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Discussioni su Noi credevamo - Film (2010) | Pagina 1

DISCUSSIONE GENERALE

24 post
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  • Jandileida • 7/12/10 18:19
    Addetto riparazione hardware - 429 interventi
    Vorrei condividere un paio di riflessioni:

    I)Mi chiedo perchè Martone per raccontare la sua storia abbia scelto uno stile cosi artefatto e formale.
    L'intento di togliere dal frigorifero della Storia l'idea ufficiale e monumentalmente statuaria del Risorgimento per scongelarla e farla sembrare più vicina al vero non era male (la visione gramsciana del processo di formazione nazionale è stata,ad esempio, per molto tempo sottovalutata. Sono meno d'accordo con le derive storiografiche meridionaliste.).
    Il regista pero finisce per raccontare una storia "non ufficiale" in uno stile cosi ridondante che tutto il prodotto mi è sembrato più un voler salire in cattedra e spiegare a tutti che cosa è il Risorgimento cadendo cosi nel solito errore di presunzione.Non ho notato nessun tentativo di stimolare delle riflessioni.

    II)Non capisco perchè non siano stati utilizzati i sottotitoli.
  • Rebis • 9/12/10 14:45
    Compilatore d’emergenza - 4455 interventi
    Ciao Jandileida! Sappi che mi rincuora non essere l’unica voce fuori dal coro :)

    Condivido ogni singola parola di quanto scrivi, di più: ripensando ad altri film di Martone credo il suo prendersi tremendamente sul serio, l’approccio accademico, programmaticamente impostato e “teatrale” sia una questione di stile. Per me nel film ci sono scelte anticinematografiche evidenti e sbagliate (ne parlo nel commento) che mi confermano un’ipotesi che avevo già avanzato quando vidi Morte di un matematico: il cinema in quanto mezzo espressivo per lui conta meno del messaggio e dell’operazione “storica” che vuole veicolare. Il suo cinema non apre mai ad una riflessione, non c’è una spazio in cui lo spettatore possa elaborare una considerazione personale. Martone afferma, proclama in tono quasi paternalistico. Da qui la tendenza (involontaria?) a mettere il pubblico su un piano inferiore, a metterlo in difficoltà, e la scelta di non usare sottotitoli mi sembra paradigmatica, così come quella di raccontare fatti secondari non accessibili a tutti. Ne L’Amore Molesto parlano un napoletano strettissimo: lì la scelta dei sottotitoli è stata obbligata, pena l’incomprensibilità, e, se non ricordo male, non è stata comunque dettata dall’autore. Teatro di Guerra, per me è un buon film, forse il suo migliore: ma anche lì nella sua schematicità manichea (teatro indipendente vs. teatro commerciale) non c’è spazio per il pubblico. Sta o non sta affermando una sua, personalissima – forse condivisibile – visione delle cose? Una sua esperienza? Non sta forse dicendo: le cose stanno così, punto e basta? Credo che Noi credevamo, da questo punto di vista, non faccia differenza…
  • Jandileida • 10/12/10 13:48
    Addetto riparazione hardware - 429 interventi
    Teatro di guerra mi manca,Morte di un matematico me lo fece vedere mio padre al glorioso cinema labirinto di Roma che avrò avuto 9 anni: come puoi ben comprendere mi ha causato problemi nello sviluppo e perdita di capelli.
    è vero Martone mette in difficoltà lo spettatore,anzi direi quasi che lo fa soffrire con un ermetismo che a me fa sempre pensare:perchè non capisco?perchè non apprezzo?
    Posso anche comprendere che la storia di Caccioppoli bisogna necessariamente raccontarla con rigore,anche stilistico, e rispetto ma non capisco perchè Martone utilizzi sempre lo stesso stile anche quando la storia avrebbe bisogno di ben altro.

