Un rapitore imbranato e una rapita ricca e volitiva: fra i due, per volontà del cielo e impegno di due angeli, deve scoppiare l'amore. Boyle cerca di reinventare la classica commedia sentimentale: l'idea di un concitato rapimento con intervento divino, in cui i ruoli mutano e si trasformano in continuazione, non è niente male. Però la realizzazione lascia a desiderare, poiché annega una storia già di per sé sciocchina in una melassa sicuramente ben shakerata ma ugualmente leziosa. Si può vedere senza rimpianti.
Forzata e piuttosto pretenziosa commedia sentimentale on the road diretta da un Boyle probabilmente vittima degli effetti collaterali di Trainspotting. Funziona poco o nulla a partire dal tratteggio dei personaggi, facili, stereotipati, con una Cameron Diaz mai così odiosa e un McGregor perennemente sopra le righe. Dinamiche piatte, regia pressoché anonima; si vorrebbe chiudere un occhio sul patetismo che aleggia nell’aria, sul ridicolo involontario e sulla retorica del messaggio, ma non ci si riesce. Il finale diabetico dà il colpo di grazia.
Un balordo rapisce la figlia dell' uomo che lo ha licenziato. Il primo film americano di Danny Boyle dopo l'exploit di Trainspotting è una commedia sentimentale originale nelle intenzioni ma scadente nella realizzazione. La storia è banalotta e la caratterizzazione dei personaggi debole. Ad aggravare il tutto una recitazione assai "caricata" e sopra le righe del cast con una Cameron Diaz letteralmente insopportabile. Meno che mediocre.
Primo film negli States diretto dal regista di Trainspotting. Il rapimento ad opera di un'addetto alle pulizie diventa una storia d'amore grazie a due angeli inviati dal cielo. Pellicola tutto sommato convincente e divertente, con molte scene ilari e che non toccano mai quella banalità che potrebbe infastidire, in vicende del genere. Azzeccata la colonna sonora.
Licenziato in quanto sostituibile con un robot, un addetto alle pulizie di una grossa azienda sequestra la figlia del capo. Lui è un imbranato dal cuore tenero, lei un'ereditiera viziata che vuol approfittare della situazione per estorcere denaro al ricco genitore... Il primo film hollywoodiano di Boyle è una commediola sentimentale farsesca con risvolti fantasy confezionata con una certa abilità ma molto deludente: il soggetto è meno originale di quel che vorrebbe sembrare e le prove attoriali convincono poco: esagitato McGregor, antipatica Diaz, sprecato il resto del cast.
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DiscussioneRaremirko • 13/08/18 21:59 Call center Davinotti - 3863 interventi
Per me un film sottovalutatissimo; l'inizio è molto molto buono, per stile e piglio.
Ne ho apprezzato molto anche gli end credits, con un'animazione che ricorda molto Wallace e Gromit.
Poi c'è la storia, che non brilla in maniera esagerata ma che è comunque riscattata da un megacast in forma.
Il dotato Boyle vorrebbe fare il bis l'anno dopo Trainspotting, ed il film è più leggero, scherzoso e scanzonato.