Licenza di svestire (come ti modifico la locandina)

7 Aprile 2009

Il manifesto cinematografico assolve ad una funzione difficile: concentrare in un’immagine l’intero plot, esprimendo la forza drammatica di espressioni e situazioni in un disegno statico. Ma che può diventare  avvincente perché nei casi fortunati è destinato a rimanere nell’immaginario collettivo. Nel caso di opere straniere deve inoltre adattarsi alla cultura ospitante, nel rispetto delle usanze e dei gusti che lo spettatore locale ha sedimentato.
Fin qui la teoria generale, applicabile soprattutto ai film di maggior caratura in cui il soggetto italiano tende comunque a rimanere fedele all’originale, vuoi perché è frutto di studi grafici approfonditi, vuoi per la forza d’immagine del film, vuoi per una globalizzazione sempre più spinta.

Quando invece il film manca di una sua forza intrinseca o di volti sufficientemente noti ecco che le armi distributive si affilano. Come nei  titoli adattati, si intende stressare quei punti che appaiono di sicura presa e, trattandosi in questo caso di immagini, si fa sovente ricorso all’elemento sesso, qui in grado di esplicare le sue (enormi?) potenzialità. Pensiamo alle copertine di Panorama e Espresso nel passato, alle veline e varie cosiddette showgirl di oggi: c’è ben poco da stupirsi.

Le modalità di adattamento dei soggetti seguono una gradazione diversa. Partiamo con quelle più eclatanti.


SOGGETTO DIVERSO CON INTRODUZIONE DEL NUDO:

Il danno di Louis Malle:
nell’originale vediamo due teneri amanti sdraiati uno accanto all’altro e dai contorni sfumati. I giapponesi scelgono l’intreccio tra Irons e la Binoche, pronti all’amplesso ma ancora vestiti. Gli italiani non vogliono perdere tempo e li ritraggono intrecciati e completamente nudi!



La doppia vita di Veronica di Kieslowski:
la locandina originale riprende i volti di lui e lei. Nella versione italiana lui scompare e lei appare pensierosa, in primo piano ma chiaramente senza vestiti.



Factotum, tratto da un libro di Bukowski:
gli inglesi raffigurano Dillon alle prese con i suoi vizi, alcool e fumo. I francesi sostituiscono l’alcool con i vestiti eleganti. Nel soggetto italiano, sullo sfondo, compare una strippeuse senza veli.




The Women di Diane English versione americana richiama Sex and the city: facce di donne in carriera e fresche fresche di estetista. Esiste anche una simpatica variante stilizzata. Gli italiani combinano le due cose ma al posto dei visi infilano due corpi di donna ricoperti da sola lingerie.


Tutte le mattine del mondo, tratto dall’omonimo bellissimo libro:
la cover originale esprime l’essenza di un romanzo ambientato nel 1600. Il distributore italiano, pur non rigettandola, ne elabora una alternativa dove - zac! - compare di spalle una donna mezza nuda che non conta nulla nell’economia del racconto.



 The Chase con Charlie Sheen:
 titolo stravolto (Sesso e fuga con l’ostaggio) e di conseguenza anche la locandina: dai semplici volti dei protagonisti il focus passa a loro due pronti al – direi faticoso - sesso dentro l’abitacolo. Poco esplicativo del film ma almeno coerente col titolo.


La canzone di Carla:
non c’entra la Bruni, è un film tra i meno famosi di Ken Loach. La differenza tra il soggetto inglese (primo piano di lei assorta) e quello italiano (lei abbracciata da lui, vestiti a metà) è evidente.




Strade perdute, tipico film lynchiano:
nell’adattamento Usa – Spagna - Italia la protagonista prima scende dalla macchina poi rimane senza vestiti (anche se coperta dall’uomo).




• Sempre Lynch con Twin Peaks – Fuoco cammina con me:
negli Usa abbiamo un soggetto allusivo ma vestito. Da noi due versioni: figura completa o mezzo busto, entrambe svestite (forse per il calore della pellicola...).



• Nel discusso L’ultima donna di Ferreri, mentre in Francia rimangono enigmatici con la sola testa di Depardieu, da noi riusciamo a disegnare l’intera famigliola senza vestiti. Disegnare, si badi bene, in modo da non essere accusati di  troppa malizia. Peccato che l’immagine francese renda meglio il senso del film.


