purtroppo quasi inosservato) che racconta la reale vicenda di Bob Crane, noto attore televisivo americano precipitato nel vortice della sessuomania che lo distrusse personalmente e professionalmente. Il film descrive molto bene il clima moralistico americano degli anni '60 (ottima la ricostruzione ambientale) con toni iniziali da commedia per precipitare successivamente in una deriva paranoica.

Redeyes 10/04/08 09:39 - 2442 commenti

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Inquietante film sull'ossessione che scivola via senza affaticare. Una biografia che, evitando accuratamente falsi moralismi, ci mostra il lento e progressivo cadere nell'oblio del vizio del suo protagonista, complice un Lucignolo Dafoe (eccezionale qui!). Il maggior pregio sta proprio nell'evidenziare l'ossessione in sè e per sè, quasi estrapolandola ad esemplum, pur non senza focalizzarci l'attenzione. Kinnear molto bravo a sua volta. La sceneggiatura non fa una piega e la regia si concede qualche bel virtuosismo d'intramezzo.

Capannelle 2/02/09 09:01 - 4394 commenti

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Uno stile ironico e anticonformista che produce ottimi risultati nel primo tempo, meno accattivante nel secondo quando la storia va un po' in stallo (anche se ha il merito di non ricorrere a cliché di sorta). Ben esplicitato il triangolo "celebrità-ruffiano-pollastrella" col perbenismo iniziale che si tramuta in perversione voyeuristica, album di foto e progressiva autodistruzione. Attori e regia notevoli, ottima fotografia che dà risalto a pulsioni e pollastrelle.
MEMORABILE: Kinnear e Defoe guardano un video: "Di chi è quella mano?" "È la mia" "Ma allora sei tu che mi tocchi il culo" "Non te la prendere, era un'orgia".

Brainiac 28/07/09 20:15 - 1083 commenti

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La pornografia come via di fuga ai troppi sensi di colpa legati alla sessualità. La metronomica meccanica della seduttività intrapresa per sfuggire ai vuoti della propria vita sentimentale. Questo film dolorosissimo fa paura quando indaga il quotidiano (il rapporto di Crane con la moglie), più che quando scandaglia, rigoroso, le pratiche sessuali dell'attore. Il senso d'inquietudine è reso con i silenzi e con limitati gesti "assenti". Paradosso esemplare: cinema sulla presenza carnale e filmica dove lo sguardo del protagonista è perennemente altrove.
MEMORABILE: Un Crane penosamente invecchiato invita una ragazza sulla sua roulotte per mostrarle del materiale osceno.

Greymouser 25/04/10 00:38 - 1458 commenti

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Ancora una volta Schrader stupisce sia per il suo talento, sia per come venga sottovalutato rispetto a ciò che ha prodotto. Questo film è concepito in modo magistrale e la deriva del protagonista mostrata con occhio privo di retorica e moralismo e soltanto con la giusta sfumatura di umana compassione. Bravi gli attori, al servizio di una sceneggiatura solida e fluida che rende ogni passaggio interessante senza tempi morti e senza mai girare a vuoto.

Daniela 14/09/18 10:55 - 12606 commenti

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Lucignolo alla guida di Pinocchio nel paese dei balocchi, diavolo tentatore che vampirizza l'altro approfittando della sua fama, omosessuale represso ed inconsapevole: è Carpenter, esperto di tecnologie video, rispetto a Crane, attore di successo portato alla rovina da una sessuomania che trova stimolo/alimento proprio in queste nuove possibilità di riproduzione. La loro amicizia è al centro di un film ottimamente sceneggiato, lucido nel raccontare una parabola esemplare con toni satcastici che non escludono la compassione umana, interpretato con grande efficacia da Kinnear e Dafoe.
MEMORABILE: La masturbazione di coppia davanti alla tv; "Ma cosa vuole la gente? Non bevo, non fumo, in fondo ho solo un vizio su tre..."

Cotola 27/07/19 20:48 - 8998 commenti

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Snobbato, immeritatamente, da pubblico e critica, il film di Schrader narra la "vera" storia di Bob Crane che diventa ben presto una vicenda esemplare nonché cartina da tornasole di un paese e delle sue fobie, manie, ossessioni ma soprattutto dei suoi moralismi. E' anche una riuscita parabola discendente di un uomo che, non da solo, va incontro alla sua autodistruzione umana e professionale finendo in una spirale del vizio. Tutto di buon livello: regia, sceneggiatura, confezione, ritmi, attori (su tutti l'ottima prova di Dafoe). Tra il buono ed il notevole.
MEMORABILE: La "blasfema" parafrasi di Charlie Chaplin: Un giorno senza sesso è un giorno perso.

Paulaster 3/12/20 09:42 - 4375 commenti

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La parabola di un attore segnato dall’essere sessuomane. Sebbene si parli di una patologia, il registro per buona parte del film è lieve e il ritratto che viene fatto è del bravo americano che non fa nulla di male al prossimo. Contenuti anche piccanti, specie per sottolineare l’edonismo maschile quando si gioca con una telecamera privata. Brevissima menzione del ruolo consolatorio della Chiesa. Schrader accentua il dramma in pochi ma intensi momenti. Coppia protagonista ben scelta, con Dafoe tra il pervertito e l’approfittatore.
MEMORABILE: La rassegna dei seni; Il sogno ad occhi aperti durante le riprese; Il catalogo; Le battute al programma di cucina.

Leandrino 23/01/21 11:01 - 506 commenti

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Dalla realtà radiofonica a misura d'uomo allo scintillante star system. La pellicola di Schrader funziona, sebbene l'impianto narrativo a volte perda di incisività e malgrado il crescendo di camera a mano che, se da una parte segna la sempre più l'instabile doppia vita di Bob Crane, rischia di distrarre in uno sforzo d'immedesimazione. Assoluto protagonista l'ottimo Greg Kinnear; un biopic dalle tinte sempre più fosche che nasconde tanto e ci invita a vedere oltre la superficie patinata delle cose, dietro la doppia (o tripla?) vita della star hollywoodiana.

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