2001 Maniacs - Film (2005)

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2001 Maniacs
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Titolo originale: 2001 Maniacs
Anno: 2005
Genere: horror (colore)
Note: Remake di Two "Thousand Maniacs!" (1964, Herschell Gordon Lewis). Co-prodotto anche da David F. Friedman, Eli Roth e Scott Spiegel (quest'ultimo anche aiuto regista). Inedito in Italia.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 16/03/09 DAL BENEMERITO UNDYING
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Undying 16/03/09 22:31 - 3807 commenti

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Gruppo di studenti diretto a Daytona Beach è costretto, causa inconveniente, a sostare in un luogo abitato da 2001 maniaci. Dopo il sequel/remake di Blood Feast, diretto nel 2002 dallo stesso H.G.Lewis, tocca al film più rinomato - almeno dalla critica togata di un tempo - del "padrino del gore" essere rivisto in chiave new horror. Abbastanza fedele, sul piano narrativo, per fortuna si distingue per la nevrotica regia di Sullivan e per un uso abbondante (e ben realizzato) di spfx. Buona parte dell'efficacia horror è garantita dal "perverso" Robert Englund, in un ruolo perfettamente calibrato.
MEMORABILE: la disarticolazione degli arti mediante uso di cavalli, come nel modello originale ma più efferàta.

Bmovie 19/01/10 15:48 - 110 commenti

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Questo remake di 2000 Maniacs è veramente un ottimo film, viaggia sui binari di quel nuovo filone di horror che prevede una forte dose revival anni 70 (tra i maggiori esponenti è da annoverare Rob Zombie). Perfetta la caratterizzazione dei personaggi sudisti che risultano satirici e oltremodo divertenti. Un plauso va ad un Robert Englund davvero magistrale.
MEMORABILE: "Daddy, don't mind Lester none. I got full confidence in him" "Son, one time I had full confidence in a fart. Shit all over myself".

Greymouser 7/05/10 21:22 - 1458 commenti

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Molto interessante questo rifacimento del celebre film di Lewis, il vecchio re dello splatter ante-litteram. Opportunamente modernizzato, lo script resta sempliciotto, ma Sullivan lavora bene e con fantasia, soprattutto nel visualizzare le sadiche e sanguinarie gesta degli irrequieti paesani, e giustamente provvede ad essere all'altezza del tasso emoglobinico del Maestro. Sempre godibile, per quanto esageratamente istrionica, l'interpretazione di "Freddy" Englund.

Onlypippo 10/09/10 12:24 - 38 commenti

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Remake aggiornato e adattato ai giorni nostri del classico di Herschell Gordon Lewis. Il film in sè non è malaccio, ci sono modi peggiori per passare un'ora e mezza in effetti, ma il problema è che non funziona proprio nei cambiamenti serviti per renderlo fruibile ad un brufolo pubblico di teeneger. Le tre coppie qualunque della pellicola originale vengono sostituite da teeneger allupati e stereotipizzati: ed è proprio quest'aria da teenhorror a rovinare un film per alcun versi anche coraggioso e "politically uncorrect".

Mickes2 31/07/12 12:21 - 1670 commenti

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Le vecchie, care, nobili tradizioni del passato in contrapposizione al presente ingrato e strafottente. Campagnoli vs. Yankee, due mentalità agli antipodi che inevitabilmente cozzano. Sullivan declina il tutto in un’ottica grottesca, picaresca, sarcastica; spinge l’acceleratore sull’umorismo macabro e la pazzia diventa sadica routine. In certi snodi si avverte un po’ di empasse narrativa e certe caratterizzazioni potevano trovare maggior sviluppo ai fini del racconto. Tuttavia, film malsano quanto basta dotato di discreta l’estetica.
MEMORABILE: Gli arti strappati in modi poco ortodossi.

Anthonyvm 1/06/20 00:21 - 5702 commenti

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Spassosissimo esempio di remake lewisiano fatto come si deve: Sullivan non tenta di modernizzare la vivace formula dell'originale, non cerca di dare spessore psicologico ai protagonisti e si concentra sul sadismo ludico dei maniaci, procrastinando fino al limite consentito la "resa dei conti" dei buoni. Ne esce una gore-fest superficiale (quasi la versione redneck di un sequel di Saw), ma proprio per questo riuscita. Notevoli gli effetti speciali e memorabili le prove di Englund e della Shaye, entrambi in gran forma. Finale più che indovinato.
MEMORABILE: Cameo di Eli Roth; Acido tracannato; Impalamento à la Cannibal holocaust; Fellatio con dentiera di metallo; Succo sanguigno ottenuto per spremitura.

Buiomega71 24/07/20 02:21 - 2912 commenti

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Sullivan rivede il vecchio Lewis. Ne esce una splatterfeast ludica e grezza, volgarotta e tamarra, in cui è più interessante l'aspetto dell'appettito sessuale (slinguazzate lesbo tra cugine, zoofilia, machistici rapporti omosex, giochetti BDSM e poppute lattaie) che nemmeno il solito body count (non male lo stomaco bucato alla Apocalypse domani), condito da sevizie sugli animali (il gattino pronto per essere impiccato, il topo spremuto nel frantoio dalla bimba). Prefinale un po' baracconesco con il duello tra le fiamme, ma suggestiva e spettrale la capatina finale al cimitero.
MEMORABILE: Il filo spinato sulla strada e la moto; La riunione di sole donne; La dentatura metallica di Peaches; Gli ombrellini bianchi e la pioggia di sangue.

