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Discussioni su The lighthouse - Film (2019) | Pagina 1

DISCUSSIONE GENERALE

29 post
  • Se ti va di discutere di questo film e leggi ancora solo questa scritta parti pure tu per primo: clicca su RISPONDI, scrivi e invia. Può essere che a qualcuno interessi la tua riflessione e ti risponda a sua volta (ma anche no, noi non possiamo saperlo).
  • Cinecologo • 28/12/19 14:14
    Galoppino - 31 interventi
    Comunque al di là del mio personale giudizio sul film e sul regista e sul fatto che mi sembra evidente che abbia prodotto un patch di idee e stilemi rubati un po' qua un po' là - c'è Bergman e Polanski, ci sono i riferimenti ai miti greci con cui ci ha già abbondantemente sfasteriato i co..ni Lanthimos ci sono scene (le più grossolanamente pacchiane - come quella del lanternista che punta lo sguardo-faro a illuminare il suo sottoposto) che, se estrapolate, chiunque direbbe essere state girate dall'ultimo Trier (quello ormai in piena decadenza) - al di là di queste considerazioni, per cui 'niente di nuovo sotto il sole' con questo Faro, a chi fosse piaciuto davvero (e vai a capire perché) consiglio non solo le prime evidenti fonti ispirative che mi vengono in mente - ossia L'ora del lupo di Bergman e Cul-de-sac di Polanski, entrambe - specie la prima - decisamente superiori, ma anche un film più recente che a mio parere presenta diversi punti di contatto col film di Eggers: follia, surrealismo, ricostruzione storica ecc.: sto parlando di "A field in England" di Wheatley. Film, quest'ultimo, pure non particolarmente dotato di contenuti e costruito perlopiù come esperienza visivio-sonora ma decisamente più orginale nel linguaggio (almeno non riesco a trovarvi le smaccate ispirazioni da cui Eggers scopiazza per il suo film) e privo di quegli scivoloni nell'involontariamente ridicolo di The Lighthouse
  • Schramm • 28/12/19 17:35
    Scrivano - 7820 interventi
    a dire che che dalla strega alla sirena il passo avanti che in giro si sente tanto decantato è stato falso. se da una parte non covavo dubbi, dall'altra mi preme verificare se eggers è ricaduto sui medesimi fossi dell'esordio.

    parliamo comunque di un artifex che ha dalla sua doti notevoli (la figurativa risignificazione dei simboli biblici, rovesciati o trasfigurati, per dirne una che non mi pare proprio magia che riesce ai primi improvvisatisi prestigiatori), ma che, come già dimostrato, finiscono col dar corpo a spurie equazioni di secondo grado. per lui ho insomma gli stessi aprioristici timori e preconcetti che nutro per le seconde opere della kent e di aster, due autori mossi/pervasi non meno di eggers dalla stessa stasi aporetica. ma resto curioso di vedere come e dove si è spinto, o se resta dalle parti del pari e patta; e negare una seconda chance può sempre essere fatale a chi non la concede..
    Ultima modifica: 28/12/19 17:37 da Schramm
  • Bubobubo • 28/12/19 21:41
    Addetto riparazione hardware - 273 interventi
    Starò diventando vecchio, Cinecologo (ti rispondo in quanto parte dell'utenza che ha apprezzato e giudicato positivamente il film), ma non riesco più a comprendere il senso di certe polemiche.
    Ti chiedo: c'è qualche film oggi, nell'era del post-post-modernismo e della post-società liquida, che non sia pensato per citare e rubacchiare qualcosa da qualcuno? Tanto più nell'horror contemporaneo, che del rimando fa una propria cifra distintiva? (Non mi metto nemmeno a fare l'elenco completo)
    Perché non prendere in considerazione l'arcana ipotesi, piuttosto, che chi ha visto e apprezzato l'opera in questione lo ha fatto anche (alcuni direbbero 'soprattutto') in virtù di questo suo citazionismo, esplicito (facilissimo sgamare le fonti ispiratrici per chi ha visto più di tre film in vita sua) e multiforme (ognuno può vederci quello che ci vuole)?
    Perché trattarlo come un minorato, con tanto di listina di consigli da "adesso ti insegno io cos'è il cinema"? Può benissimo essere che l'interlocutore già li abbia visti e li conosca bene, no?

