C'è di mezzo un testamento e si capisce che il movente di ogni omicidio - con molta probabilità - ne sarà legato. Il defunto è un casellante sordo incredibilmente pieno di soldi (il che lascia subito qualche dubbio circa la credibilità della vicenda, dal momento che non si capisce perché perseveri in un lavoro poco gratificante e, nelle sue condizioni, pure a rischio), che investito sui binari da un treno lascia l'intera eredità alle tre figlie e a Janot (Colli), l'unico maschio (adottivo), un ritardato. Il lascito però sarà custodito dal notaio fino a che Janot compirà la maggiore età, cosa che subito manda in...Leggi tutto bestia gli eredi diretti e indiretti, a partire dal marito in bolletta di una delle sorelle. Ma il denaro fa gola a tutti, persino all'amante di Simone (Benussi), la più attraente delle sorelle, proprietario d'un night che avrebbe bisogno di un una bella somma per poter divorziare dalla moglie. Il primo a lasciarci le penne, in ogni caso, è proprio Janot, maciullato sui binari come il padre. L'ispettore (Drake) e il commissario han gioco facile ad accusare a turno ognuno degli eredi rimasti in vita, ma la situazione si fa più complessa allorché le vittime aumentano a dismisura. Si va un po' a eliminazione, per individuare il colpevole... Ambientato idealmente in un paesino della Francia (in particolar modo al casello ferroviario dove i figli del defunto ancora abitano, tranne quella che vive in città col marito), il film di Sindoni è un gialletto canonico recitato un po' troppo sopra le righe da Tom Drake, che gioca a fare l'ispettoro bizzoso e infuriato. Meglio la più contenuta Femi Benussi, dolce sospetta numero 1 che in molti ammirano per la sua venustà ("Che lei sia bella non è un complimento, è una constatazione", avrà modo di farle notare pure l'ispettore) ma che concede solo una fugace scena sotto la doccia spiata dal fratello adottivo. A restare impresse sono comunque più le location della vicenda, puntellata da omicidi ordinari girati male e sanguinari solo per la quantità di rosso vermiglio sparso copiosamente sui corpi e i volti delle vittime. Tra colpevoli presunti e uomini in fuga si consuma un giallo solare in cui la tensione è grande assente, chiuso da un finale tirato via che punta solo sull'inattesa identità del killer e diretto troppo piattamente per farsi ricordare. Resta una certa eleganza nella messa in scena, ma è decisamente troppo poco.
Giallo sessantottino quindi pre-Argento, senza sanguinosi omicidi (ma con un fugace nudo della Benussi sotto la doccia comunque da segnalare, visto l'anno del film). Pur non mancando qualche ingenuità (esageratissimo far passare Ernesto Colli per un quindicenne!) il film nel complesso si lascia guardare e il colpo di scena finale (sopratutto il secondo) è davvero notevole. L'ambientazione transalpina è chiaramente fasulla...
Discreto. Prevedibile nel suo meccanismo alla 'Dieci piccoli indiani', riserva tuttavia un inaspettato colpo di scena finale e una piacevole eleganza formale. Il killer annuncia la sua presenza con un tintinnio di catene e gli omicidi sono commessi per lo più off-screen. Il cast è di qualità e affianca Drake a Garrani; la Benussi è assai pudica. Gustose musiche sixties.
Opera prima di Sindoni, che poco dopo firmerà lo pseudo contestatario Italiani! è severamente proibito..., il film soddisfa decorosamente i suoi dichiarati propositi di onesto intrattenimento, creando un clima di sufficiente tensione che si conclude con una sorpresa finale non del tutto scontata. Soddisfacente la prova da parte degli interpreti, fra cui l'ottimo Ivo Garrani e una Femi Benussi alle prime armi, ma già pronta a sfidare con qualche fugace nudità l'arcigna censura italiana del tempo.
E' del'68, ma come ambientazione, sceneggiatura e personaggi sembra essere ben antecedente. Attinenti al thriller ci sono solo la mazza da golf e un po' di suspense. Divertente, conclusione abbastanza goffa ma non del tutto prevedibile. Bella Jeannette Len, anche se ci lascia presto, bravi Gazzolo e Garrani, mentre la Benussi è ancora pudica, ma farà molto di meglio nel decennio successivo...
Godibile. Dopo un inizio non troppo interessante, il film prende la pista giusta e riesce a elaborare un buon giallo simil-argentiano con colpi di scena finali a ripetizione e omicidi sadici, mai mostrati però. La Benussi offre un fugace nudo sotto la doccia. Pur non potendo proprio definirsi un capolavoro, è decisamente riuscito. Merita la visione.
MEMORABILE: La mazza da golf usata come arma, Garrani che nuota.
Siamo dinanzi al solito giallo che si basa su un’eredità che, ovviamente, scatenerà l’avidità dei familiari con tanto di catena di delitti. L’originalità non c’è, ma ancor più grave che a mancare sia una vera tensione degna di questo nome. In fondo anche il colpo di scena finale non è per nulla imprevedibile. Solo per gli appassionati inguaribili del genere.
