Un intreccio piuttosto elementare per un giallo in cui è evidente quanto al regista interessi molto di più soffermarsi sui personaggi. In particolare è la squillo del titolo italiano (che a differenza di quello originale, KLUTE, porta in primo piano Jane Fonda) a catalizzare l'attenzione. Non a caso Jane Fonda ci vinse l'Oscar con un'interpretazione sentita che porta in risalto l'umanità, di questa prostituta finita suo malgrado in un gioco più grande di lei. "Sarà stato un cliente come un altro; dopo sei mesi come vuole che me lo ricordi?" dirà a Klute (un Donald Sutherland apatico ma in parte), l’investigatore privato spedito a indagare sulla scomparsa di un ricco uomo d'affari. Pochi gli...Leggi tutto indizi a disposizione, giusto i nomi di un paio di altre squillo da rintracciare sperando sappiano qualcosa. Pakula dirige da par suo in pieno stile seventies, soffermandosi inutilmente in fasi spesso superflue, rallentando il ritmo, indugiando sul volto frizzante della Fonda, cercando in ogni modo di rendere particolare un personaggio che a dire il vero di originale ha ben poco (a meno che non si vogliano ritenere tali le noiose sedute psicanalitiche). Deludente quindi dal punto di vista dei meccanismi tipici del giallo, KLUTE si rivela poco coinvolgente, troppo sottomesso alle interpretazioni, debole pure nel finale (davvero niente di che). Restano piacevoli alcuni incontri tra i bravi protagonisti. Qualche similitudine con l'esordio di Dario Argento.
Discreto noir metropolitano che nonostante un plot non eccezionale deve la sua buona riuscita a diversi ingredienti: la bella fotografia, la notevole interpretazione di Jane Fonda che venne premiata con l’Oscar ma soprattutto l’inusuale regia di Pakula che prima di intraprendere la buia strada delle pellicole alimentari riusciva a regalarci film non banali.
Una pellicola non perfetta ma sicuramente interessante. Il ritmo è lentissimo e la storia thriller, banale e risaputa, lascia presto il posto ad una discreta analisi (soprattutto psicologica) dei personaggi. Seguire la storia con attenzione dall'inizio alla fine non è facilissimo, causa delle troppe divagazioni e di una regia elegantissima ma certamente non lineare, che gioca spesso con il rapporto sonoro/immagini finendo talvolta per spaesare lo spettatore. Notevole la fotografia e belle le musiche da thriller argentiano. Ottimo cast.
Buon thriller segnato dalla personalissima regia di Pakula che riesce a supplire ad una sceneggiatura non originale con un ritmo in crescendo, belle atmosfere noir e un'eccellente direzione degli attori; si segnala in particolare la prova della Fonda, sicuramente ad uno dei migliori ruoli in carriera e che le fruttò un meritato Oscar. Ma anche Donald Sutherland non le è da meno.
Eroico cavaliere salva donzella in pericolo. L'eroico cavaliere è un provinciale (professione: detective, ma sempre provinciale) a New York, la donzella è una squillo di lusso. Ma il meccanismo è quello, perciò si innamorano. E questo film lo si ricorda come noir (storia d'inganni, cinismo e tradimento), come thriller, ma soprattutto come una storia d'amore che sorprende nonostante la prevedibilità dei suoi presupposti. Bree è complicata, alienata e vitale: bel personaggio, ottima Jane Fonda.
È un giallo atipico perché la sceneggiatura più che puntare sull'indagine (che è banale e resta un mero pretesto per far conoscere i protagonisti) punta sul rapporto fra i personaggi, la loro atipica storia d'amore e sul carattere della prostituta e i suoi dubbi. È molto lento, zeppo di punti morti, ma comunque vedibile grazie anche alle prove di Jane Fonda e Donald Sutherland, molto bravi e misurati. Le musiche mi hanno ricordato i film di Dario Argento. Buono.
Solitamente definito thriller (o noir), mi pare più che altro un film "psicologico", perché la trama è in realtà al servizio della personalità della protagonista, con particolare riguardo non a quando recita (o come interprete teatrale o come squillo), ma quando apre la mente nelle fondamentali sedute con la psicologa. I due attori principali sono perfetti per il ruolo, con la Fonda che qui assume un raro fascino e Sutherland che fa bene la sua parte. Le divagazioni (per esempio l'acquisto della frutta) descrivono il curioso rapporto tra i due.
Un investigatore privato cerca uno scomparso, che forse aveva una doppia vita legata a una prostituta. L'intreccio giallo lascia subito il posto allo scavo psicologico, visto che il colpevole non è difficile da intuire. La coppia Sutherland-Fonda è la cosa migliore del film, insieme a un uso interessante dell'ambientazione newyorchese. Il resto è invecchiato male, dagli effetti sonori al montaggio frammentato tipico dell'epoca, come nota il Mereghetti. Il titolista italiano opera un cambio di prospettiva, mettendo la parola "squillo" nel titolo...
