The gift - Film (2000)

The gift
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MMJ Davinotti jr
Titolo originale: The gift
Anno: 2000
Genere: thriller (colore)
Regia: Sam Raimi
Note: Aka "The gift - Il dono".
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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Billy Bob Thornton ha reso servigi migliori a Sam Raimi come attore (vedi l’ottimo SOLDI SPORCHI) che come sceneggiatore. E anche se in THE GIFT non è solo la sceneggiatura a non funzionare, va detto che è da essa che hanno origine i maggiori problemi. Problemi che comprendono una Kate Blanchett sempre sull'orlo del pianto, un trascinamento eccessivo di sguardi languidi e dialoghi vuoti, una storia d’impostazione thriller che fa acqua da tutte le parti e sembra costruita apposta per lasciare a Raimi qualche sprazzo di cinema horror senza però “comprometterlo”. Un lavoro nato per apparire “carino”...Leggi tutto a tutti i costi, il più possibile compassionevole. Una struttura elementare che Raimi farcisce con compiacenti “voli” sui paesaggi boschivi della provincia, accompagnati dalle prevedibili musiche suadenti che accomunano gran parte di questi film che vogliono raggiungere la massa non attraverso roboanti effetti speciali ma con la leggerezza, la dolcezza pronta a spezzarsi per gli improvvisi interludi drammatico-orrorifici. Quando Raimi si ferma a metà strada tra i generi (vedi il poco felice cross-over del sopravvalutato L’ARMATA DELLE TENEBRE) produce film mediocri, come un regista qualsiasi cui affidino ingenti capitali. Tutto gira attorno alla Blanchett, protagonista indiscussa che viene in contatto coi tanti sospetti, uno dopo l'altro (ma il colpevole, andiamo, lo si intuisce subito!). Keanu Reeves ha una parte marginale e infelice, costretto a inventarsi un “cattivo” maldestramente motivato. Il classico prodotto di seconda mano banale, fiacco e irritante. Davvero superfluo.

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Undying 12/04/07 00:55 - 3807 commenti

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Raimi è un genio? Di certo è un regista che ha saputo (furbescamente) cavalcare l'onda del successo. E' partito da un casolare nel bosco e, con quattro amici, ha qua ambientato quel film ruffiano dal titolo La Casa. Era il 1983 ed il genere dava buone probabilità di cavalcare l'onda del successo: specialmente spingendo sul pedale del disgusto. Poi ha girato La Casa 2, sorta di remake avvallato da De Laurentiis (e quindi più curato visivamente). L'Armata delle Tenebre è un film "elementare". The Gift è semplicemente mediocre, anzi: inutile.

Galbo 4/11/07 07:55 - 12392 commenti

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Nonostante gli illustri nomi impiegati nella produzione del film (sceneggiatore, regista, interpreti) The Gift è forse il film meno riuscito e personale di Sam Raimi. Ambientato in una torbida e misteriosa provincia americana (un po' come nel molto più riuscito Soldi Sporchi) il film riesce a creare una buona tensione nella prima parte (pur tra varie incongruenze nella sceneggiatura che appare deficitaria in più punti) ma poi si banalizza parecchio giungendo verso un finale scontato e prevedibile. Brava la Blanchett.

Cotola 24/03/08 00:58 - 9043 commenti

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Deludente film di Raimi il cui punto debole più evidente è quello di non essere né carne né pesce. Colpa, per la maggior parte, di una sceneggiatura che non sa che pesci prendere e che per troppo tempo non imbocca alcuna via precisa (e quando lo fa è ormai troppo tardi per risollevare la baracca). Anche la Blanchett (sprecata) in questa occasione non offre certo una prestazione memorabile. Tuttavia qua e là qualcosa si salva e si vede la mano di un regista che comunque non è di grana grossa come molto suoi colleghi.