SOGGETTO UGUALE MA... CHE DIVENTA PIU' SEXY
:

La signora di Shangai del 1947:
stesso abbraccio, stessi protagonisti ma date un occhio a come si pone lei e al vestito che diventa trasparente... grandioso! Sono sicuro che lo stesso Welles avrebbe preferito la nostra versione. Ma il maccartismo era dietro l’angolo.




• Un vecchio film del 1959, Improvvisamente l’estate scorsa con Liz Taylor “normale” nella locandina americana; più in primo piano e scollata nelle versioni italiana e tedesca.


 False verità con Bacon e Firth contiene elementi perversi ben richiamati dal primissimo piano della schiena nuda di donna. E’ sintomatico però che passando dalle versioni usa e francese a quella italiana, rimanga la schiena sexy ma scompaiano i due attori maschili. E cambia pure lo stile fotografico, purtroppo in peggio.



• Il film Femme publique di Zulawski
punta esplicitamente sul corpo della Kapriskie. Mezzo busto in Francia e accompagnata da lui; sola e a tutta figura, da noi. Visto il tipo di pellicola e le doti attoriali della signorina, mi sento di condividere la scelta italiana.


SOGGETTO DIVERSO, SI AMMICCA AL SESSO:


• L’horror Alta tensione
passa dal pazzo bifolco in Francia alla studentessa in magliettina e slip in Italia. Ha un volto risoluto ma quelle gambe nude danno anche un altro messaggio.





Una top model nel mio letto, recente commedia di Veber: a parte l’infelice adattamento del titolo si può notare come il soggetto italiano cambi look, scopra le gambette e releghi i due maschi in secondo piano.


CASI IN CUI IL SOGGETTO ITALIANO E' PIU' PUDICO: POCHI MA ESISTONO:

• Il bel film di Godard Il disprezzo
vede la Bardot con seno ad alta visibilità e sguardo ammaliante nella locandina francese; senza alcun riferimento al corpo di BB in quella italiana.





• Ne Le regole dell’attrazione c’è una scelta stilistica completamente diversa. Peccato perchè la versione americana è divertente e originale. In quella italiana compare una mammella ma è annegata nella composizione a scacchiera.


• In Scandalo– Blaze con Paul Newman
il soggetto americano è più spiritoso e caratterizzante di quello italiano. Si vede che il distributore italico ha voluto sfruttare l’immagine dell’attore.


ARTICOLO INSERITO DAL BENEMERITO CAPANNELLE

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commenti (3)

RISULTATI: DI 3
    Tarabas

    22 Febbraio 2010 10:22

    Molto interessante, complimenti!
    Michdasv

    15 Agosto 2021 19:49

    Ben scritto! Se posso segnalare, la famosissima locandina di Soldato Blu (the Blue Soldier, di Ralph Nelson, 1970) propone una squaw con le trecce nere, vista di spalle, nuda (ma con una penna rossa in testa!), in ginocchio e coi polsi legati con corde dietro la schiena; in lontananza, dei cavalleggeri in divisa blu si allontanano da sinistra verso destra (quasi ignorandola).
    Così nell'originale americano e nell'edizione italiana. Ma esistono altre locandine, in cui - pur nella stessa posa - i glutei della squaw sono pudicamente rivestiti di una sorta di vestitino aderente di pelle marrone (cioè: dipinta sopra);
    oppure altre ancora, in cui è nuda ma con il collo piegato verso destra, quasi come in una forma di tenerezza.
    In altre locandine - ad esempio tedesca -  i cavalleggeri blu  puntano dritti verso di lei , modificando radicalmente il messaggio.
    In altre locandine invece è inquadrato il biondo volto pensoso di Candice Bergen (che evidentemente non porta lunghe trecce "nere"), oppure l'immagine a figura intera di Honus/Peter Strauss a cavallo.
    Esistono anche varianti in cui i cavalleggeri sono collocati in primo piano per nascondere parzialmente la squaw
    Michdasv

    15 Agosto 2021 20:32

    per completare il post precedente, diciamo anche che opo Soldato Blu del 1970, venne realizzato un film analogo in Italia nel 1976, intitolato "Una donna chiamata Apache".
    La locandina originale italiana e le varie traduzioni in inglese e in spagnolo propongono una squaw di spalle, quasi nuda, coi polsi legati, trascinata come al guinzaglio da un soldato a cavallo