Cast completo di 3. Gli incubi di Dario Argento (da "Giallo"): Il verme
Cast: (n.d.)
Note: Appartiene agli "Incubi di Dario Argento", corti di di 3 minuti contenuti all'interno della trasmissione tv con Enzo Tortora "Giallo". Il commento fuori campo è di Dario Argento.
Approfondimenti e articoli su 3. Gli incubi di Dario Argento (da "Giallo"): Il verme
Nell’ambito della trasmissione televisiva GIALLO, condotta per Raidue da Enzo Tortora, Dario Argento ricopriva un ruolo importante. Oltre a presentare i minitelefilm a quiz finale “Turno di notte”, diretti alternativamente da Lamberto Bava e Luigi Cozzi, era anche il narratore, nonché il regista, di questi “incubi”, miniclip di due o tre minuti che raccontavano sogni terrorizzanti. C’era una prima introduzione di Argento, che riassumeva a parole la situazione in cui si trovava il protagonista, poi cominciava il cortometraggio vero e proprio, saltuariamente interrotto dallo stesso Argento il cui viso compariva per narrare le scene di raccordo tra una situazione...Leggi tutto e l’altra. Girati con una certa cura, artisticamente notevoli a partire dalla fotografia, gli “incubi si avvalevano, come i telefilm di “Turno di notte”, di una colonna sonora strappata ai vari film argentiani (soprattutto PHENOMENA). A dominare su tutte l’inquietante “The maggots” di Simon Boswell (da PHENOMENA), presente in quasi tutti gli episodi, poi “Piume di cristallo” di Morricone (in “La strega”), “Opera” di Simonetti, “Jennifer (da PHENOMENA) dei Goblin ed altre canzoni pop legate al momento.
3. IL VERME Una bella sedicenne sente dal telegiornale di una tremenda malattia dei gatti che contagia l’uomo: pustole purulente che sprigionano vermi. Il suo gatto ne è affetto e lei si spoglia davanti allo specchio per controllare di non avere pustole. Quando sembra tranquilla ne scorge una nell’occhio: disastro! Il verme esplode e lei si caccia un coltello nell’occhio per ucciderlo. Episodio splatter sottolineato dal metal degli Accept “Fast As A Shark” e un finale bunueliano (eye-violence a la CHIEN ANDALOU) molto crudo. Per il resto una certa dose d’angoscia.
Come si vede le storie sono minimali, ridotte all’osso (d’altronde in tre minuti non si possono dire molte cose). Però l’esperimento è riuscito e in alcuni episodi l’atmosfera da incubo è ben resa, grazie anche alla voce insinuante del narratore Argento. A prima vista sembrano stupidaggini e il finale troppo improvviso può apparire deludente, in realtà è un’operazione televisiva riuscita (baciata anche dal successo di pubblico), senz’altro pure coraggiosa nel mostrare in prima serata molto sangue. Tortora si ammalò...
Uno dei migliori ''Incubi di Dario Argento''. Teso e abbastanza disturbante (soprattutto se confrontato ai soliti prodotti che passano n tv). Buoni gli effetti speciali (abbastanza disgustosi) e le musiche, riciclate da Phenomena. Per essere un cortometraggio, davvero notevole.
L'incubo più completo, e più visivamente accattivante. Bettina è una graziosa adolescente, adora i gatti e ne possiede uno: peccato che l'animale abbia contratto una malattia infettiva, che si trasmette nel (bellissimo) fisico della fanciulla, trasfigurando il suo viso a causa di un verme, che fuoriesce dall'occhio... Il gap tra gli episodi precedenti e questo, sta tutto nell'erotismo (la ragazza in costume, davanti allo specchio) e nel violentissimo finale, che provocherà non poche proteste, indirizzate alla conduzione (Tortora).
MEMORABILE: Bettina decide di eliminare l'invasore (il verme) facendo ricorso ad un affilato coltello da cucina...
L'operazione "Gli incubi di Dario Argento" mi ha sempre lasciato perplesso. In 3 minuti si dovrebbe cercare di ricreare in qualche modo la "magia" dei suoi film; ovviamente la cosa è impossibile e quindi ci si trova di fronte a qualcosa di incompiuto: c'è la voce di Dario che riesce a creare "atmosfera", per il resto un'ideuzza piccola piccola che non può venir sviluppata. Questo episodio ha un finale splatter inusuale per la tv anni '80. Niente di che, vedibile per curiosità.