A Bree piace fare la squillo, è una vera professionista; le piace perché durante il lavoro è lei la protagonista, è lei a condurre il gioco. Qualcosa però non va, frequenta una strizzacervelli. A complicare le cose arriva per lei una novità: il sentimento. Il thriller è un pretesto, anche se poi non rimane troppo sullo sfondo, in verità è un "film d'amore". Tutto è prevedibile, si sa chi è l'assassino e si sa come andrà tra i due, ma non importa, l'attenzione è centrata su lei, Bree la prostituta, che ha perso tutte le sue presunte sicurezze.
La storia in sé non è poi niente di speciale, dal momento che c'è di mezzo il mondo della prostituzione femminile, ma è sul come viene resa che si gioca la partita con successo. Jane Fonda è perfetta nel dare voce alla psicologia di una squillo col cervello, contrapposta a un Donald Sutherland, nei panni inusuali di detective gigione e tenerissimo. Il finale è "non si sa se", come imprevedibile è la vita.
MEMORABILE: Le musiche "cantilenate" alla Dario Argento quando si va vivo l'assassino...
I memorabili chiaroscuri di uno strepitoso Gordon Willis donano alla pellicola la giusta atmosfera alla vicenda, in perenne bilico fra il dramma psicologico e il thriller. Pakula segue bene l'incedere dei protagonisti giocando con il ritmo: la dilatazione per creare spessore si alterna magnificamente bene a punti più tesi dove i movimenti di macchina si fanno più frenetici. Ottimo il contrasto fra la pacatezza di un sommesso Sutherland e la vivacità di una bellissima Fonda. Un film che non vola altissimo per colpa di una sceneggiatura non del tutto brillante e corrosiva.
Thriller psicologico che vede protagonista Jane Fonda in una delle sue migliori interpretazioni; quella di Bree Daniels, aspirante attrice e prostituta di professione. Accanto a lei Donald Sutherland, detective privato chiamato a cercare uno dei suoi clienti, misteriosamente scomparso. La storia è essenziale, tutta giocata sui chiaroscuri e la bravura dei protagonisti. Pakula dirige con uno stile rarefatto impreziosito dalle musiche di Michael Small.
Per indagare sulla scomparsa di un uomo, la famiglia ed il suo socio d'affari ingaggiano un ex poliziotto divenuto investigatore privato... Di modesto interesse come thriller, il film di Pakula vale come quadro d'ambiente e soprattutto come ritratto di una donna problematica, la cui fragilità psicologica si cela dietro un'illusione di controllo nei rapporti sessuali legata ad un distacco emotivo che l'incontro con un uomo pacato e gentile rischia di mettere in crisi. Ottima la prova della coppia protagonista, ma anche i comprimari, a partire dal pappone Schreider, hanno le facce giuste.
Fondamentale per la riuscita del film l'apporto di Donald Sutherland (una recitazione molto misurata la sua) e soprattutto di Jane Fonda. E' grazie a loro se il film riesce a conquistare spessore, visto che la sceneggiatura non è gran cosa in quanto riescono a rendere molto umani e credibili i rispettivi personaggi. Pakula dal canto suo dirige con mano sicura seguendo stilemi registici tipici degli anni '70. Buona la fotografia di Gordon Willis e la colonna sonora (debitrice del Morricone dell'esordio argentiano).
L’influenza dello scandalo Watergate sul cinema americano è evidente in questo neo-noir pieno di intercettazioni telefoniche e registrazioni clandestine. Un poliziesco in cui la detective-story è ridotta ai minimi termini e l’azione è sostituita dall’introspezione psicologica della protagonista femminile, prostituta d’alto bordo aspirante attrice-modella che va dallo psicanalista. E anche il detective è lontanissimo dalla tradizione hard-boiled. Interessante, pur se un po' freddino. Meritato l’Oscar alla Fonda. Splendida fotografia di Willis.
MEMORABILE: La seduzione di Klute nel letto a doppia piazza sfalsata; Le telefonate mute; La sorpresa finale; Le cantilene infantili Morricon-Argentiane.
Giocato su contrasti risaputi (il provinciale e la metropoli, il poliziotto incorruttibile e la prostituta in pericolo...) il film di Pakula risente della paranoia da Watergate (complotti e magnetofoni) ma appassiona a metà: perché il whodunit è facilmente intuibile, il lato thrilling insufficiente e anche il ritratto della protagonista, prostituta d'alto bordo tanto cinica sul lavoro quanto fragile sul lettino della psicanalista, ha perso la sua carica originale. Per gli amanti dello stile dell'epoca resta un classico da conoscere, ma invecchiato non benissimo. Misurato Sutherland.
Pakula coglie perfettamente la fobia paranoica dell'epoca e, in generale, della società americana. Il ritratto della protagonista, in pieno boom della New Hollywood, è molto azzardato e complesso nelle sue sfaccettature, nella sua doppiezza. Il film è girato molto bene, Pakula riesce a creare tensione praticamente senza mai adoperare scene di violenza. La trama gialla è però abbastanza prevedibile e questo danneggia in parte la narrazione.