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  • Discussione Buiomega71 • 24/07/20 10:35
    Consigliere - 26006 interventi
    Simpatico revival hershellgordonlewisiano, tanto cafone quanto grezzo, volgarotto e tamarro, che manca poco al fotofinish dei rutti e delle scorregge (anche se, poi, tanto commedia horror non è, visto che il secondo è in netta prevalenza sulla prima)

    Ma il tributo di Tim Sullivan è sincero e appassionato per non prenderlo in simpatia, nonchè inzuppato nel più tradizionale redneck movie horror con omaggi non troppo velati all'amato Deliverance (non solo citato apertamente nel film, ma la sfida con il ragazzino ritardato a suon di banjo alla stazione di servizio all'inizio e la presenza di Bill McKinney nella fetida cucina baracca degli orrori) e una viscerale passione per il genere in generale (lo sceriffo che si legge  Famous monsters of filmland).

    Ma aldilà del solito bodycount e delle solite eccessive splatterate  (non male comunque lo stomaco corroso e bucato dall'acido in stile Apocalypse domani), quello che dà il gusto a questo rispettoso e ludicamente sanguinario remake è l'aspetto sessuale, di cui Sullivan ne marca le sfaccettature.

    Cugine che si abbandonano a slinguazzate superlesbo e il nerd che le guarda masturbandosi, i continui rimandi alla zoofilia verso la pecorella Jezebel, le passioni BDSM della coppia interracial, le machistiche effusioni omosex in camera da letto, la ninfomania della prosperosa Kate, la ragazza del latte con due poppe russmeyeriane che fa i giochetti, il tipo che , eccitato, si scopa letteralmente il letto pensando alla "ragazza del latte", la fellatio fatale con la dentatura d'acciaio di Peaches in stile Death Factory.

    Di mezzo un pò di pagliacciate e un Englund che gigiona a ruota libera e senza freni, sevizie sugli animali (il gioco per impiccare un povero gattino, la bimba che stritola una pantegana in una specie di frantoio) e i geyser di sangue (ombrellini bianchi aperti per ripararsi dai copiosi schizzi ematici) di notevole crudeltà (strappata in quattro che manco nei gung fu movie, impalato da dietro come una porchetta che Flavia la monaca musulmana le fa un baffospatasciata dalla campana, spremuto ben bene con gli occhi che le escono dalle orbite e fanno "pop"-su modello fac simile di un'impresa jasoniana del terzo Venerdì 13-, evirazioni a suon di morsi metallici e invisibili fili d'acciaio messi sulla strada e la moto, che nemmeno nei nostri più truci poliziotteschi, con letali decapitazioni di felliniana memoria.

    La riunione di sole donne e le tinozze, la ballata dedicata alla ragazza cinese officiata da una straordinaria e terrificante Lin Shaye (che svetta su tutti, luciferina e sanguinaria mater del sud), l'inconsapevole cena cannibalica a la Notte brava del soldato Jonathan, Sullivan che rimarca l'aspetto freak e le tare mentali degli abitanti di Pleasant Valley a mò di western sputato dall'inferno e la bellissima capatina finale al cimitero, carica di spettrale e desolante suggestione.

    Ottimi gli sxf gory di  Roy Knyrim e della sua SOTA (le teste amputate servite sul vassoio, prima del gioco del ferro di cavallo, la ninfomanetta squartata in quattro parti) e da segnalare la carnosa Wendy Kremer con la dentatura squalosa e un fisico da pornostar.

    Particina per Eli Roth (l'autostoppista modello hooperiano che tira corazze di armadillo sui parabrezza delle macchine di passaggio), Scott Spiegel (uno dei due menestrelli rompicoglioni che intonano canzonette del sud) e dello stesso Sullivan (l'ombroso e funesto beccamorto).

    Non esente da qualche scivolata nel baracconesco (il duello finale tra Englund e il final boy tra le fiamme ) e da qualche pacchiano effetto in CG ( i vermi vomitati dall'orbita vuota di Englund), ma a suo modo sollazzevole, piuttosto cattivello, squisitamente cinico e triviale, con buone dosi di splatter e sesso zozzerello, nonchè una parata di gnocche da paura.

    Col senno di poi mi rendo conto di come 2000 Maniacs (fedele remake sì, ma con riserve) abbia dato linfa al Mondo dei robot e all'episodio dei ghouls del Club dei mostri.

    Rivisitando il padrino del gore, ma con uno stile personale (quello di Sullivan) che ne migliora alcuni aspetti (come il lato meramente sessuale, che le dà valore aggiunto).

    Piuttosto schifosetto il criptogay (con pulsioni incestuose e la passione di seviziare gli animali) di Ryan Fleming (con vocina disturbante e effemminata nell'edizione originale).

    E tra una ballata e i discorsi deliranti di un Englund irresistibilmente pagliaccesco e aspettando il tanto agognato barbecue nella rigorosa tradizione sudista, il divertimento (in parte) è assicurato.

    Peccato che da noi sia tutt'ora inedito.

    Gli appassionati le buttino un'occhio, c'è abbastanza per non rimanere delusi.


    Ultima modifica: 24/07/20 14:17 da Buiomega71