    Per me la faccenda è più semplice.
    The Witch a livello di narrazione è meno febbrile e iperbolico, più compatto e in un certo senso "sobrio" (tolto quel finale che per cattivo gusto pareggia tranquillamente alcune verbose sequenze del Faro). A chi non è piaciuto quello molto difficilmente piacerà questo. A me, proprio per questioni di sobrietà (e minore derivatività) è piaciuto leggermente di più The Witch (3.75 quello, 3.5 questo).
    Tecnicamente quasi impeccabile (nel senso di controllo assoluto di fotografia e "ferri del mestiere").
    Recitazione dei due protagonisti sicuramente sopra le righe, ma in linea col mood dell'opera.
    Vezzo linguistico, soprattutto nella sovrapposizione di registri (inglese arcaico, da ballata ossianica, misto a slang da bassifondo, per l'epoca peraltro discronico), che ammicca al lavoro certosino già svolto da Lanthimos per The Favourite: lo trovi irritante in uno, lo troverai irritante anche nell'altro.
    Ultima modifica: 29/12/19 00:06 da Bubobubo
  • Schramm • 28/12/19 23:38
    Scrivano - 7820 interventi
    immagino la tua risposta sia indirizzata soprattutto a cinecologo. a me la luce del faro non è ancora arrivata in faccia e non posso dirmi ammaliato dal canto della sirena, quindi per ora posso solo fermarmi al timore che eggers non si sia emancipato da quella difficoltà (o incapacità, o nolontà, chissà) ad agglomerare l'acqua del metafisico con l'olio del determinismo psichico e della suggestione autoindotta, o almeno a darne l'illusione ottica, e riservarmi di dire se a pensar male ci ho guadagnato in sorpresa o perso in rinnovata mezza delusione.

    the witch oltre a quanto rimarchi non lo ricordo, partendo proprio dal tuo quesito, un film che flirta coll'indovina chi e cosa del bric-a-brac del bravo citazionista da manuale del postmoderno, e questa è la sua forza. anzi se mai ci ho visto proprio lo sforzo, e la spontaneità, e la bravura, di pervertire iconicamente tutto, mandando talvolta il demone della riconoscibilità estetica e culturale fuori orbita. mica gusci di sementine.

    ma è la sola cosa che ho apprezzato a fronte di un modo di fare horror, che sta prendendo sempre più piede, volendo l'hangover muliebre e tutte le bottiglie non stappate in cantina, ovvero avendo in testa due film diversi e nel dubbio metterli assieme in una stessa opera. lasciando stare il problema delle citazioni, vero come falso, sul quale torno a breve, se anche the lighthouse risente di questa spaccatura senza sintesi superiore è per me un film sbagliato a prescindere, quanto meno rispetto a quello che cerco personalmente dall'horror, sia esteticamente che emotivamente.

    mi permetto un inciso quanto al citare: Perché non prendere in considerazione l'arcana ipotesi, piuttosto, che chi ha visto e apprezzato l'opera in questione lo ha fatto anche (alcuni direbbero 'soprattutto') in virtù di questo suo citazionismo, esplicito (facilissimo sgamare le fonti ispiratrici per chi ha visto più di tre film in vita sua) e multiforme (ognuno può vederci quello che ci vuole)?

    per me si può fare un'opera di sole citazioni, a mo' di collage dada, se vuoi, o di cut-up. a patto che l'autore sia bravissimo a occultarle e confonderle tutte o in larga parte, in un gioco di sovrapposizioni depistaggi e imboscamenti continui. insomma mi sento di apprezzare di più e meglio se l'autore mi dà il sospetto che stia citando e non la certezza (che sia poi un giochino tautologico, sterile, parco d'amore per ciò che viene copiaincollato, tanto per fare il ganzo - e neanch'io faccio liste o si va OT in tre post). che è come dire che mi dia quel gravido senso del multiforme che a ciascuno fa vedere quel che ci vuole - se tutti vediamo la stessa cosa con medesimo intendimento, qualcuno ci/si sta fregando... oppure a patto di farmi sentire l'esibita citazione spinta come qualcosa di organico, o come organo che determina altri organi, che dinamizza tutto (mi viene alla mente tarantino tanto per fartela facile), qualcosa di superfetato e che non resta pigro e inerte sulla sola carta-carbone del post-quelchevogliamo come simpatico ammiccamento che così come viene se ne va nel nulla della memoria (e dell') estetica. qualcosa trattato con la stessa amorevolezza con cui ci si prende cura dell'attore o della fotografia, perché lo si è adorato e riproporlo significa arricchirlo di senso.

    ecco, se eggers ha fatto questo, ebbene io gli tributo fin d'ora almeno metà dei classici 92' di applausi. ne riparleremo.
    Ultima modifica: 29/12/19 00:18 da Schramm
  • Bubobubo • 29/12/19 00:04
    Addetto riparazione hardware - 273 interventi
    Ciao Schramm, certo, la mia risposta era rivolta a Cinecologo, non l'ho specificato ma avrei senz'altro dovuto. Ne approfitto anche per limare un po' i toni del mio precedente messaggio (ammetto che sulle prime il tono del post di Cinecologo mi aveva un po' stizzito, ma non ho assolutamente niente contro di lui né contro nessun altro).

    Ora provo a risponderti in merito ad alcuni dei punti che sollevi (solo alcuni, perché le questioni in ballo sono molto complesse e, più che un forum, sarebbe utile e interessante parlarne di persona, per quanto possano permettermelo le mie limitate competenze):

    the witch oltre a quanto rimarchi non lo ricordo, partendo proprio dal tuo quesito, un film che flirta coll'indovina chi e cosa del bric-a-brac del bravo citazionista da manuale del postmoderno, e questa è la sua forza. anzi se mai ci ho visto proprio lo sforzo, e la spontaneità, e la bravura, di pervertire iconicamente tutto, mandando talvolta il demone della riconoscibilità estetica e culturale fuori orbita. mica gusci di sementine.
    Hai ragione, sono perfettamente d'accordo nel vedere The Witch come un film molto più influente che influenzato, anche se - gusti a parte - a fare le pulci su possibili catene di predecessori e fonti d'ispirazione si sono affollati in innumerevoli. Sono d'accordo con te anche nel considerare The Witch un horror anomalo da questo punto di vista - proprio perché la tendenza predominante va in direzione di un citazionismo sfrenato e del tutto esplicito.
    In questo senso sì, The Lighthouse è certamente più ambizioso e anche molto più derivativo, anche se i richiami a certa tradizione magico-popolare e ad una sovrastruttura immaginifica folk rimangono gli stessi di The Witch.

    per me si può fare un'opera di sole citazioni, a mo' di collage dada, se vuoi, o di cut-up. a patto che l'autore sia bravissimo a occultarle e confonderle tutte o in larga parte, in un gioco di sovrapposizioni depistaggi e imboscamenti continui. insomma mi sento di apprezzare di più e meglio se l'autore mi dà il sospetto che stia citando e non la certezza (che sia poi un giochino tautologico, sterile, parco d'amore per ciò che viene copiaincollato, tanto per fare il ganzo - e neanch'io faccio liste o si va OT in tre post). che è come dire che mi dia quel gravido senso del multiforme che a ciascuno fa vedere quel che ci vuole - se tutti vediamo la stessa cosa con medesimo intendimento, qualcuno ci/si sta fregando... oppure a patto di farmi sentire l'esibita citazione spinta come qualcosa di organico, o come organo che determina altri organi, che dinamizza tutto (mi viene alla mente tarantino tanto per fartela facile), qualcosa di superfetato e non che resta sulla sola carta-carbone del post-quelchevogliamo come simpatico ammiccamento che così come viene se ne va nel nulla della memoria (e dell') estetica. qualcosa trattato con la stessa amorevolezza con cui ci si prende cura dell'attore o della fotografia, perché lo si è adorato e riproporlo significa arricchirlo di senso.
    Per quanto mi riguarda si tratta di citazione arricchita, inserita in un altro contesto, vista da un'altra prospettiva (io ho provato ad elencarne qualcuna nel mio commento, qualche altra nel mio primo intervento), anche se non tutte sono ugualmente calzanti e vi sono effettivi frangenti di sovraccarico lirico e simbolico (pertanto mi verrebbe da dire, riprendendo le tue parole, che Eggers non ama tutto ciò di cui parla allo stesso modo). Porto un esempio concreto di questo citazionismo di ritorno,

    SPOILER SPOILER SPOILER

    la questione dell'omosessualità latente dei due personaggi è jamesiana sino al midollo (c'è The Turn of the Screw scritto grande così su tutte le pareti del faro, per quanto mi riguarda), ma il contesto è radicalmente differente e, anche se ritornano alcuni topoi tipici della letteratura gotica americana (quelli studiati da Fiedler, per capirci), vi ritornano filtrati e recepiti da una sensibilità del tutto contemporanea.

    FINE SPOILER FINE SPOILER FINE SPOILER

    Il mio passaggio originale, che tu hai ripreso e commentato, era chiaramente una reductio ad absurdum - in linea di massima non esiste parametro ontologico obiettivo che dovrebbe impedirmi di dire che il mio gradimento estetico e contenutistico è tanto maggiore quanto più intenso è il citazionismo che vi viene applicato e, pertanto, ogni contestazione nell'esclusivo merito è fallace a prescindere (tra parentesi, io pure mal digerisco molto cut'n'paste selvaggio dell'horror contemporaneo, per vari motivi su cui non mi dilungo qui, e il mio apprezzamento dell'opera di conseguenza è da esso indipendente).

    Il mio sospetto è che questo film ti piacerà poco, ma non tanto per le ragioni addotte da Cinecologo - piuttosto per quello che potrebbe essere avvertito come eccesso di cura formale (specialmente nei dialoghi) e in alcuni punti di contatto con l'universo mitopoietico del precedente The Witch. Se poi mi sarò sbagliato, tanto meglio :)
  • Schramm • 29/12/19 00:52
    Scrivano - 7820 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:
    in linea di massima non esiste parametro ontologico obiettivo che dovrebbe impedirmi di dire che il mio gradimento estetico e contenutistico è tanto maggiore quanto più intenso è il citazionismo che vi viene applicato e, pertanto, ogni contestazione nell'esclusivo merito è fallace a prescindere

    si certo, la mia suggestione sulla tecnica del celare e sviare è una corsia preferenziale che prediligo e non vuole essere legge scolpita sulle tavole del sinai; il citazionismo si può amarlo per mille motivi, e per i medesimi addirittura disdegnarlo al tempo stesso. si possono amare anche solo i film issati su di esso, perché no?! peraltro, e non so se il film rientra nella casistica, un citazionismo al cubo, iperbarocco, invasione dell'ultrhardcore, cessa di essere tale per diventare altro, e far diventare autonomo il film. smette di essere inerzia, pigrizia, furberia, e mi fa sentire più sfidato anche solo sul piano dell'attenzione.
    però se anche fosse un ammiccamento vuoto lo si può amare.

    a questo dovrebbe forse rispondere cinecologo, che sembra non aver digerito l'abbracciare bergman polanski e trier senza, pare (lui dice), un reimpasto formale come contenutistico.

    il mio vero problema con eggers è invece tutt'altro, e sta, almeno finora, nel tenere parallele rette che vorrei se non congruenti almeno perpendicolari.. l'eccesso di cura formale non lo temo finché non arriva a sovrascrivere e divorare l'intero film (come fa l'ultimo refn, per dire), anzi non ti nascondo che l'accostamento con wheatley fatto da cinecologo mi ha ulteriormente stuzzicato.
    Ultima modifica: 29/12/19 00:54 da Schramm
  • Cinecologo • 29/12/19 12:34
    Galoppino - 31 interventi
    Scusate ma vado di fretta e dunque sarò breve. Concordo in larga misura sul discorso di Schramm circa il citazionismo palese. Sul fatto che ciò possa a taluni piacere nulla da dire, continuo a non capire perché, dato che nessuno mi convincerà serva del genio per riuscirvi: quale manca appunto ad Eggers. Che il post-post-post....moderno sia per lo più citazionismo non gioca a favore del post-post-post....moderno. A mio parere ciò che comincia a latitare non sono nuove possibilità espressive, semmai la levatura intellettuale di chi le idee dovrebbe (e in passato lo ha fatto) produrle: siano artisti, filosofi o altri. Nell'horror la mancanza di idee è più forte che in altri ambiti cinematografici, senza dubbio (anche se questo Faro è difficilmente incasellabile in un genere), ma appunto è già stato detto tutto o è mancanza di levatura degli autori che ormai sono perlopiù mestieranti?
    A ciò si unisce il fatto che il film è un esercizio di forma i cui contenuti latitano... dove stanno i contenuti? Su quali temi solleva quesiti e riflessioni? A parte l'"ooooh" prodotto della potenza visiva, ti alzi dalla poltrona esattamente tale e quale a colui che eri quando ti ci sei seduto, e questo per me è grave per qualsiasi (non) esperienza che ci è dato di fare.