In questo fulmineo cortometraggio Argento apre la valigia che il cinema di genere italiano anni Ottanta – qui nella sua versione televisiva – porta con sé dal decennio precedente: il culto della bellezza del nudo femminile immortalato con occhio voyeuristico (la fanciulla che si spoglia davanti allo specchio), la minaccia scaturita dal quotidiano (il gatto infetto) e nessuna remora nell’esibire violenza e sangue. Il disturbante impatto visivo è paragonabile a quello dei film di Cronenberg.
Pochissimo tempo per realizzare un prodotto che emana terrore, grazie anche all'uso dei trucchi, usati abbondantemente nei due film di Demoni e di cui qui abbiamo un assaggio (e anche per via del brano musicale che ci riporta ai film in questione). Argento dimostra al pubblico televisivo come, anche con poco tempo, sia in grado di innescare ansia e terrore puro.
Un vero incubo! In tre minuti scarsi il regista riesce ad evocare autentico ribrezzo e orrore nello spettatore: non è cosa da tutti! Certo qui Argento punta su carte sicure quali le larve di insetto, elemento "disturbante" di sicuro effetto. C'è poi una certa dose di splatter, più sottinteso che mostrato, gestito con maestria. Insomma, due onirici minuti di puro orrore. Un corto molto interessante.
MEMORABILE: La larva di mosca che sbuca dall'occhio della ragazza...
Epidemia a base di vermi da felini e con complicazioni molto affilate. Più argentiano rispetto agli episodi precedenti e con un maggiore tasso di violenza (tanto che ci furono polemiche e parziali cambi rotta nei corti successivi). Qui il limite dei tre minuti si sente di meno e un po’ riesce anche ad inquietare. Come sempre l’aspetto tecnico è molto curato, soprattutto se si pensa che è un prodotto per la tv.
Uno fra i migliori "Incubi" di Dario Argento. Gli effetti speciali sono molto curati e realistici. Lo splatter presente è fastidioso (sopratutto nella scena del coltello) e quando le larve escono dall'occhio della ragazza. Un prodotto di tipica fattura argentiana che suscita forti emozioni nello spettatore.
Episodio decisamente argentiano, dove finalmente Dario inserisce alcuni suoi topoi classici: sangue e violenza (d'effetto l'eye-violence della protagonista), vermi (citazione forse da Suspiria e soprattutto da Phenomena) e la colonna sonora heavy metal (costante sia di Phenomena che di Opera). In parte la giovane protagonista in lingerie e curiosa l'idea di partenza. Il corto può dirsi riuscito e gustoso per i fan del regista (oltre che coraggioso, vista la destinazione televisiva).
Cortometraggio di circa tre minuti, in cui Dario Argento racconta in primo piano e poi con voce fuori campo uno dei suoi incubi. Qui troviamo una ragazzina che si lascia impaurire da una notizia al telegiornale e inizia a essere ossessionata dall'idea di contagio dei vermi. Segue un minuto di horror allo stato puro, sorretto da un brano metal azzeccato. A suo modo è interessante, pur se il voto resta basso.
In questo racconto dell'orrore presentato dal solito Dario Argento si narra la storia di un'epidemia che parte dai gatti per trasferirsi all'uomo. Niente di entusiasmante da registrare anche qui, se non la parte finale che utilizza effetti speciali forti per la messa in scena televisiva. Troppo breve per essere un incubo che impressiona ma comunque meglio di altri della serie che hanno meno mordente di questo. Onnipresente la figura della Tassoni nelle vesti di accompagnatrice di Argento nella narrazione.
Finalmente un episodio grezzo e morboso. L'antica ailurofobia (poveri gatti!), heavy metal e uno spiccato sadismo si concentrano nei tre minuti: Argento infierisce contro la sua vittima-protagonista che, più recita male, più eccita lo spettatore. Un Argento minore e della seconda fase (prima del crollo) che fa piacere vedere nei panni del torturatore. Poca roba, comunque.
Ottimo cort(issim)ometraggio col quale un Dario Argento in formissima riesce in soli tre minuti a creare tensione e spargere terrore. Fulminea summa del suo cinema: i vermi (Suspiria e Phenomena, of course), le armi da taglio (tutto..), la colonna sonora metal (Opera e Phenomena). Il più violento e morboso della serie con il verme che fuoriesce dall'occhio e relativa pugnalata oculare di stampo fulciano (anche La strega non scherza però). Cinema Tv ottantiano che oggi sarebbe inimmaginabile. Da non perdere, per gli argentiani.
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