Redeyes 24/05/08 09:24 - 2449 commenti

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Film che è intriso di una buona tensione ma che pecca, poi, di un senso compiuto, che semplicemente vuol significare che non prende una posizione ben definita. Il cast, tutto sommato, funziona abbastanza bene, anche un Reeves finalmente cattivo (per quanto in alcuni passaggi risulti un po' troppo forzato). Blanchett decente, anche se, a sua volta, non appare sempre naturale. Alcuni momenti del film non convincono appieno e da Raimi, in tutta onestà, qualcosa di più me lo aspetto.

Stefania 29/05/09 01:09 - 1599 commenti

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È inutile: quando si fa un thriller con elementi di "paranormale", bisogna che uno ci creda, all'incredibile, e che faccia in modo che ci crediamo anche noi. Inutile e irritante restare "in limine", usare l'inspiegabile solo come ciliegina per decorare una torta poco appetitosa... Penso che Reeves sia in genere un attore mediocre, ma qui, come "white trash", non è mica male. Invece la Blanchett stiracchia le labbra e sembra sperduta: mica ci crede neanche lei!
MEMORABILE: Keanu Reeves, perché ha fatto il meglio che poteva.

Nando 2/06/10 18:05 - 3814 commenti

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L'atmosfera plumbea ed inquieta della provincia americana emerge in questo film che mescola il thriller con il soprannaturale. Il risultato non è eccellente nonostante un cast che annovera buoni interpreti. La Blanchett nel ruolo di veggente non è malaccio ma Reeves è poco credibile in quella del bullo manesco di provincia; sprecata la Swank come moglie frustrata. La narrazione è lineare ma purtroppo prevedibile.

Belfagor 7/06/10 10:32 - 2690 commenti

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Sembra un buffet con troppi vassoi e troppe poche tartine: medium, famiglie instabili nella provincia americana, white trash, intolleranza, rapimenti... non sarebbe una cattiva idea, se solo non venisse affrontata in modo così grossolano. Ondeggiando fra il poliziesco e il sovrannaturale, Raimi non prende mai una posizione chiara, come se fosse uno studente svogliato che non sa come strutturare un tema. Il cast, ricco di nomi famosi, non basta a nobilitare questo mediocre thriller.

Capannelle 14/06/10 10:13 - 4411 commenti

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La prima visione scorre abbastanza bene anche se non mancano momenti di pausa e ovvietà nel narrato, alla seconda visione rimane poco. La cosa migliore sono un casting azzeccato (Swank a parte) che riesce ad associare le giuste facce anche ai caratteri minori e la raffigurazione di quel laghetto maledetto. Quello che non convince sono i passaggi dove reale e metafisico sono allegramente combinati senza troppo costrutto e il finale alquanto telefonato. **

Buiomega71 23/02/11 18:43 - 2910 commenti

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Ormai Raimi lo si era perso da un pezzo: prima Gioco d'amore, poi un ottimo sussulto (Soldi sporchi) e infine le boiatone di Spiderman. The gift è una via di mezzo: ottimi momenti intercalati da terribili cadute di tono, le fasi processuali come nei più triti "legal thriller", poca tensione e uno sciapo finale da telefilm. Restano le buone atmosfere degli Stati Uniti del sud e il ruolo carognoso di Reeves. Ma non basta l'apparizione incubo dello spettro della Holmes a far tornare alla mente i demoni sumeri di La casa. Mediocre e poco altro.
MEMORABILE: Ribisi che dà fuoco al padre: scena terrificante che ridesta dalla noia.