    PS: The Wailing le idee le evidenzia senza bisogno di scopiazzare palesemente; fuori dall'ambito horror Burning è opera originalissima per contenuti e linguaggio: non tutto il post ecc. è mero e smaccato e vuoto citazionismo. Fortunatamente
  • Cinecologo • 29/12/19 13:22
    Galoppino - 31 interventi
    Concludo sul discorso del patch citazionistico aggiungendo che a me piace la nutella, la pizza e le banane; ma non una pizza spalmata di nutella e condita da fette di banana.E' certo legittimo che a qualcuno piacciano i mappazzoni cinematografici, ma al di là dei gusti personali la domanda è: Perché? Qual è il movente concettuale che sta a fondamento di una simile operazione se non il mero "famolo strano"? Perhé è anche capire le ragioni profonde di una data scelta che a me interessa, sempre che, appunto, tali ragioni vi siano
  • Schramm • 29/12/19 16:13
    Scrivano - 7820 interventi
    Cinecologo ebbe a dire:
    circa il citazionismo palese. Sul fatto che ciò possa a taluni piacere nulla da dire, continuo a non capire perché, dato che nessuno mi convincerà serva del genio per riuscirvi: quale manca appunto ad Eggers.(...) A mio parere ciò che comincia a latitare non sono nuove possibilità espressive, semmai la levatura intellettuale di chi le idee dovrebbe (e in passato lo ha fatto) produrle: siano artisti, filosofi o altri. Nell'horror la mancanza di idee è più forte che in altri ambiti cinematografici, senza dubbio (...) ma appunto è già stato detto tutto o è mancanza di levatura degli autori che ormai sono perlopiù mestieranti?

    qui però forse bisognerebbe prendere atto di un presupposto di fondo molto semplice, o quanto meno ricordarlo ogni tanto: il cinema è in sé una grande invenzione tecnico-narrativa, ma che a stringere non ha inventato proprio nulla sul fronte formale: ha molto semplicemente adottato prima ed esuberato esasperato forsennato e ricrittografato poi tutta una serie di codici rappresentativi pre-esistenti da millenni (e molto più verticali e potenti del cinema, a mio sentire) e loro annesse rivoluzioni copernicane dinamizzandoli in immagini alla velocità che sappiamo (la fiaba, la mitologia, la tragedia attica, l'epica, la letteratura, le arti plastiche e pittoriche, il teatro, il fumetto, la quotidianità, la filosofia su fino alla succedanea veste televisiva che ha finito con l'inglobarlo e sorpassarlo in pochi decenni). la grande potenza del cinema è il sincretismo, l'essersi fatto impazzito cubo di rubik di tutte queste discipline. credo che bubo intendesse questo dicendo che certi rimproveri mossi a eggers sulla base del citare decadono già prima di essere mossi. peraltro cinecologo non so se hai visto il suo esordio, ma stiamo paradossalmente parlando di qualcuno che non mi pare proprio parta con la carta-carbone e i trasferelli in saccoccia al momento di ideare lo storyboard. poi certo, magari qua non si è regolato nel farsi trapassare da bergman trier e polanski, ma la mia domanda a questo punto è: non credi siano anche loro, presi singolarmente, attraversati da tutto ciò che li ha preceduti? forse sono stati più scaltri nel non farsi cogliere con le dita affondate nel miele, ma se sono senza influenze scaglino la prima pietra del mancato paragone. io finora in eggers non ho riscontrato influenze che non siano eminentemente arcaiche. bubo sembra dire che le risonanze da te riscontrate sono legittime ma anche epiteliali e portali per tutt'altro, ma che comunque a predominare sono le stesse folkloristico-mitopoietiche del film precedente, pur impiantate in un differente contesto (qua forse siamo dalle parti di coleridge o di leggende metropolitane, se ben ho intuito). ti saprò meglio dire a suo secondo affondo esperito.

    però ti ricorderei che il cinema rispetto alle altre arti è un giovanotto di 125 anni (niente se pensiamo anche solo alla letteratura), e vivendo da che è nato di vampirismo non può che trovarsi ora in un parziale stallo da cui esce vincente o entro il quale si accartoccia del tutto facendone addirittura una sorta di fiore all'occhiello, di vessillo. e quanto a vampirismo l'horror credo sia il transilvano e trans-tutto dai denti più aguzzi e dalla sete di sangue altrui più implacabile. è il genere che più di tutti ha reso rispettabile, e affascinante, il citazionismo. e questo credo possa rispondere almeno in parte alle perplessità che sollevi.