    Ti dico: ho visto il film assieme alla mia compagna belga che ovviamente si è addormentata dopo 15 minuti sia perchè stentava a capire quello che veniva detto sia perchè il film è girato con quello stile pesante. Alcuni personaggi storici sono inseriti in modo totalmente slegato dalla storia,operazione ottima per rigirarsi la storia come meglio si crede (Garibaldi che compare sul monte tipo Zorro,ad esempio).
    Se si vuole fare della pellicola un mezzo di divulgazione di una certa idea di Risorgimento non capisco l'utilità di fare un film comprensibile solo in qualche circolo di storia patria. Non mi aspettavo certo un Natale sull'Aspromonte ma qualcosa di più fruibile sì che potesse stimolare ad esempio una straniera a voler sapere qualcosa di più del paese natio del suo compagno.
  • Rebis • 10/12/10 17:22
    Compilatore d’emergenza - 4455 interventi
    Dieri che quella di Martone non è un'operazione divulgativa sul Risorgimento, e non credo nemmeno fosse questa la sua intenzione (chi? Martone che fa un film per le masse? Non scherziamo...): credo che sia un film che ha l'ambizione di parlare con gli italiani (gli intellettuali italiani e una certa generazione in particolare...) per dirgli o ricordargli chi sono e da dove vengono, e all'Europa per mostrare l'Italia cos'è e da dove viene. Peccato che alla fine il risultato sia solo una indigesta e supponente paternale...
  • Neapolis • 15/04/11 11:20
    Call center Davinotti - 3295 interventi
    Nel finale del film c'è una insistente inquadratura di un rustico in cemento armato. Siamo nel 1862 in Calabria e in realtà per essere un errore appare troppo marchiano; potrebbe essere una denuncia dell'abusivismo edilizio del secolo successivo? Ma che senso e che nesso avrebbe con la trama del film?
    Ultima modifica: 15/04/11 11:20 da Neapolis
  • Cotola • 6/05/11 23:15
    Consigliere avanzato - 3921 interventi
    Il film ha vinto 7 David di Donatello:

    Miglior Film
    Miglior Sceneggiatura
    Miglior Fotografia
    Miglior Trucco
    Miglior Scenografie
    Migliori Costumi
    Migliori Acconciature (ma che c***o di premio è? Ma stiamo scherzando?)


    X Neapolis: chiaro che non è certo un errore.
    Sarebbe troppo marchiano. E' voluto come detto
    dallo stesso Martone. Non ricordo però il perchè. Poi è chiaro che ognugno può dare vari
    significati alla cosa.
  • Pigro • 7/05/11 10:57
    Consigliere - 1713 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    X Neapolis: chiaro che non è certo un errore.
    Sarebbe troppo marchiano. E' voluto come detto
    dallo stesso Martone. Non ricordo però il perchè. Poi è chiaro che ognugno può dare vari
    significati alla cosa.


    Come ho scritto nel mio commento (scusate l'autocitazione): "Più che storico, un film di impegno civile, che coglie nel groviglio dei moti mazziniani e dell'onda lunga garibaldina le problematiche dell'Italia attuale allusa con anacronismi materiali".

    P.S. - "migliori acconciature" è assolutamente delizioso! Evidentemente hanno diviso il classico "trucco e parrucco"... Per il prossimo David propongo il "miglior profumo" ;-)
  • Gugly • 7/05/11 11:36
    Archivista in seconda - 4713 interventi
    P.S. - "migliori acconciature" è assolutamente delizioso! Evidentemente hanno diviso il classico "trucco e parrucco"... Per il prossimo David propongo il "miglior profumo" ;-)


    Ovviamente voglio Markus in giuria!!!
  • Markus • 7/05/11 11:44
    Scrivano - 4771 interventi
    Non posso che essere d'accordo: chi meglio di me può giudicare un profumo! Anche se Stefania è una mia concorrente in questo senso.
  • Markus • 7/05/11 11:45
    Scrivano - 4771 interventi
    Per il premio "miglior acconciatura" chissà se avranno letto il mio (ormai vecchio) approfondimento sui capelli di Harry Klein ahahaha
  • Gugly • 7/05/11 13:54
    Archivista in seconda - 4713 interventi
    Mmmmh....se non lo hanno fatto si sono persi molto!!!
  • Markus • 7/05/11 14:03
    Scrivano - 4771 interventi
    Grazie Gugly!
  • Gugly • 31/12/11 07:46
    Archivista in seconda - 4713 interventi
    Davvero due palle per questo film...ero ansiosa di vedere un film storico con tanti bravi attori,e invece, che mi ritrovo? Un polpettone allungato con musiche che sarebbero state più adatte ad un Visconti o un Tornatore, una trama che definire ardua è un eufemismo, e tanti buchi di sceneggiatura, come ad esempio:

    - chi è il polacco morente che Mazzini va ad omaggiare?

    - perchè Domenico finisce nel carcere irpino?

    - Perchè Sigismondo esce dal carcere e vi rientra poco dopo (portando pure dei giornali,che sarebbero proibiti)?

    Si tratta di alcuni esempi...
  • Disorder • 31/12/11 11:45
    Call center Davinotti - 380 interventi
    Visto ieri sera. Dormiveglia fino all'ultima parte ("l'Alba della nazione"), nettamente la migliore a mio parere.
    Mi pare un film ben fatto, con regia e produzione generale di un certo livello ma troppo lento e criptico.
    E poi, come fatto notare già nei commenti, necessitava di sottotitoli in certe parti.

    Il grosso pregio è che si riesce a parlare di Risorgimento in modo disincantato senza però cedere alle lusinghe di quel revisionismo storico oggi di moda, che vorrebbe l'Unità come un processo deciso a tavolino e solo "subito" dal popolo.
  • Gugly • 31/12/11 12:37
    Archivista in seconda - 4713 interventi
    Parlare di Risorgimento in modo disicantato? Sì, l'intento era quello, ma la manifattura è davvero snervante: troppo lento da una parte e troppo saltellante nelle diverse storie dall'altra, con l'aggravante che, come notato da tutti, ci volevano i sottotitoli anche per alcuni dialoghi in dialetto oltre che per le lingue straniere.

    La solita presunzione autoriale che ritiene il proprio ombelico il centro del mondo ergo, non c'è nulla da spiegare al resto dei confratelli.

    Il bello è che quasi tutti gli attori provengono dalle deprecate fiction Rai, e all'inizio una fiction Rai pare...poi l'autore vuole prendere le distanze, e quindi vai di montaggio analoggico, di pause e di simbolismi chiari solo a lui!
  • Cotola • 31/12/11 12:46
    Consigliere avanzato - 3921 interventi
    E' uno di quei film che va sempre più "sgonfiandosi" nella mia mente. Prima o poi lo rivedrò e credo che il pallinaggio scenderà un po'. Di ombre comunque ce ne sono.
  • Gugly • 31/12/11 12:47
    Archivista in seconda - 4713 interventi
    Cotola ebbe a dire:
    E' uno di quei film che va sempre più "sgonfiandosi" nella mia mente. Prima o poi lo rivedrò e credo che il pallinaggio scenderà un po'. Di ombre comunque ce ne sono.


    Io già non ricordo più le diverse storie...Zingaretti sembra un Montalbano coi baffi nei panni di Crispi.
  • Disorder • 31/12/11 13:50
    Call center Davinotti - 380 interventi
    Disincantato nel senso che non ci viene proposto il solito Risorgimento eroico e perfetto da sussidiario.
    Ma per fortuna nemmeno revisionista come lo vorrebbero la Lega o i Neoborbonici.

    Però sono d'accordo, il film è nel complesso troppo lento, lungo e dispersivo.
  • Gugly • 31/12/11 14:17
    Archivista in seconda - 4713 interventi
    Disorder ebbe a dire:
    Disincantato nel senso che non ci viene proposto il solito Risorgimento eroico e perfetto da sussidiario.
    Ma per fortuna nemmeno revisionista come lo vorrebbero la Lega o i Neoborbonici.



    Non pretendevo gli eroi risorgimentali perfetti de Il nome del popolo Sovrano di Luigi Magni che però, a onor del vero, se la piglia con la Chiesa e narra la breve e tragica avventura della Repubblica Romana, ma meno elucubrazioni mentali(per non usare altre parole...) e una storia più asciutta: è ovvio che il Risorgimento è stato un periodo complesso che ha determinato la nascita dell'Italia moderna, ma non lo capirò mai se in molti parlano sottovoce e tu, regista, dai per scontato che io sappia chi sono Cristina di Belgioioso, Felice Orsini e Carlo Poerio.
    Ultima modifica: 31/12/11 14:18 da Gugly
  • Galbo • 31/12/11 14:40
    Consigliere massimo - 4024 interventi
    A mio parere il pregio principale del film è quello di evitare i "santini risorgimentali". Martone richiede allo spettatore un pò di concentrazione, e magari che si documenti anche un minimo, ma non mi pare una pretesa eccessiva, anzi.
    A chi non lo conoscesse mi permetto di suggerire sul tema la lettura del bel romanzo di Alessandro Mari, Troppo umana speranza (Feltrinelli), a mio parere davvero meritevole.