La paura qui non esiste, neppure un minimo di tensione. È solo un banalissimo film adolescenziale con uno spunto mediocre (la ragazzina innocente che si innamora dello psicopatico), l'obbligatoria scena di sesso, la vita di lei rovinata e la famiglia perseguitata etc. etc. Mediocri gli attori (eccetto Wahlberg), piattissimi i personaggi e la storia; un minimo di interesse nell'epilogo, in cui il pazzo tenta di entrarle in casa; ma il tutto si conclude nel modo più stupido possibile e anche l'apparente originalità è persa. Da evitare.
.Ha degli enormi difetti (gli attori sono abbastanza giovani e non sempre tanto credibili, alla fine sembra che l'unico personaggio "intenso" sia quello della protagonista, ingenua ma fino ad un certo punto). Il cast più navigato è mediocre, come mediocre è l'atmosfera che "permea" questo thriller (?) tipicamente di fine anni 90.Fa da cornice la solita mega-villa questa volta con vista sul lago e dotata di corposa piscina. Non memorabile, ma neppure una tragedia.
Veramente mediocre questo thriller diretto dal pur buon regista James Foley. Mark Wahlberg è assolutamente poco credibile nella parte dello psicopatico ed è in genere l'impianto narrativo a reggere assai poco con un'andamento assolutamente scontato e prevedibile e un gruppo di attori (a parte Wahlberg) pochissimo in parte.
Wahlberg è credibile nei panni dello psicopatico, ma la trama non ha consistenza né originalità. Nella prima parte il film procede nell'anonimato e nella banalità, con buoni attori che non sembrano convinti del materiale con cui lavorano. Si risolleva un po' nella seconda parte con l'irruzione della banda in casa dei protagonisti, ma l'uso non sempre oculato degli effetti speciali rende le scene di tensione artificiose. C'è qualche scena ad effetto, ma il risultato finale è appesantito da un sentore di già visto.
Modestissimo thrillerino in cui tutto va come previsto dall'inizo alla fine ed in cui è quindi vano cercare un pò di tensione. Più dalle parti della televisione che del cinema, non viene salvato nemmeno dal cast che pur non essendo certo dilettantesco (almeno il trio di protagonisti) non fornisce una buona prova. Stupisce anche che sia stato girato dallo stesso regista di Americani. In buona sostanza evitabile e soporifero.
Il percorso del povero William Petersen è inversamente proporzionale allo scorrere del tempo: partito dai fasti di Mann e Friedkin, finito a fare CSI. In mezzo a queste due "situazioni" inseriamoci questo teen-thriller-mono-maniac dove un antipaticissimo Mark Wahlberg (che il sottoscritto non riesce a tollerare dopo Rockstar) fa di tutto per rendersi odioso e pure i piagnistei della Whiterspoone (che si fa fare un lavoretto sulle montagne russe) e della Milano sono abbastanza intollerabili.
MEMORABILE: Il sopracitato "lavoretto" sulle montagne russe.
Tanto gentile e tanto onesto pare, ma è un bastardo dentro e il babbo Petersen lo sgama a pelle, mentre Witherspoon (in versione ingenua biondina piagnona) ci deve sbattere più volte la testa prima di rendersi conto che è fuori come un balcone. Paura zero e anche la tensione fa marameo in questo thrilleruccio da due lire, in cui i pochi motivi di interesse (l'incapacità del padre di smascherare il fellone e di comunicare con la figlia) svaniscono di fronte alle banalità sessuofobiche e classiste. Finale con assedio in villa, anch'esso banale.
Versione dark di Romeo e Giulietta, ovvero che cosa accadrebbe se papà avesse, per una volta, tutte le ragioni del mondo, e Romeo fosse uno psicopatico bastardo? Wahlberg è un mostro credibile: temiamo di poterlo veramente incontrare, purtroppo più che paura suscita rabbia, perché perde subito ogni ambiguità. Ma le scene dell'inseguimento in auto dell'amica della Witherspoon, e l'aggressione al ragazzo nel bosco hanno tempi esattissimi, l'assedio finale è orchestrato ottimamente. Dignitoso, l'ambizione di andare un po' oltre la routine del thriller per famiglie non fallisce del tutto.
MEMORABILE: La testa mozzata del cane lupo gettata dentro casa. Il fratellino che investe il teppista: l'ho adorato, in quel momento!
Ingenerosamente il film di Foley gode di una pessima fama. In fondo è la classica disavventura con uno scatenato psicopatico che prende di mira della gente per bene picchiando sulle loro ferite. In questo affollato filone c'è qualcosa di meglio e tanto altro di peggio. Qui si strizza maggiormente l'occhio al pubblico teen's con due protagonisti giovanissimi e un po' di sesso qua e là. Al netto di ciò il clima è disturbante, sadico e malsano (si noti la Milano) al punto giusto, con la faccia e le mimiche di Wahlberg capaci di fare il loro forte effetto.
MEMORABILE: L'assedio finale alla casa in stile Cane di paglia: un po' forzato ma ci poteva stare.
Non è tanto il soggetto già visto e rivisto a rendere mediocre questo filmetto, quanto l'evolversi banale e scontato di una vicenda che, con un ritmo e qualche trovata differente, avrebbe potuto essere quantomeno godibile e regalare qualche brivido. Si attende invano un twist finale, qualche rivelazione a sorpresa e invece nulla: noia e piattume regnano sovrani.
Thrilleraccio indigesto, dalla spunto risaputo e gli sviluppi prevedibili, che sfiora più volte il ridicolo involontario sia per i comportamenti insensati dei personaggi (emblematico il carattere della Milano) sia per una recitazione da soap opera. Wahlberg è acerbo, troppo, per niente all'altezza della parte mentre Petersen digrigna solo i denti; molto meglio la giovane Whiterspoon. Foley se non altro riesce a imprimere un ritmo abbastanza veloce, così che lo strazio finisce presto. Di tensione (o erotismo) neanche a parlarne. Da evitare.
Sedicenne si innamora di un ragazzo dalla doppia identità. Thriller molto prevedibile in cui la suspense e la tensione latitano. Confezionato male, con dinamiche poco logiche, il film sfiora spesso la noia. Manca della verve giusta: si poteva fare molto, ma molto di più. Le scene cosiddette calde non stupiscono granché. Il cast è tutt'altro che convincente. Regia mediocre. Discreta la colonna sonora.
Scontato thriller giovanilistico che però andrebbe valutato nell'ottica dei lavori di genere dei 90s; se spesso erano le ragazzine a essere le psicopatiche manipolatrici di turno (La mia peggiore amica, La ragazza della porta accanto...), in questo caso è Wahlberg, che tutto sommato ha la faccia giusta per il ruolo. Lo svolgimento è risaputo e accompagnato da una ost alternativa nella moda del periodo, che a tratti funziona bene restituendo quel feeling d'epoca familiare a chi ha vissuto quegli anni. Rimane un lavoro modesto, para-televisivo anche perché in generale poco grafico.
MEMORABILE: Sull'ottovolante.
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