Giacomovie 28/11/11 16:48 - 1398 commenti

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Un buon cast (non al meglio) ed una discreta suspence possono bastare a fare un buon thriller? Non sempre se, come in questo caso, il regista si limita allo stretto necessario senza credere più di tanto nelle proprie capacità. Il film mette curiosità ed ha qualche colpo ad effetto, ma ha anche qualche suggestione di troppo e momenti in cui gira a vuoto. Cerca di stupire con una trama senza originalità che lascia il solo messaggio che è meglio non avere certi “poteri”. Sembra che siano quasi gli attori ad aiutare il regista e non viceversa. **

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Minitina80 3/12/15 09:08 - 2984 commenti

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Se non fosse scritto nei crediti verrebbe difficile attribuire la pellicola a Sam Raimi, tale è la distanza stilistica dai suoi lavori più celebri. Sembra volutamente ammorbidito per compiacere il grande pubblico e ha l’aspetto di un lavoro di passaggio in cui non mette molto di suo. Detto questo è comunque un thriller sul soprannaturale dignitoso e al di sopra della media. L’impostazione è quella classica, ma si lascia seguire lo stesso con interesse fino alla scoperta del fatidico assassino.

Pinhead80 8/05/16 14:05 - 4760 commenti

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Ci sono tanti modi per vivere un dono: per esempio esserne felici, oppure sentirlo come una condanna che peggiora la qualità della vita. Raimi si muove nel soprannaturale con difficoltà dimostrando che cambiare genere non è cosa semplice e soprattutto che non è cosa da tutti. La trama non convince più di tanto e a tratti appare chiaro come le idee in fase di sceneggiatura siano confuse. Gli attori ce la mettono tutta per salvare la baracca, ma il risultato rimane mediocre.

Jdelarge 12/06/20 14:13 - 1000 commenti

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Buon film diretto da Raimi, che si avvale di un ottimo cast d'attori puntualmente immerso nelle ambientazioni nebbiose care al regista. Una bigotta provincia americana fa da sfondo a una vicenda che vede protagonista una cartomante che deve fare la guerra contro i propri sensi di colpa e i pregiudizi dei concittadini. Regia nella norma, in cui molta importanza viene data alla componente sonora. Nessun picco di qualità degno di nota, ma la confezione è ineccepibile. Deludente il finale.

Lupus73 23/07/20 10:07 - 1494 commenti

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Regia piuttosto inusuale per Raimi (se parliamo di questi soggetti) che lascia da parte ogni eccesso kitsch-horror-gore e persino il macabro sarcasmo (e humor noir) per un thriller soprannaturale dai toni drammatici con protagonista una cartomante in un paesotto rurale americano; ed è presto "caccia alle streghe". Tutto somato bilanciato e non così male (pur senza farci gridare al miracolo), con una sceneggiatura interessante arricchita dal colpo di scena verso la fine. La confezione è un po' troppo standard e mancano i marchi di fabbrica del regista.
MEMORABILE: Il contrasto tra la razionalità del processo e gli indizi "visionari" della protagonista; Reeves/bifolco bruto; La OST a base di violino folk.

Anthonyvm 24/09/20 16:10 - 5689 commenti

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Raimi, poco prima del definitivo sposalizio col mainstream di Spider-man, si dedica a un paranormal-thriller poco originale (siamo nell'epoca post-Sesto senso, ma si sente pure l'aroma del fulciano Sette note in nero), ma sufficientemente intenso, che conta alcune scene forti (gli abusi del detestabile Reeves, il rogo del padre pedofilo) e un cast di tutto rispetto (la Blanchett riesce a dare sostanza anche a ruoli scontati). Dispiace che lo script perda i pezzi durante il finale, non tanto per la prevedibilità dei twist ma per certi subplot lasciati in sospeso. Comunque pregevole.
MEMORABILE: La cattiveria di Reeves, improbabile bifolco sciovinista; Il cadavere della Holmes "guarda" la Blanchett; Il processo; Il climax conclusivo al lago.

Enzus79 11/06/21 20:17 - 2896 commenti

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Thriller, giallo e paranormale si fondono in questo discreto film diretto da Sam Raimi. Sarebbe al limite del perfetto se ci fosse un colpo di scena degno di nota, dato che quello ci viene presentato è preventivabile già a metà storia. Poco emozionante, con personaggi che trasmettono scarsa empatia, benché Cate Blanchett offra un'interpretazione con i fiocchi.