    Cinecologo ebbe a dire:
    (anche se questo Faro è difficilmente incasellabile in un genere)

    il che non mi pare un qualcosa di così trascurabile. è anzi una grande potenza.

    Cinecologo ebbe a dire:
    A parte l'"ooooh" prodotto della potenza visiva

    però il cinema è e nasce come qualcosa di eminentemente visivo, come grammatica del sogno, per cui se questa potenza fa "sparire" il contenutismo, i significati, la logica devo di nuovo ripeterti: cacchiarella, hai detto niente. secondo me il problema sarebbe più inverso, ovvero se di reclamati contenuti pretende di scodellarne di posticci tramite una forma iperglicemica usata come visone da sfoggiare, sotto al quali magari c'è un attaccapanni rotto.

    a bubo vorrei invece dire (l'ho dimenticato ieri) che almeno qui dentro non parlerei di "mancate competenze". non solo per il pericolo che può comportare porla in questi termini, ma perché nel cinema le competenze tout-court sono tecniche e subentrano nel praticarlo creativamente, da artefice. nel fruire sarei più per attenermi al piano della sensibilità, o meglio della sensitività. medianica, dionisiaca, eleusina, magari. questo film insomma funziona nella misura in cui colpisce con la stessa dirompenza il colto come l'ignorante. sta qui il fascino del cinema, dell'arte tutta.
    Ultima modifica: 29/12/19 16:22 da Schramm
  • Cinecologo • 29/12/19 18:22
    Galoppino - 31 interventi
    Schramm, ammetto che molto di ciò che scrivi fatico a comprenderlo; quel poco che posso risponderti è che in linea di massima io ritengo che un segno debba possedere un significato, che il dada e affini è roba tramontata da tempo. Peraltro ho l'impressione che parlare di puro segno sia totalmente fuorviante nella fattispecie, siam mica di fronte a un'opera d'arte sperimentale. E' pur sempre cinema di intrattenimento e i significati ci sono eccome, solo che da questo punto di vista il film è fortemente insipido e questo è un difetto. Poi, per carità, non sono un fissato delle profonde riflessioni che un'opera cinematografica può sollevare, tanto che ho citato A Field in England che a me è piaciuto. E' l'insieme di quelli che io posso considerare difetti o mancanze che fa la differenza, e qui ce n'è d'avanzo insomma.

    Sul discorso poi che il cinema recuperi da sempre codici preesistenti posso anche concordare, il problema è che in questa contemporaneità il cinema si sta sempre più adeguando a codici e linguaggi a lui molto più recenti: come quello videoclipparo o pubblicitario . Forse non tanto in questo film (anche se l'uso grossolano e incomprensibile della computer grafica si palesa anche qua), ma penso al Malick di Three of life, al Refn di Neon Demon ecc.ecc. E non mi si parli di metalinguaggi critici (come nel caso di Refn) perché questi hanno da tempo mostrato di essere armi spuntate, che lungi dal produrre una reazione (critica appunto) contribuiscono semplicemente ad accrescere l'abitudine a quei codici e la familiarità con essi (sostanzialmente è la fine che ha fatto Cattelan, per uscire dall'ambito cinematografico e utilizzare un esempio eclatante, nell'arte contemporanea). E la cosa è ormai talmente evidente che chi ancora pensa di fare metalinguistica critica o è un totale imbecille o è un furbone (per molti, come Refn, io propendo per la seconda ipotesi)
  • Zender • 30/12/19 08:20
    Capo scrivano - 49101 interventi
    Ok, poi se si vuole sforare dal discorso Lighthouse si continui su davibook.
  • Cinecologo • 31/12/19 13:18
    Galoppino - 31 interventi
    Cos'è davibook?
  • Schramm • 31/12/19 15:50
    Scrivano - 7820 interventi
    Cinecologo ebbe a dire:
    Cos'è davibook?

    è una quarta dimensione dove vengono deportati tutti gli off topics, ovvero tutto quanto esula dalla strettissima attinenza al film. insomma la facebook side del davinotti (la voce per accedere sta in alto alla tua destra).

    questo è uno di quei casi in cui il sollevato cartellino giallo mi trova, almeno per come ho intavolato io le cose, in buona parte discorde, perché sempre interpolate e interfacciate con eggers e col suo operato. però è anche vero che una sponda come quella lambita può portare a una molto più lontana (ma in fondo è la congenita natura del cinema, i film non sono compartimenti a inviolabile tenuta stagna, sono singoli organi di un immenso leviatano, di un'anatomia di vasi comunicanti), quindi anche ci sta.

    posso solo, di mio, cedere la parola a bubo che il film l'ha visto e ribadire che se non so precisamente di cosa si sta parlando, un'idea precisa sul chi ce l'ho, e per quello che ho visto trattasi di artifex che poco o punto ha a che fare col citazionismo spicciolo e insterilito adottato-adattato per fare il gran ganzo e darsi un tono di superiorità o di quella furbizia che hai (giustamente, anche) attribuito a un refn.

    se a questo giro di boa è davvero scivolato anche su questa buccia di banana, parlerò di spannometrico passo indietro. ma per ora resto nel limbo del condizionale, anche perché le impressioni tue e di bubo sono troppo diametralmente opposte e contrapposte..
    Ultima modifica: 31/12/19 16:01 da Schramm
  • Daniela • 31/12/19 16:29
    Gran Burattinaio - 5940 interventi
    Schramm, sto davvero invecchiando di capoccia oltre che d'anagrafe dato che non ho capito se questo Lighthouse l'ha visto oppure ne parli a prescindere: non è necessario tu mi risponda con con un romanzo, mi basta una parola (visto) oppure due (non visto).
  • Schramm • 31/12/19 16:38
    Scrivano - 7820 interventi
    faro ancora spento. stop. udita però sirena della nebbia. stop. schramm cerca di raggiungerlo in barca prima possibile. stop. 2020 di queste visioni. stop.
  • Daniela • 31/12/19 22:57
    Gran Burattinaio - 5940 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    faro ancora spento. stop. udita però sirena della nebbia. stop. schramm cerca di raggiungerlo in barca prima possibile. stop. 2020 di queste visioni. stop.

    ventiquattro, ma apprezzo lo sforzo.
    Ultima modifica: 31/12/19 22:57 da Daniela
  • Cinecologo • 1/01/20 12:07
    Galoppino - 31 interventi
    Rido. S. ma come, non l'hai nemmeno visto il Faro?? Neon guardalo che sono curioso di sapere la tua... Sono anche curioso di leggere il commento di Daniela su questo di Eggers
  • Bubobubo • 1/01/20 14:20
    Addetto riparazione hardware - 273 interventi
    Schramm ebbe a dire:
    Cinecologo ebbe a dire:
    Cos'è davibook?

    è una quarta dimensione dove vengono deportati tutti gli off topics, ovvero tutto quanto esula dalla strettissima attinenza al film. insomma la facebook side del davinotti (la voce per accedere sta in alto alla tua destra).

    questo è uno di quei casi in cui il sollevato cartellino giallo mi trova, almeno per come ho intavolato io le cose, in buona parte discorde, perché sempre interpolate e interfacciate con eggers e col suo operato. però è anche vero che una sponda come quella lambita può portare a una molto più lontana (ma in fondo è la congenita natura del cinema, i film non sono compartimenti a inviolabile tenuta stagna, sono singoli organi di un immenso leviatano, di un'anatomia di vasi comunicanti), quindi anche ci sta.

    posso solo, di mio, cedere la parola a bubo che il film l'ha visto e ribadire che se non so precisamente di cosa si sta parlando, un'idea precisa sul chi ce l'ho, e per quello che ho visto trattasi di artifex che poco o punto ha a che fare col citazionismo spicciolo e insterilito adottato-adattato per fare il gran ganzo e darsi un tono di superiorità o di quella furbizia che hai (giustamente, anche) attribuito a un refn.

    se a questo giro di boa è davvero scivolato anche su questa buccia di banana, parlerò di spannometrico passo indietro. ma per ora resto nel limbo del condizionale, anche perché le impressioni tue e di bubo sono troppo diametralmente opposte e contrapposte..


