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Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Oliviero (Porro) ha dodici anni ed è figlio di una coppia di ex sessantottini ritrovatasi con nulla in mano: lui (Haber), pittore in disgrazia, vive coi soldi che gli passa mensilmente il padre dentista, lei (D'Obici) ha da tempo abbadonato ogni speranza di poter fare qualcosa di costruttivo. Del figlio poco si occupano (giusto lo stretto necessario) e quando questi un giorno coosce in casa una straniera (Gadsden) amica dei genitori che pare avere delle simpatie per lui, ci finisce a letto (!) col risultato di metterla incinta (!!). La mamma di Oliviero spinge per l'aborto, ma la strana coppia decide invece di tenere il bambino. Nasce così il piccolo Cristiano detto "Pisello" (Peraboni). Non passa...Leggi tutto però molto tempo prima che la donna riparta per il suo paese e chi s'è visto s'è visto, con Oliviero che si ritrova a crescere il figlio praticamente da solo. Il tutto è raccontato con inevitabili toni favolistici che smorzano ovviamente ogni componente legata al sesso lasciando come traccia solo un paio di nudi (uno integrale) della formosa straniera, flebile testimonianza di un rapporto difficile da credere. D'altra parte anche l'assoluta inanità dei due freschi nonni sembra voler spingere sul versante surreale, con esiti non sempre felici. Haber mostra un'evidente incapacità nell'educare il figlio al punto che i ruoli sembrano invertirsi: chi si addossa il peso delle scelte, chi cerca di trovare una collocazione all'interno della società accettandone le regole pronto a trovarsi un lavoro per sostenere a dovere il proprio figlio è Oliviero, non certo suo padre. L'accusa di Del Monte a un'intera generazione (o meglio a una parte di essa) è evidente e mai assolutoria, nonostante un'ultima parte in cui una riconciliazione ideale si tenta. Invece il circo di personaggi che si succedono grotteschi sulla strada di Oliviero (da Leopoldo Trieste barbone che parla con gli animali dello zoo all'infelice gestore del luna park in disarmo interpretato da Eros Pagni) ricordano più da vicino un'impostazione da favola collodiana e conducono al lungo finale in cui più vorrebbe affacciarsi una certa poesia bucolica in contrasto alla vita "adulta" e disillusa della metropoli milanese. Del Monte gioca a fondo la carta ruffiana della tenerezza lasciando che il piccolo Peraboni (ripreso da quando ha 4 anni, con suo padre cresciuto quindi fino a 16) si prenda la scena con le sue dolci proteste da bimbo comunque educato e gentile confezionando un film tendenzialmente dedicato ai più giovani (almeno a non volerci leggere troppi messaggi) ma che non trova modo di brillare, senza personaggi di contorno che sappiano rendersi interessanti, un Haber spaesato (quantunque talvolta divertente nei suoi cinici dialoghi col figlio), una D'Obici nella norma e un Porro in evidente affanno recitativo. Mazzarella (solo un cameo) è il "palo" professionista, incontrato una sera in un locale dalla bizzarra coppia di minorenni in fuga.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 22/10/12 DAL BENEMERITO KANON POI DAVINOTTATO IL GIORNO 2/01/18
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Kanon 22/10/12 23:30 - 604 commenti

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Sgangherata e surreale favola metropolitana all'incovercio, in cui gli adulti sono per la maggior parte da buttar a mare, privi di bussola e di contro i ragazzi son già tutti d'un pezzo. Un Voltati Eugenio (anche qui musica Carpi) polarizzato e più pragmatico che purtroppo esaurisce molto (ma non tutto) del suo appeal nella prima ora. Simpatici i confronti generazionali genitori vs figlio e tenerissimo davvero il piccolo Peraboni. Pagni, con baffi e sopracciglia posticce, pare Sal Borgese.
MEMORABILE: L'ex '68ino Haber tenta di far capire al figlio l'importanza del contestare gli insegnanti.