Caesars 23/05/22 11:50 - 3790 commenti

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Abbastanza riuscita questa pellicola di Raimi, che pur avendo un colpevole ampiamente prevedibile (troppi pochi i sospettabili per essere depistati) può vantare una buona realizzazione tecnica e valide prove attoriali (anche se la Blanchett, sempre brava, è troppo spesso in lacrime). Le atmosfere, tratte da un soggetto di Billy Bob Thornton, hanno un che di kinghiano e ciò aiuta a creare il clima di mistero dentro alla piccola cittadina di provincia. Non certo un capolavoro ma, con un pizzico di generosità, si può definire buono.

Herrkinski 20/08/22 21:21 - 8112 commenti

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"The Gift" sta a Raimi come Sospesi nel tempo stava a Jackson: un ultimo prodotto interlocutorio, con un piede nei film di genere e uno nel mainstream che entrambi abbracceranno subito dopo. Raimi se non altro sceglie una narrazione drammatica e un'ambientazione sudista ben resa, usando l'elemento soprannaturale alla maniera di Il sesto senso e affini, a lambire il passato horror; l'indagine poliziesca e i momenti da legal-thriller però, pur ben resi da un cast intenso, danno un taglio para-televisivo alla pellicola, non riscattata da un finale piuttosto fiacco. Comunque discreto.

Katullo 21/08/22 04:49 - 329 commenti

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Curiosa la Swank nella sua parte di moglie succube di un Reeves raramente cattivo, come poi dimostrerà anche in questo caso; plauso per Ribisi, attore sottovalutato dalle grandi potenzialità mentre la Holmes, Kinnear e Simmons fanno ciò che gli si chiede, stop. La Blanchett si discute poco, è troppo bella, al pari della sua bravura. Ciò che barcolla risiede quasi tutto nella sceneggiatura, non solo per la prevedibilità del mistero, quanto per alcuni input che non sfociano, mentre il melodramma è sempre dietro l'angolo. Comunque passabile, di thriller peggiori ce n'è a bizzeffe.

Rambo90 5/10/22 01:44 - 7697 commenti

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Gran calderone di ingredienti in cui però nessun elemento convince appieno. Si fa seguire la prima parte nel tentativo di capire dove si andrà a parare, ma le cose si fanno soporifere nella inutile parte processuale ed è arduo riconoscere guizzi di Raimi nella regia, persino nei momenti più dark. Grande prova comunque quella di una magnetica Blanchett, circondata da una gran parata di nomi tra i quali però nessuno esce dalla caricatura o dal bozzetto. Mediocre.

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Pumpkh75 12/04/23 14:33 - 1749 commenti

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Un Sam Raimi che fa e disfa a raffica non sapendo esattamente dove andar a parare: troppi argomenti di corredo impostati come cardini (pedofilia, violenza sulle donne, anche una divagazione legal thriller alquanto maldestra), finisce con il prosciugare completamente una parte soprannaturale che già di suo partiva gracile e rinsecchita. Ci rincuora un po' il cast, tutti attori di livello tra i quali nessuno però tira fuori la prova della vita. Deve parte della sua fama al topless della Holmes: non serve aggiungere altro. Gran bel film, ma solo sulla carta.

Daniela 27/04/23 17:00 - 12662 commenti

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Il dono del titolo è la chiaroveggenza: la possiede la protagonista, vedova con figli da mantenere, che se ne serve per campare leggendo le carte ma la metterà nei guai quando farà scoprire alla polizia il cadavere di una ragazza assassinata... Thriller sovrannaturale con qualche pregio ma anche vari difetti, a partire da una sceneggiatura effettistica fino alla prestazione poco convincente della troppo tremula Blanchett. La tensione regge nella prima parte ma, da un certo punto in poi, il vero colpevole diventa troppo prevedibile e questo ammazza l'effetto del colpo di scena.
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