Quest'opera prima di Vittorio Sindoni non brilla certo per regia e si scolora dietro a una recitazione innaturale, in linea con dialoghi scadenti e talora risibili. Resta la trama articolata che, nel suo sviluppo per lo meno non prevedibile, tra omicidi, false piste e colpi di scena, lascia desta l'attenzione sino in fondo. Qualche scena hot di Femi Benussi e suspense pari a zero.
Non un granchè, ma neppure da buttare. A parte certe esagerazioni e la presenza di un attore non proprio eccezionale come Colli in un ruolo per lui più importante del solito, si può anche guardare. Interessanti le sequenze dei delitti e il finale insolito. Diciamo che stratta di un film appena sufficiente...
Piacevole giallo d'intrattenimento, filmato da Sindoni con un occhio ai romanzi simenoniani (l'ambientazione rustico francese, la pipa simil Maigret di Gazzolo) e l'altro ai successi di Lenzi (l'avvilupparsi della trama, la triade sesso-sadismo-denaro). Il ritmo paratelevisivo, come l'evidente pauperismo produttivo, stemperano volutamente la tensione. Filmato alla luce del sole, ha un bell'inizio hitchcockiano (Marnie) e un discreto sorprendente finale. Drake dal capello un po' così, bravi Garrani e il "ragazzo" Colli. Bella la Ciangottini, "nascosta" Femi.
MEMORABILE: La mazza da golf che minaccia e uccide Valeria Ciangottini; L'inguardabile corsa finale di Gazzolo: molto ridicola davvero.
Piacevole ruralizzazione del giallo metropolitano-salottiero a movente ereditario: ruspante e sanguigno, anche se poco... sanguinoso, anche abbastanza morboso, ma senza civetterie o ammiccamenti da bodouir. Molto onesto, comunque: la soluzione può sorprendere, ma il gioco non era truccato, le carte erano tutte sul tavolo! Luminoso, con molti esterni, niente "gore" ma angoscia crescente, fino al climax, soddisfacente eppure malinconico, amaro. Un lavoro ben fatto, fluido, senza orpelli.
MEMORABILE: "Solo nei gialli il colpevole è il maggiordomo, e se il maggiordomo è la vittima... è un suicidio!" L'ultimo quarto d'ora, con ben due colpi di scena.
Giallo campagnolo di Sindoni - ma è una campagna in cui è già arrivata la modernità , sotto forma di musica beat nello squallidissimo locale di Ravaioli i cui portaceneri inneggiano al Crodino (in Francia?) - assolutamente prevedibile nel suo dipanarsi ma con un non so che a salvarlo dal naufragio cui una sceneggiatura senza guizzi e una vistosa penuria di valuta sembravano condannarlo. Irredimibile invece la pettinatura di Tom Drake.
Il primo film di Vittorio Sindoni è un giallo che pur essendo privo di tensione e suspance, è comunque ben congegnato, se vogliamo anche con un pizzico di furbizia. Un lavoro onesto, per nulla pretenzioso e con una bella soluzione finale. La regia è buona, frizzante, è semmai la recitazione dei protagonistia sembrarmi carente. A parte un ottimo e incisivo Ivo Garrani, il resto è poca cosa: Colli è un adolescente credibile come un musulmano che mangia carne di maiale, mentre la Benussi (bellissima) mi sembra poco convinta (anche se mostra nudi da urlo...).
Giallo dai caratteri piuttosto antichi, realizzato senza troppi mezzi e tentando qualche colpo a sorpresa (in parte andato pure a segno). La bellissima Femi fa la doccia e mostra il mostrabile alla fine degli anni '60, con l'atmosfera francese "sdolcinata" dalla bella vita delle balere e degli alcolici. Era il tempo che per divorziare ci voleva la concessione dell'ex e quindi servivano i soldi (e tanti). Era pure l'epoca dei passaggi a livello gestiti dalle famiglie, nei quali gli incidenti potevano anche capitare con frequenza...
Per essere un precursore del giallo all'italiana, questo "Omicidio per vocazione" (titolo originale del film) ha parecchie buone carte da giocare, a cominciare da una bella sceneggiatura per proseguire con la valida regia e una buona colonna sonora; non ultimo un (doppio) finale impensabile. Pure le presenze femminili restano impresse, anche se a malapena esposte (la doccia della Benussi). Ma bisogna pure ammettere che certo non mancano le ingenuità : Ernesto Colli spacciato per adolescente; il primo "suicidio" sotto al treno con cadavere integrale.
Il debutto di Sindoni si ricorda più di quello che il film in realtà meriti: l'ambientazione francese sul riconoscibile Lago di Bracciano (!), un protagonista terribile, una recitazione spesso enfatica, Ernesto Colli spacciato per diciottenne, non poche forzature. Ma qualcosa (di non sempre definito) riesce a non renderlo inguardabile: il professionismo di Garrani, i luoghi filmati in modo non disprezzabile, una certa originalità di fondo. Certo: tutto questo non basta a salvare il filmucolo, ma se non altro lo rende guardabile con curiosità ...
Sulla carta poteva uscirne un buon prodotto (insolita l'ambientazione in una fintissima Francia rurale, curioso il mestiere della famiglia di protagonisti), ma Sindoni, pur dirigendo senza sbavature, sbaglia completamente registro e tira fuori un giallo blandissimo e totalmente privo di guizzi, che non mantiene nemmeno quelle promesse di pop che i briosi titoli di testa sembravano garantire. Troppo lunga la fuga dell'innocentissimo sospetto Garrani per un film di soli 80 minuti. Bellissima la Benussi, Ernesto Colli la nota dolente del cast.
Modestissimo giallo alla Agatha Christie con il lago di Bracciano che si finge (chissà perché) la Francia e con Tom Drake che vedendolo in questo film ci si domanda come possa essere stato un attore per Vincente Minnelli. Due sorprese finali non riscattano la poca credibilità del tutto, compresa la notevole e insensata fuga del povero Garrani, che raggiunge punte di comicità involontaria.
Nonostante l'inizio intrigante, il film è pieno di troppe incongruenze e sequenze irrilevanti, nel contesto della trama. E anche il finale, che sembra essere in un primo momento anche interessante, è troppo frettoloso e superficiale, per esserlo davvero. In sintesi, un giallo piuttosto banale e noioso, memorabile esclusivamente per il cameo in un paio di scene di Silvano Spadaccino.
Saga stragistica familiare causa eredità contesa che non avvince; uno di quei gialli in cui regna una tale noia che i colpi di scena arrivano quando ormai non t'interessano più. Per fortuna ogni tanto spunta qualche palese ingenuità a farci sorridere, ma, dopotutto, come dice Simone: “Non tutte le vicende si chiudono in modo logico, la realtà è diversa dai libri gialli”. I testi poveri e superficiali, recitati peggio (Garrani a parte), non si salvano nemmeno con il tocco esotico tentato dalla fasulla ambientazione francese: fatica inutile. Azzeccati e frizzanti i temi musicali.
MEMORABILE: I poliziotti con la 2CV; Lo strozzino che paga con gli assegni; Il ‘minorenne’ di quasi trent'anni Colli; La posticcia cartellonistica francese.
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Buona edizione video della Surf sotto l'immeritata egida "Serie Z". Da non perdere il trailer, con voce off che declama un testo davvero delirante.
DiscussioneDusso • 1/10/12 12:17 Archivista in seconda - 1928 interventi
Sarebbe più corretto mettere come titolo principale "Omicidio per vocazione" visto che nelle sale e nelle locandine il film è uscito con questo titolo
@ Dusso: a quei tempi si diventava maggiorenni a 21 anni, dunque il personaggio di Ernesto Colli dovrebbe averne 18 (il che resta abbastanza esagerato comunque)
DiscussioneDusso • 1/10/12 13:55 Archivista in seconda - 1928 interventi
Il Dandi ebbe a dire: @ Dusso: a quei tempi si diventava maggiorenni a 21 anni, dunque il personaggio di Ernesto Colli dovrebbe averne 18 (il che resta abbastanza esagerato comunque)
Il film è ambientato in Francia(non so' se anche li si era maggiorenni a 21 anni),comunque poi magari ricontrollo ma mi pare proprio che nel film vengano nominati i 18 anni, comunque durante le riprese Colli (nel 1967/68) aveva 27/28 anni
Nel film si dice che ad Ernesto Colli mancano tre anni per diventare maggiorenne. Sull'ambientazione francese hai ragione e sinceramente non so quale fosse la legislazione dell'epoca.
DiscussioneZender • 1/10/12 15:49 Capo scrivano - 48949 interventi
Dusso ebbe a dire: Sarebbe più corretto mettere come titolo principale "Omicidio per vocazione" visto che nelle sale e nelle locandine il film è uscito con questo titolo In realtà scegliamo come titolo non necessariamente quello con cui il film uscì al cinema (anche se poi è quasi sempre così) ma quello con cui è più conosciuto, soprattutto per i film "vecchi".
Dusso ebbe a dire: Il Dandi ebbe a dire: @ Dusso: a quei tempi si diventava maggiorenni a 21 anni, dunque il personaggio di Ernesto Colli dovrebbe averne 18 (il che resta abbastanza esagerato comunque)
Il film è ambientato in Francia(non so' se anche li si era maggiorenni a 21 anni),comunque poi magari ricontrollo ma mi pare proprio che nel film vengano nominati i 18 anni, comunque durante le riprese Colli (nel 1967/68) aveva 27/28 anni
..e a mio modo di vedere,li dimostrava tutti e 27/28,forse anche di più.