Le location esatte di "Sei donne per l'assassino"
29 Settembre 2009

A lungo si è parlato di questo film come del vero iniziatore del giallo (thriller) all’italiana. Che Bava fosse un pioniere dei generi non lo si scopre ora, ed è impossibile non riconoscere in molte sequenze di Sei donne per l’assassino quelli che diventeranno i punti di forza di altri registi che nell’ambito si cimenteranno. Fotografia e luci, nei film di Bava, sono sempre estremamente curati, e fin dalle prime immagini (soprattutto se abbiamo modo di vedere l’opera in un’edizione che gli renda giustzia) capiamo quanto Bava sia in grado di colpire con scelte cromatiche e scenografiche fenomenali. Sei donne per l’assassino è un film piuttosto povero, a livello di location: Bava ha saputo arrangiarsi sfruttando pochi luoghi ed esaltandone l’impatto, così come già più volte aveva usato fare nei suoi film.



E’ la location principale, la villa che vediamo in scena già nell’incipit notturno. Una fontana in primo piano, la villa subito dietro, semiavvolta nelle tenebre appena rischiarate da lampi che in un horror non fanno mai male. A cercare su internet si parlava di Villa Pamphili, ma pure guardando all’interno dell’immenso parco omonimo non si riusciva assolutamente a trovare niente che potesse assomigliare all’atelier che stavamo cercando. Ci è voluto Andygx per arrivare a capire dove fossimo, e non ci ha messo nemmeno pochissimo. Si tratta quindi non di Villa Pamphili bensì di Villa Sciarra a Roma, immersa in un parco aperto a tutti su via Calandrelli.



La seconda vittima (Ariana Gorini) lavora all’atelier anche lei, naturalmente, ed è lì quando riceve una telefonata (proprio durante il defilè) da un certo Franco che chiede di raggiungerla al negozio. A questo punto vediamo la ragazza arrivare di notte davanti alla chiesa del Velabro, a Roma, e accedere a una piazzola che diventa automaticamente la seconda location importante (si vedrà altre volte nel corso del film). Parcheggia ed entra in quello che diventerà il teatro del suo omicidio in una sequenza memorabile in cui l’estro fotoscenografico di Bava raggiunge apici vertiginosi (c’è anche uno specchio deformante che non può non ricordare i quadri che si vedono in Profondo rosso nella casa della medium nonché un killer con cappellaccio e artigli che anticipa di molto il caro Freddy Krueger). Dopo che Ellerre ha riconosciuto la chiesa del Velabro (location presente anche in molti altri film) non è stato difficile capire che la piazza non poteva che essere lì davanti, visto che viene raggiunta senza stacchi dopo il passaggio di fianco alla suddetta chiesa. Il benzinaio che vede passare a velocità folle l’auto dell’assassino sta proprio di fronte alla chiesa.

Peggy (Mary Arden), che aveva prestato l’auto alla vittima precedente (e ancora inconsapevole di cosa sia successo all’amica), torna nella casa in cui vive con Thao-Li (Claude Dantes) accompagnata da Marco (Massimo Righi). Ma la polizia chiama per fare quattro chiacchiere e l’uomo, non volendo incontrare gli agenti, preferisce lasciare Peggy sola a casa (grave errore!). La comparsa, sul fondo della stradina, della chiesa di Santa Maria della Pace, ha fatto velocemente capire a Ellerre che la via in cui si trova la casa è la centralissima via di Parione. L’assassino intanto, vestito sempre allo stesso modo, è già alla porta. Sta per uccidere la ragazza, ma arriva la polizia costringendolo a portare la poveretta in uno scantinato, dove più tardi la ucciderà a colpi di ustioni sul volto.

Il killer uccide ancora (d’altronde il titolo dovrà pure giustificarlo, no?), prendendo di nuovo di mira una delle ragazze dell’atelier. Questa volta lo si scorge entrare di notte in una villa rustica. Non si vede abbastanza per permettere un’identificazione, ma quando il giorno dopo vediamo arrivare lì il commissario che si occupa delle indagini (Thomas Reiner) capiamo che siamo sull’Appia Antica e più precisamente appena sotto via di Tor Carbone, ovviamente sempre a Roma. Le rovine che si vedono intorno al luogo del delitto non lasciano spazio a dubbi ed è possibile ritrovare con esattezza il punto in cui il commissario parla col suo aiutante.
Manca ancora circa mezz’ora alla fine del film, ma le location si concludono qui: tutto ciò che si vede nell’ultima mezz’ora sono interni e la solita Villa Sciarra (l’atelier), all’interno della quale avverrà la resa dei conti conclusiva.
Testi: Zender - Foto: Zender ed Ellerre - Tavole: Zender
APPROFONDIMENTO INSERITO DA ZENDER ED ELLERRE (con l'aiuto di ANDYGX)
29 Settembre 2009 14:04
29 Settembre 2009 15:02
29 Settembre 2009 20:43
:p
30 Settembre 2009 00:01
Ottimo lavoro...
30 Settembre 2009 08:49
30 Settembre 2009 13:37
2 Ottobre 2009 11:41
2 Ottobre 2009 18:04
13 Ottobre 2009 20:46
Fa sempre piacere poter gustare comodamente seduti un bell'approfondimento.
Certo mi sarebbe piaciuto poterla visitare villa Sciarra e magari di notte...