Malriuscito, perché eccessivo. Non male la partenza, con l'inizio del giallo. Cucciolla ha la faccia giusta. Purtroppo ad un certo punto si comincia a spingere troppo sul pedale dell'eccesso (il sospettato inseguito, contemporaneamente e palesemente, da Polizia, Carabinieri ed Esercito!) e non si finisce fino al termine, con una coincidenza conclusiva involontariamente umoristica. Alla fine dei conti le cose migliori sono i quadretti (solo alcuni, si badi bene!), fra i quali quello citato da Giusti (il comizio di Sofia). Guardabile e nulla più.
L'inizio è buono ed intrigante ed il film regge bene almeno fino a metà: poi si sfalda un po' forse a causa di qualche esagerazione nell'uso del registro grottesco e di qualche forzatura narrativa. Peccato poiché poteva essere
molto interessante anche per il discorso che cerca di portare avanti che a volte però si fa poco lucido e un po' troppo qualunquista. Cast "stellare" probabilmente però più interessante sulla carta che nella resa. Forse nelle mani di un
regista e di uno sceneggiatore più sapiente, avrebbe ottenuto ben altra resa. Ma, a mio avviso, è comunque più che guardabile.
Una trama più lineare avrebbe giovato al film di Scarpelli, perché alcuni spunti di denuncia sono interessanti (il rigido formalismo di certi magistrati e un giornalismo fatto di punti esclamativi, aggettivi e iperboli), ma vengono indeboliti da alcune esagerazioni nel registro grottesco e da alcune inverosimiglianze nell’intreccio. Comunque il dualismo tra l’ampolloso Noiret e Cucciolla (uno dei migliori interpreti del filone "giudiziario") regge bene. Più che buono il cast di contorno.
MEMORABILE: "[Il commissario] è un radicale, un riformista, crede nella politica del centrosinistra... È rimasto l’unico in Italia!"
Classico film di denuncia del tempo, spinto sul lato grottesco e interpretato da un cast da brividi ma privo del cinismo necessario a tali operazioni e declinato senza nessun vero spunto degno di nota. Il tono, insomma, si tiene a buon livello grazie alla batteria di caratterizzazioni (bene Noiret, Stander e il comparto di attrici) e, però, i topoi adottati non si distaccano molto dalla produzione media del periodo (l'ipocrisia, il perbenismo esibito e smentito dalla vita privata, il poliziotto buono...) dipanandosi con prevedibili meccanismi drammaturgici.
Indubbiamente curioso ma blando, senza un timbro registico e narrativo che gli conferisca un carattere proprio. L'esordio del fratello di Furio Scarpelli echeggia titoli di ben altra incisività (da Indagine a Detenuto in attesa di giudizio), portando avanti la sua tesi kafkiana con un registro grottesco che pian piano implode su un repertorio di irresoluta commedia sociale. Peccato la notevole galleria di personaggi, dal "giocatore" di De Sica al viscido giudice di Noiret, alla maîtresse à penser Macha Meril, dalla "vedova bianca" della Tolo a quella "nera" della Coluzzi.
Deludente, se si considerano le aspettative generate dall'ottimo cast e dall'inizio, che prometteva un film decisamente più interessante di quanto non lo sia davvero. Dopo l'incipit invece si fa spesso confuso, pieno di scene a vuoto. Il grottesco di cui si permea la seconda parte del lavoro è materia difficile, che il regista dimostra di non saper usare al meglio. Ne viene fuori dunque un film scialbo, come scialba è la sceneggiatura, la fotografia e la prova del cast in generale, al di là dei nomi altisonanti. Cucciolla nel solito ruolo mite stavolta non convince. Mediocre.
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Sul sito di "Gente di rispetto" viene detto che nel film in oggetto, l'avvocato interpretato da Lionel Stander cita il caso di William Berger & moglie (rinchiusi nel manicomio criminale di Pozzuoli, dove la donna morirà)descrivendone minuziosamente i fatti.
Quella vicenda ha dell'incredibile e il fatto che questa pellicola ne parli la rende comunque da vedere.
Caesars ebbe a dire: Sul sito di "Gente di rispetto" viene detto che nel film in oggetto, l'avvocato interpretato da Lionel Stander cita il caso di William Berger & moglie (rinchiusi nel manicomio criminale di Pozzuoli, dove la donna morirà)descrivendone minuziosamente i fatti.
Quella vicenda ha dell'incredibile e il fatto che questa pellicola ne parli la rende comunque da vedere.
Ne parla, ma solo per 30 secondi.
Il film è mediocre.
DiscussioneAlex75 • 27/02/17 17:41 Call center Davinotti - 710 interventi
Caesars ebbe a dire: Sul sito di "Gente di rispetto" viene detto che nel film in oggetto, l'avvocato interpretato da Lionel Stander cita il caso di William Berger & moglie (rinchiusi nel manicomio criminale di Pozzuoli, dove la donna morirà)descrivendone minuziosamente i fatti.
Quella vicenda ha dell'incredibile e il fatto che questa pellicola ne parli la rende comunque da vedere.
Una storia tristissima (i manicomi criminali erano strutture medievali quanto le carceri italiane) di cui non sapevo nulla. L'avvocato definisce erroneamente l'austriaco William Berger come un "attore americano".