Firenado - Film (2023)

La prima cosa che fa sorridere è come si cerchi a parole di spostare l’ambientazione negli Stati Uniti (la radio parla di Texas, si cita Jefferson, nel furgone dei protagonisti è appesa una grande bandiera americana) quando siamo chiaramente in Scozia. Al di là della guida a destra e nonostante i titoli di coda si guardino bene dallo svelarlo, gli splendidi paesaggi sono quelli del verde nord del Regno Unito (si vede bene la meravigliosa vallata di Glen Coe) e sono probabilmente l’unico punto di forza di un catastrofico davvero pessimo, che maldestramente mescola la caccia a un tornado infuocato con le avventure di un contabile della mafia (Godfrey) braccato in casa...Leggi tutto da un gruppo di criminali mascherati che vogliono i suoi soldi.

Ma andiamo con ordine: dopo un prologo nel quale si anticipano disastri che mai vedremo (c’è pure un Boeing che finisce nell’occhio del ciclone di fuoco), si comincia col presentare il gruppo di scienziati che stanno per cimentarsi in un rivoluzionario esperimento (di dubbia utilità peraltro, dal momento che sarebbe ben più utile ottenere l’effetto contrario a quello voluto): lanciano un drone all’interno di un modesto tornado per disperdervi all’interno impulsi elettromagnetici in grado di accrescerne le dimensioni. La cosa funziona, tanto che uno di loro (colui che comandava il drone) ci viene risucchiato dentro scomparendo per sempre. Poco male, non era una cima e dopo un breve pianto isterico della più giovane, Anna (Altman), nessuno se ne ricorderà più.

La coppia più in età, composta dal dottor Devlin (Wynn-Davies) ed Helena (Wright), guida a questo punto il furgone (Anna sta nel retro) all’inseguimento del ciclone, che promette di far bei danni nelle vicinanze; ancor di più quando, passando per una stazione di servizio, la distrugge prendendo fuoco (un fuoco perenne, alimentato da non si sa bene cosa). I tre scienziati rimasti, a questo punto, corrono verso le case dei dintorni (due o tre nel raggio di chilometri) per avvertire chi vi abita di scappare. Macché, quelli non ci credono fino a quando non si trovano il tornado sulla testa, che in buona parte se li porta via.

Arrivati alla terza casa isolatissima da avvisare del pericolo, Anna entra e chi ci trova? Il contabile della mafia di cui sopra, che stava fronteggiando una bella home invasion di cattivoni armati. Ci credereste? I due si scambiano effusioni tra una pistolettata e l’altra prima di trasferirsi con gli altri nella residenza al mare del contabile (un castello!), inseguiti sia dai criminali impazziti che dal tornado infuocato, così da poter continuare a gestire i due pericoli insieme.

In tutto questo la fotografia dipinge di rosso uniforme la scena notturna (si immagina che la colpa sia del fuoco) mentre tra le stanze di casa si spara, si sanguina, si urla… Un mix delirante di noir d’azione e catastrofico che a tratti sembra appena superiore alla media (merito forse delle belle location scozzesi) ma che immancabilmente presta il fianco a una serie infinita di critiche, a partire dalla recitazione e dalla miseria di un tornado che, a ben guardarlo, pare più una nera colonna di polvere e immondizia fumante, spesso inchiodata a terra che non la smuovi. La sceneggiatura è tremenda, le lunghe scene in casa che dovrebbero generare tensione fan quasi assopire. Poi d’improvviso una ragazzina centrata in testa da un colpo mortale, tanto per gradire e magari per far vedere che no, noi non ci fermiamo di fronte a niente. Il finale, col tornado che se ne scema da solo svanendo, è in linea col resto e ti lascia lì a chiederti se la produzione abbia letto fino in fondo il soggetto. Perché già a subire il film inerti di fronte allo schermo non è impresa da poco…

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