Gioiello di de Toth, che appena sbarcato a Hollywood dall'Ungheria sfornò 3-4 film lodevoli, prima di adagiarsi sugli allori californiani in produzioni western redditizie ma sempre nella media, pur conservando un solidissimo mestiere. Qui siamo alla prese con un noir coi fiocchi, teso e moderno (soprattutto nei dialoghi), sostenuto da una bella sceneggiatura di Bowers a cui il regista infonde scatto, ritmo, senso della suspance e una non velata critica alla middle class americana, la cui moralità di facciata è sempre teorica. Grande cast.
Non rientra nei miei preferiti e sfortunatamente la mia amata Lizabeth qui non è dark lady, ma il film risulta una buona visione. La menzione d'onore va a uno dei re del genere, il compianto Burr, che qui ci offre un personaggio veramente viscido e disgustoso; ottima come sempre la Scott, non mi ha completamente convinto Powell. Da segnalare la scena in barca sulla costa di Santa Monica e la Scott quando va a trovare Powell.
MEMORABILE: Il confronto finale Scott-Burr (veramente ben fatto).
Un assicuratore subisce il fascino di una indossatrice conosciuta durante un'indagine. Lei ricambia ma fa un passo indietro quando scopre che è sposato. La loro avventura di una notte avrà però conseguenze pesanti... Noir non particolarmente originale nella trama ma approfondito nella definizione dei personaggi e con un ottimo cast: Powell è un buon padre di famiglia ma si sente schiacciato dalla routine, Scott una donna che ha la sfortuna di incontrare gli uomini sbagliati, Burr un investigatore privato subdolo e minaccioso. Buono anche l'epilogo tra l'amaro e il rinunciatario.
MEMORABILE: Burr nell'atelier di moda; "Sa perché si chiamano avventure? Perché possono essere pericolose..."
Noir il cui punto di forza risiede non tanto nella storia ma nei personaggi, soprattutto quello della Scott che non è la solita femme fatale, ma una donna condannata dalla sua bellezza a far innamorare sempre gli uomini sbagliati, nell'ordine un criminale di mezza tacca (Barr), un viscido investigatore privato che diventerà un vero e proprio stalker (Burr, ottimo), e un assicuratore onesto ma schiacciato dalla routine famigliare (Powell, discreto). Abbastanza moderno nei dialoghi, ma con un finale moralistico e pienamente figlio del suo tempo, ovviamente imposto dalla produzione.
Un uomo come tanti, logorato dalla routine attanagliante, si lascia sedurre da una donna-pantera senza rivelare di sé molto e saranno guai, uno dopo l'altro. Noir più intimistico che altro, sviluppa un fondo moraleggiante ed ecumenico fin troppo svelato ed artificiale: i cattivi che pagano, i peccatori che scontano, i puri inattaccabili. Ritroviamo, insomma, la classica trilogia dantesca, con meno pallottole del solito e più consigli da somministrare, per una vita all'insegna della perfezione.
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CuriositàDaniela • 20/10/20 23:14 Gran Burattinaio - 5945 interventi
Esiste un gustoso aneddoto riguardo una mancata auto-censura. Quando il film non era stato ancora ultimato, venne mossa alla produzione la critica che la sceneggiatura non rispettava il Codice Hays in quanto l'adulterio non veniva punito a sufficienza. Saputo che avrebbe dovuto apportare delle modifiche all'epilogo, il regista decise di incontrare due membri della Commissione che si occupava del rispetto del Codice, dopo averli accuratamente selezionati: entrambi sposati ed entrambi con relazioni adulterine. Non si conosce cosa venne detto in occasione dell'incontro, ma dopo di esso non fu necessario apportare cambiamenti. Fonte qui (lingua inglese).
Esiste un gustoso aneddoto riguardo una mancata auto-censura. Quando il film non era stato ancora ultimato, venne mossa alla produzione la critica che la sceneggiatura non rispettava il Codice Hays in quanto l'adulterio non veniva punito a sufficienza. Saputo che avrebbe dovuto apportare delle modifiche all'epilogo, il regista decise di incontrare due membri della Commissione che si occupava del rispetto del Codice, dopo averli accuratamente selezionati: entrambi sposati ed entrambi con relazioni adulterine. Non si conosce cosa venne detto in occasione dell'incontro, ma dopo di esso non fu necessario apportare cambiamenti. Fonte qui (lingua inglese).
Stupendo aneddoto ! Non il mio preferito della divina Scott che ci offre un personaggio psicologicamente molto ricco, ma un film molto interessante senza dimenticare il mitico Burr.