Saccheggiando nella parte thriller dall'esordio di Argento (sfacciatamente per quanto riguarda le musiche), Pakula riesce a creare la giusta atmosfera per un affascinante mistero metropolitano in una New York livida e solitaria. Eppure la parte gialla è la più debole, con svolte affrettate e un colpevole subito svelato. Solo una cornice psicologica, quindi, per il notevole ritratto umano della call girl a confronto con il detective silenzioso, colmo di inquietudini e ansie di libertà. Un film di poche parole e molti sguardi dalla grande espressività. Attori meravigliosi.
Primo capitolo della cosiddetta trilogia della paranoia che ha consacrato Pakula tra gli esponenti di spicco della New Hollywood. Nonostante un'atmosfera riuscita, la componente giallo/thriller viene relegata in secondo piano rispetto al ritratto della protagonista, una squillo d'alto bordo che dietro l'apparente sicurezza di sé nasconde fragilità insospettabili, interpretata da Jane Fonda in maniera eccellente (e pensare che il ruolo era stato offerto alla Streisand!). Confezione di pregio con la fotografia di Gordon Willis e le musiche di Michael Small dai riverberi argentiani.
Il miglior film di Pakula e una delle migliori interpretazioni fornite da Jane Fonda, molto spigliata e spontanea perché si muove benissimo nella sua città. Memorabili infatti le numerose scene girate con molto realismo tra le strade di New York. Donald Sutherland è perfetto pure lui nel ruolo di un ispettore intelligente ma un po' impacciato a causa della scarsa dimestichezza con la vita in una metropoli. Su questo contrasto tra i due protagonisti si basa anche la loro storia d'amore, tormentata e provvisoria, non definitiva. Ottimo in questo senso il finale.
MEMORABILE: Bree non riesce a vedere se stessa sposata a Klute in una città di provincia: la prospettiva di andare a "rammendare calzini" non la entusiasma!
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Dvd Sinister (restaurato in hd) disponibile dal 13/03/2020.
HomevideoRocchiola • 25/02/20 14:30 Call center Davinotti - 1274 interventi
Ecco come previsto la Sinister torna sui suoi passi e ci offre la versione restaurata in HD di questo bel film. Attendiamo di visionarlo ma credo sarà un master decisamente migliore rispetto alla prima edizione.
HomevideoRocchiola • 2/06/20 10:56 Call center Davinotti - 1274 interventi
Visionato ieri sera il DVD della Sinister versione restaurata in HD. Responso assolutamente positivo e migliorativo rispetto alla precedente edizione "normale". E' probabile che abbiano utilizzato il master della Criterion che ha pubblicato il film in bluray nel 2019. Video panoramico 2.35 davvero eccellente, pulitissimo e dettagliato con immagini perfette anche nelle molte scene buie con i neri ben contrastati e profondi. Colori equilibrati e vivi malgrado gli esteri in una New York grigia e autunnale. L'audio italiano dual mono è decisamente potente nei dialoghi anche se non sempre chiarissimo. Senza ombra di dubbio la migliore edizione del film uscita sul mercato home-video italico.
Bree Daniels ha ispirato anche un omonimo personaggio ricorrente dell'universo di Dylan Dog, anche lei prostituta d'alto bordo come la protagonista Jane Fonda. La Bree Daniels creata da Tiziano Sclavi fece la sua prima apparizione nel n. 13 "Memorie dall'invisibile".
La futura star del cinema Sylvester Stallone ha fatto una breve apparizione come comparsa in questo film. È lui che balla davanti alle canne dell'organo durante la prima scena in discoteca.
Fonte: IMDb
DiscussioneZender • 22/02/24 08:02 Capo scrivano - 48273 interventi
Non metto fotogrammi né video, mi dispiace, salvo eventualmente casi eccezionali come per locandina film in episodio Colombo. Se inserisco una curiosità che non è degna di essere ritenuta tale, nessun problema, ci mancherebbe. In questo caso comunque si vede solo nello sfondo, c'è semplicemente un tizio che balla davanti all'organo, IMDb scrive che è Sylvester Stallone. Chi fosse interessato può andare al minuto 52 circa del film. Chi guarda normalmente il film, si accorgerà, dopo che Klute e Bree entrano nella sala da ballo, di una comparsa, Stallone, che balla là come ho scritto. Magari a un fan di Stallone può fare piacere questa informazione.
DiscussioneZender • 22/02/24 08:56 Capo scrivano - 48273 interventi
Pakula affermò che la sceneggiatura originariamente terminava con "Klute e Bree che ridono e si amano per strada". Jane Fonda, che interpretava Bree, si oppose al finale e, quando si rifiutò di seguire la sceneggiatura, Pakula fu d'accordo con il suo giudizio.