    Non saprei bene cosa aggiungere rispetto a quello che avevo scritto un po' più sopra, se non che ora il punto di vista di Cinecologo (con cui comunque non mi trovo granché d'accordo) mi è decisamente più chiaro. Cercando di soppesare pro e contro, dalla mia prospettiva, e di riassumere la mia opinione sul film (anche paragonato al precedente):
    1) vi è un comune retroterra folk horror (leggende e superstizioni popolari, spettri e apparizioni perturbanti) che se è rimasto indigesto in The Witch rimarrà indigesto anche qui;
    2) rispetto a The Witch, molto più sobrio anche sotto il profilo della costruzione narrativa (escluso il finale), qui la ricerca formale fa sicuramente un bel passo in avanti, sia sotto il profilo tecnico (il b/n, che per contrasto può ricordare la stagione storica dell'espressionismo, è perfetto), sia sotto il profilo contenutistico (vi è un citazionismo pervasivo, a mio avviso opportunamente risemantizzato da una prospettiva diversamente coerente, che abbraccia molte cose - l'epica marinaresca di Coleridge, l'(omo)sessualità morbosa di Henry James, l'orrore sordido di Poe e quello metafisico di Lovecraft, le "assenze" bergmaniane e chissà quante altre cose ancora) sia sotto il profilo linguistico (utilizzo di registri arcaici frammisti a slang da basse periferie che, per il tempo, è discronico: vd. anche il Lanthimos di The Favourite che ha ragionato similarmente per i dialoghi dei suoi personaggi);
    3) rispetto a The Witch è minimalista e massimalista assieme - minimalista nelle ambientazioni, massimalista nella loro impostazione;
    4) rispetto a The Witch indovina un finale clamoroso, di puro orrore (non così lontano dai frammenti di cosmico, assoluto orrore che pervadono l'ultimo Twin Peaks lynchiano), ma scivola in più occasioni nella seconda metà, soprattutto per via di alcuni eccessi grafici e linguistici che dopo un po' sforano il parossismo e perdono di vera efficacia.

    Ridotto ai meri voti: per me The Witch vale 3.75/5, questo 3.5/5.
  • Schramm • 1/01/20 15:12
    Scrivano - 7820 interventi
    Cinecologo ebbe a dire:
    Rido. S. ma come, non l'hai nemmeno visto il Faro??

    no, e lo vado scrivendo, tutt'altro che incomprensibilmente, dal primo post... :D ho anche assai chiaramente scritto un paio di volte che il paragone da te fatto con wheatley mi stuzzica non poco a imbarcarmi. magari per meglio implementare cosa non mi piace/convince di eggers fai quattro passi dalle parti del topic stregonesco.. ;)

    però lo stroboscopico e onfaloscopico Neon sì, mi ha leso le retine e anche qualcosa d'altro di sottostante. ti rimando ai rispettivi commenti e thread o zender ci fa lo shampoo coi raudi.
  • Schramm • 1/01/20 15:33
    Scrivano - 7820 interventi
    Bubobubo ebbe a dire:

    1) vi è un comune retroterra folk horror (leggende e superstizioni popolari, spettri e apparizioni perturbanti) che se è rimasto indigesto in The Witch rimarrà indigesto anche qui;


    non è quello in sé a essermi rimasto sul gozzo, quanto il mancato amalgama tra immanenza e trascendenza, tra fantasmi della psiche e reali.
    l'olio della senescenza e dell'autosuggestione a destra, l'acqua della dark side of the wood a sinistra, accostate anca ad anca senza abbracciarsi mortalmente mai. quando c'è l'una l'altra si fa da parte e viceversa. come due emisferi cerebrali che non ammettono gioco di leve.

    se si è nuovamente mosso in tal senso, diciamo che slitta da visione prioritaria a secondaria.

    mentre mi suggestiona e incuriosisce molto di più il fatto che il citazionismo sia, a quanto dici, non solo organico e dinamizzante, ma anche di matrice più letteraria che cinematografica, cosa che dovrebbe sottrarre l'opera all'epidermicità che cinecologo invece le rimprovera. mi sembra, almeno sulla carta, un colpo di dadi vincente.
    Ultima modifica: 1/01/20 15:36 da Schramm