Miniciclo: 9 THRILLER DALLA PELLE DI DONNA
Ne e passata di acqua sotto i ponti da quando Katt Shea veniva sgozzata sul cesso da Norman Bates (o meglio da sua madre) in
Psycho 3
La bella e incisiva modella/attrice ritorna dietro la MDP (dopo
Stripped to Kill) con un film femmineo sino al midollo, pregno di umori e odori prettamente femminili e di "maladolescenza" femminea
Poison Ivy (bellissimo titolo originale) è un viaggio nel cuore di tenebra di una ragazza ispida, bugiarda e velenosa (una Drew Barrymore mai più così sexy e seducente) che si insinua nella ricca famiglia della sua migliore amica (una bruttissima e goffa Sara Gilbert in odor di lesbismo), con madre ipocondriaca e quasi "famtasmatica" (Cheryl Ladd) e un padre debole e caratterialmente nullo (Tom Skerritt)
La miccia si accende, la bella "cattiva ragazza" Ivy/Edera racconta balle su balle, seduce paparino e fà fuori mammina, finchè...
Come thriller in sè funziona poco (parchi i momenti di tensione, e se ci sono piuttosto telefonati) dove si precedono le mosse criminose della "lolitona" perversa (con la classica resa dei conti in una notte di tregenda alla
Venerdì 13)
Quello che più risulta affascinante e la messa in scena totalmente femminile della Katt Shea (il film e prevalentemente incentrato sul rapporto femmineo a tre, madre, figlia, amica, mentre gli uomini non ci fanno una gran bella figura), di amicizie morbose, gelosie, confidenze, passioni, e rivalità tutte femminili
Dal bellissimo incipt con la Barrymore che si dondola sull'altalena in un bosco, ripresa dall'alto, dagli interni di una villa quasi "fiabesca", con le suggestive immagini alla Tony Scott delle tende del salotto che svolazzano mosse dal vento al volo dalla balconata della madre della Gilbert (ripreso con crismi onirici)
Alla spietatezza della Barrymore (finisce un cane investito a bastonate), a momenti di tensione (la folle corsa con la spider della madre, per poi schiantarsi contro un albero), alla seduzione feticistica (la Barrymore perde una stivale mentre e sull'altalena, si sfila gli stivali in auto, sotto gli occhi di un turbato Tom Skerritt, mostra i suoi piedini laccati a Skerritt, Skerritt che per prenderle gli stivali li fà cascare in acqua e lei, poi, gli indossa ancora bagnati, Skerritt che, in un attimo di passione, le accarezza le decoltè nere con tacco, la Barrymore che indossa i vestiti scolatissimi della madre della Gilbert) e da antologia la sequenza dal tatuatore.
La Shea mette su questo "gruppo di famiglia perbene scardinato da un atipico angelo della morte" con gran stile, facendo assaporare la sua femminilità che si sprigiona per tutto il film tinto in rosa ma sopraffatto dal nero
Non male anche le scene di sesso (Skerritt e la Barrymore sul cofano della Mercedes, in un bosco sotto la pioggia, l'amplesso sudaticcio nel pre-finale) e le scene in ospedale (con fuga) che mi hanno ricordato
Halloween 2
Si poteva anche osare di più sulla violenza (la caduta finale alla
Ballata Macabra non è visivamente ben resa) e da scult quando le due ragazzacce tirano scemo il cane
Più un dramma da "fellaution-adolescenziale" che nemmeno un vero e proprio thriller ( parte dove mostra i suoi limiti), umidiccio, morbosetto, sfrontato, assolutamente femmineo, che odora di chewingum e rossetto, di interni claustrofobici, di latente lesbismo e follia
A Katt Shea, comunque sia, il talento non manca di sicuro