Quasi insostenibile. E dico "quasi" solo perché la presenza della bella Hunziker fa sì che, quando è presente, ci si possa concentrare solo su di lei dimenticando tutto il resto. Trama sconclusionata, storia priva di una logica apparente e attori incapaci o decisamente svogliati. Un film davvero noioso, senza una vera ragion d'essere.
Vidi questo "film" (dopo aver commentato Elio Petri, mi sembra un'offesa chiamare questo film) anni fa e ho deciso di commentarlo sia per distruggerlo a livello di trama, continuità e Giorgio Pasotti, sia per dire che ricordo le facce comiche di Bruno Colella come la cosa più simpatica e che sinceramente mi hanno fatto ridere. Solo questo: 1 punto a favore, 15 punti contro.
Il titolo fa riferimento alla simpatica abitudine "guardona" di uno dei protagonisti (Bruno Colella, unico personaggio decente). Del tutto insulsi gli altri: Pasotti e Papaleo spaesati, la Hunziker si vede poco ma dà un notevole saggio di non-recitazione (e si ripeterà nel successivo Alex l'Ariete!). Pure un cameo della Arcuri, tanto per gradire. Stranamente il finale mi è piaciuto: quello e un paio di scene divertenti salvano il tutto dallo sfacelo totale, ma resta un film da sconsigliare.
Sin dai primi minuti la commedia è improntata da gag tremende, se non banali, in cui si cerca di introdurre qualche elemento di sguaiata quanto gratuita volgarità per cercare una risata immediata. Poco può fare il cast per migliorare la situazione, nonostante Colella e Papaleo siano attori di razza e anche qui dimostrino una certa professionalità. Pasotti è ancora abbastanza acerbo ed è il personaggio più debole, mentre la Hunziker fa una particina e ha un breve nudo. Comprensibile il flop nelle sale di Cecchi Gori, abituato a incredibili exploit al botteghino.
Commediola di fine novanta senza nessuna pretesa. Bruno Colella è l'unico che si salva interpretando un bel personaggio, mentre gli altri attori sono pessimi: Papaleo svogliato, la Hunziker ci prova ma non si può pretendere. La storia è poco coinvolgente, il finale strappalacrime (si fa per dire). Non si ride quasi mai e è quindi da evitare.
Il giovane volonteroso in mano al vecchio impresario pieno di manie. Situazioni già viste, dialoghi prevedibili, mai un guizzo. Bruno Colella, regista e interprete attorniato da un Papaleo in tono minore e da un Pasotti ben poco in vena, ce la mette tutta ma i risultati sono davvero scarsi. L'unica nota positiva è la presenza in una piccola parte di una Manuela Arcuri fisicamente già strepitosa, ma è davvero troppo poco.
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