Snarveien - Film (2009)

Al recensore mentalmente-pigro la Norvegia fa venire in mente tre b: boschi, bionde e black metal. E questo bel filmetto sazia la fame d'ovvio calando nel prologo lo scontato tris che prevede una foresta ripresa dall'alto, una bionda segregata ed il metal per soundtrack. Ma per Eskeland evidentemente repetitia non iuvant e con la sua Snarveien (deviazione) decide di prender la via del lento-disvelamento più che dragare i soliti fiumi di sangue transalpini. Fra drogati di snuff, poliziotti pedanti e vecchine lynchane salta fuori che la Norvegia non è poi quel gran posto per passarci le vacancy.

Coppia diretta ad una festa viene costretta, causa strada interrotta, a percorrere altra via, senza sospettare quel che l'aspetta. Niente da fare: i norvegesi oramai, pur scopiazzando a destra (Texas chainsaw massacre) e sinistra (Vacancy), sanno realizzare pellicole con i fiocchi, forti di scenografie appropriate, sempre adatte ad un film thriller (il bosco e la strada solitaria). Ottimi gli interpreti e decisamente in parte il gruppo di schizzati. Unica nota di demerito, il finale buonista e scontato. Per il resto Snarveien (ovvero, tradotto, deviazione) costituisce 70 minuti di gran cinema.

Sostanzialmente, Snuff 102 all'acqua di colonia, senza velleità sociologiche e recintato dall'ennesissimo script deliverance-savage-bad travel: con la destra i buzzurri del bosco brandiscono mannaie o pistole e con la sinistra l'occhio che ne uccide più della lama. L'improbabile è naturalmente a mercato più che buono (tutti i boschi monitorati! Essù!!), e si snoda nella solita carambola di hunting acchiapparella hideandseek soggettive a go-go riprese a yo yo prima di approdare a un finale tutto ketchup: ok, poco torture e molte virtù, ma che par di polpette!

Poco più che un compitino, fatto bene, certo e con un certo piglio registico. Ma pur sempre un compitino, che si svolge su percorsi ultra-sperimentati, introducendo ben poche innovazioni allo schema forse ormai troppo logoro del survival-torture. Il cinema scandinavo ha fatto e sta facendo di meglio. Guardabile, ma anche trascurabile.

Ormai ogni bastardo sadico e torturatore che si rispetti è diventato supertecnologico (magari così può anche unire l'utile al dilettevole come in questo caso) e, se una coppietta si smarrisce in una selva oscura, può succedere che sia controllata con telecamere ad infrarossi, capaci di una copertura degna del caveau della Banca d'Italia. Horrorino nordico poco originale e anche prevedibile negli sviluppi, però ben girato e ben interpretato (molto brava la biondina protagonista, ed anche gli altri hanno le facce giuste), così da farsi seguire con piacere nella sua breve durata.