Tomastich 30/01/14 13:24 - 1255 commenti

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Favola surreale come raramente se ne sono viste in Italia; merito del maestro Peter Del Monte, che assegna ai bambini ruoli positivi e agli adulti ruoli negativi. Film anti-sessantottino per eccellenza: la morale che ne scaturisce è che chi ha impegnato i propri anni per chimere politiche ha solo perso tempo a discapito dei figli, più avanzati ed emancipati dei propri genitori. Naturalmente tutto è da leggere con il filtro del rovesciamento, resta tuttavia un pezzo di cinema (e di Milano) da riscoprire.

Fauno 21/03/16 18:42 - 2208 commenti

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Più credibile come favola che come film, tanto che la paternità di un tredicenne è perfino l'assurdità più credibile. Sono le reazioni dei nonni e della madre a lasciare esterrefatti, come tutti quei personaggi strambi incontrati sulla strada; e in effetti questo è un film senza fissa dimora, ove vagabondaggio, improvvisazione e poca responsabilità sono elette o perlomeno accreditate come arte. Tanto che alla fine il primo a stancarsene è l'adolescente-padre, che accetta di dover crescere non più degli altri, ma al posto degli altri.
MEMORABILE: Ci manca solo che per mangiare dobbiamo imitare gli animali allo zoo e farci allungare le banane...

Markus 31/08/20 19:29 - 3682 commenti

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Milano primi Anni ‘80 fa da cornice a una favola figlia del cosiddetto riflusso: quel mettere da parte la protesta sessantottina - ormai alle cortissime - per afflosciarsi in un più comodo borghese benessere. In fondo la vicenda racconta di un bambino che, divenuto padre con una donna che potrebbe essere sua madre, insegna a vivere ai suoi genitori rimasti ancorati a una giovinezza ribelle che li ha resi dei falliti nella società. Spunto iniziale curioso, ma l’opera prende la via di un surreale racconto altalenante che in fondo delude. La coppia D’Obici/Haber incarna bene i ruoli.

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  • Discussione Buiomega71 • 23/10/12 00:49
    Consigliere - 25933 interventi
    Infatti il film e del 1981, NON del 1983!
  • Discussione Zender • 23/10/12 09:19
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Che il film sia del 1981 è fuori discussione, ma il discorso resta sempre quello: noi non mettiamo l'anno del film quanto invece quello della prima proiezione pubblica che secondo Imdb avvenne appunto nel gennaio 1983. L'Anica lo dà però come del 1981, e credo potremmo concordare che l'anno sia quello, visto che il film è una coproduzione nostra. Guardando poi nell'archivio Stampa si capisce che faceva parte della Mostra del Cinema di Venezia e che venne proiettato domenica 6 settembre 1981 in Sala Grande. Qindi l'anno è il 1981.

    Ovviamente Kanon non ha sbagliato a scrivere 1983, visto che chi agisce sotto l'ombrello protettore di Imdb qui da noi non sbaglia mai per definizione.
    Ultima modifica: 23/10/12 09:20 da Zender
  • Curiosità Zender • 7/10/16 18:34
    Capo scrivano - 47727 interventi
    Dalla collezione "Sorprese d'epoca Zender" il flano del film:

  • Curiosità Fauno • 8/03/17 17:20
    Contratto a progetto - 2742 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, un altro flano del film:

  • Curiosità Fauno • 13/03/17 00:33
    Contratto a progetto - 2742 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, un altro flano del film:

  • Homevideo Buiomega71 • 14/07/17 11:28
    Consigliere - 25933 interventi
    In dvd per 01 Distribution, disponibile dal 12/10/2017

    https://www.amazon.it/dp/B073X5T2X7/ref=sr_1_404?s=dvd&ie=UTF8&qid=1500024394&sr=1-404
  • Curiosità Fauno • 5/11/17 00:04
    Contratto a progetto - 2742 interventi
    Dalla collezione cartacea Fauno, un flano del film: