Evento psicobellico e alcaloide. Furore pantoclasta ed eroismo erostratico. Esempio di arte umanifuga. Ballo excelsior della crudeltà incondizionata. Quale che sia il tramite, Bene riesce laddove aveva fallito Artaud. E quale che sia il tramite, Bene lo eccede e uccide nel suo prodursi. Un raid, più che un film. Cinema meravigliosamente ecceduto e metamorfosato in un Altrove innominabile e inarrivabile che inghiotte intero ogni dire (dis)fare pensare a proposito di cinema e non solo. La parola fine al cinema oltre.
Bene e il cinema: un incontro infelice a livello registico. Odiava tanto Hitchcock ma non capisco a quale titolo si adirasse col regista inglese visto che per lui cinema, teatro, tv servivano ed erano serviti dagli stessi mezzi per proporre se stesso come eccezione, talvolta forzata, quasi sempre geniale. Questo film è una parziale eccezione essendo alla fin fine il suo capolavoro, nl quale Bene concentra al meglio i suoi deliri di provinciale, in un bric-a-brac di effetti ottici poverissimi ma efficaci.
Primo film di Bene, tratto dal suo romanzo. c'è un po' tutta la sua intellettualità borghese: dal decadentismo, al barocco, alla storia dei turchi, ai suoi ricordi, le sue ossessioni, molte cose assolutamente incomprensibili. Un mattone nel vero senso della parola, poco digeribile anche perché molto lungo e pesante e di sicuro non a tutti è accessibile. Sperimentalità a parte, suggestivo se lo si guarda senza farsi troppi perché, lasciandosi cullare da immagini e voci fuori campo, ma è quasi impossibile non fare resistenza.
A teatro Carmelo Bene è un genio, al cinema solo un arguto sperimentatore. In effetti questo film rispecchia lo stesso Bene, la sua carica dissacratoria e al tempo stesso coltissima, il suo gusto barocco (non a caso tutto si svolge nella sua Otranto) e la sua folgorazione visionaria. Una sorta di cinema della crudeltà tra Artaud e Buñuel, dove la sacralità è giocoforza dissacrazione e riduzione al quotidiano e dove la morte è decorazione e variabile estetica. Un trip allucinato con alcune intuizioni formidabili e necessaria autoreferenzialità.
Muri da abbattere, tentazioni da sconfiggere e voglie da non combattere; la trama scompare, è inutile, non si segue un filo logico, ma il logico che diventa individuale, lo stesso Carmelo Bene che insegue sé stesso come simbolismo della voglia di scappare fievole e poi soppressa. Un altro “io” nascosto pessimista e fastidioso. Film di alto contenuto astratto e simbolista. Da squadrare in ogni punto con attenzione, da cui trasuda la voglia di spaccare tutto.
Girato per "tumulare l'anno più stupido nella storia dell'escremento umano e tumulare il cinema" (ipse dixit) - ma con l'ambizione frustrata di vincere a Venezia nell'anno della pagliacciata protestataria di Pasolini e compagni - è un guazzabuglio divertente e pour cause barocco, tutto sughi e liquami. Meno naif di quanto volesse far credere (ci sono esplicite citazioni godardiane), con una colonna sonora (nell'accezione più ampia) geniale. Pesante? Andò peggio - si tramanda - a chi la vide in teatro recitata tutta dietro una lastra di vetro...
Celeberrimo, sfiancante prodotto underground (ma non a livello distributivo) italiano, due ore nette di farneticazioni intellettuali malamente legate tra loro. Certo, alcune soluzioni colpiscono e la fotografia (di Mario Masini) possiede tutto quello strano fascino dei 16mm d'epoca, ma una volta superata la curiosità iniziale l'attenzione crolla e gli eccessi scadono presto nella monotonia. Ottime le doti trasformistiche del Bene attore, ma la pesantezza rimane invariata e la fine arriva come una benedizione, nonostante gli innegabili pregi.
Carmelo Bene HA DIRETTO ANCHE...
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DiscussioneZender • 14/01/09 09:19 Capo scrivano - 47782 interventi
Gugly ebbe a dire: Forse sarebbe meglio ricordare Carmelo Bene in altro modo. Oddio, avesse ragione lei sarebbe giusto ricordarlo anche così. Mai bello scambiare morte naturale per omicidio... Poi non ne so abbastanza per dire se son fesserie dell'ultim'ora, ecco.
Zender ebbe a dire: Fabbiu ebbe a dire: In altre parole, lo vedrò giusto per questa storia delle location. Siamo alle soglie del martirio... Scrivi in direzione davinotti per la croce di ferro, Fabbiu. Non dovrebbero negartela.
x Legnani: non farti sentire da Schramm o come minimo ti toglie il saluto :)
Carmelo Bene lo si amava o lo si odiava, e lui si gloriava di tale grantica spartizione; , questo film è destrutturato, opera di un bellissimo attore che sembrava programmare la propria autodistruzione dentro e fuori la scena.
Gugly ebbe a dire: Zender ebbe a dire: Fabbiu ebbe a dire: In altre parole, lo vedrò giusto per questa storia delle location. Siamo alle soglie del martirio... Scrivi in direzione davinotti per la croce di ferro, Fabbiu. Non dovrebbero negartela.
x Legnani: non farti sentire da Schramm o come minimo ti toglie il saluto :)
Carmelo Bene lo si amava o lo si odiava, e lui si gloriava di tale grantica spartizione; , questo film è destrutturato, opera di un bellissimo attore che sembrava programmare la propria autodistruzione dentro e fuori la scena.
un martirio implica spesso una componente mistica, per cui direi che legnani è salvo.
Kaciaro ebbe a dire: poi come ando' a finire vennero riaperte le indagini???
a dire il vero temo siano tutte speculazioni. bene era gravemente malato da tempo e non ne fece mai mistero, in alcune interviste degli ultimi due tre anni di vita dichiarò anche di aver ultimato 'l mal de' fiori tra dolori atroci dovuti alle metastasi e agli effetti collaterali delle numerose chemioterapie cui si sottopose (che vengono da bene evocate, nemmen troppo in filigrana, nello stesso 'l mal de' fiori). la sola battaglia legale portata avanti dalla sorella, spentasi nel 2013, riguardò che io sappia la casa di carmelo, che finì ipotecata e messa all'asta per grosse pendenze debitorie familiari e che lei voleva invece trasformare in una fondazione museale e culturale a suo nome, comprensiva anche delle sue inedite opere pittoriche. a tal pro si mobilitarono molti suoi amici, invano, perché venne purtroppo trasformata in un albergo malgrado un lungo sciopero della fame portato avanti dalla sorella quale estrema forma di protesta in extremis. la cosa ha un suo trasversale perché dato che l'esordio filmico di bene, fu proprio girato in una stanza d'albergo che ha dato il nome all'opera.
per gli appassionati e gli interessati limitrofi a pesaro, segnalo quest'evento pressoché IMPERATIVO.
"Compie 50 anni "Nostra Signora dei Turchi" diretto e interpretato da Carmelo Bene e noi ve lo presentiamo al #PesaroFF54 in una versione inedita: 11 ore e mezza di girato in bianco e nero, senza la costruzione del montaggio che ha reso il film unico nel suo genere. In collaborazione con la Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale. "