Notizie e location di "Nostra signora dei turchi"

12 Novembre 2010

Enrico Ghezzi (da una videotestimonianza dedicata a Bene):
“Il suo cinema, fin dall’inizio, è sperimentato per quello che non è; neanche come cinema d’avanguardia (come il teatro). Il cinema di Carmelo Bene non si sogna d’avanguardia, non si sogna di volerlo essere, non si sogna di essere più avanti del resto del cinema,  non si sogna di essere più artistico, come non è più teatrale; è veramente un cinema invece vicinissimo a risultare l’attacco definitivo al cinema”.

Nostra signora dei Turchi, film del 1968 tratto dal romanzo omonimo, potrebbe mettere a dura prova anche il piu “estremo” degli spettatori. Girato (così si dice) in 40 giorni e senza una sceneggiatura prestabilita (cosa molto credibile, da parte di chi ha visto il film), è considerato da Carmelo stesso un’opera antisessantottina, e inoltre più che una "divertita parodia della vita interiore" è soprattutto "sfigurata parodia del cinema". Bene spiegò, alla conferenza stampa per la Biennale di Venezia del 1989: “C'è una differenza tra cinema e teatro: il teatro e il cinema sono espressione, lo spettacolo è comunicazione. La costruzione di trame coinvolgenti, precise architetture con i pesi e i contrappesi giusti, servono solo a intrattenere gli anziani.” 

Molto complesso, delirante, carico di concettualismi (Carmelo ad esempio si fa portare in barca dalla santa Margherita, ed è lei a remare, la santa che fuma!), è un pentolone di ricordi, di frammenti e di onirismo. Tra le tante colpisce ad esempio la scena di Bene che esita a gettarsi dal balcone del palazzo moresco: "Non era la prima volta che cercava di volare", una battuta che raccoglie in sé il senso  di S.Giuseppe da Copertino ("guardiano di porci, si faceva le ali frequentando la propria maldestrezza e le notti, in preghiera, si guadagnava gli altari della Vergine, a bocca aperta, volando").
Il budget è limitatissimo: è evidente dal cast microscopico, dalle ambientazioni ripetute (campagne e coste marine); gli interni umidi e malconci (memorabile scena quella del frate fradicio in cucina alle prese con la sua doppia personalità, in un pasticcio di sporcizia e cibi rovesciati) sono girati in una vecchia casa di Bene stesso a Santa Cesarea, e alcuni residenti ancora ricordano con piacere il giorno in cui videro entrare da dentro il portone il grande cavallo bianco. D'altra parte tuttavia gli espedienti sono geniali: la tecnica registica trova soluzioni che si combinano perfettamente allo sperimentalismo del tutto; ad esempio piu volte le riprese diventano sfocate (la sequenza iniziale non mostra la realtà, apre la vista al palazzo moresco e già mostra che siamo in un mondo non vero, con l'obiettivo bagnato e strani bagliori.
Dice Mario Masini: “I mezzi per ridisegnare la realtà, nel caso di Nostra Signora dei Turchi, sono stati dei semplici ‘fondi di bicchiere’, vetri e gelatine colorate posti davanti all’obiettivo o ai proiettori”. Ghezzi, sulla fotografia del film, dirà: “Per la prima volta l’uomo ha potuto vedersi con gli occhi chiusi”. Consigliò Lydia Mancinelli  (a Lecce in un piccolo dibattito del festival del cinema internazionale prima della proiezione - sezione retrospettiva -  del film in versione restaurata con venti minuti inediti) di lasciarsi cullare, abbandonare al miscuglio di immagini e musiche, di non cercare necessariamente un senso. Ed è normale, perché sarebbe difficile comprendere il tutto anche per un "fan" di Bene. Sempre in quell'occasione Lydia raccontò che che alla prima di Torino lei e il produttore dovettero ripagare sedie e schermo del cinema dopo che la gente infuriata
spaccò tutto e lanciò uova sullo schermo.

Intorno al film ruotano divertenti aneddoti legati alla “sperimentalità” di un’operazione tanto unica. La critica dell'epoca era divisa in due fazioni: chi adorava il film e chi lo seppelliva. Racconta sempre Lydia Mancinelli, questa volta alle telecamere di stracult (dialoghi poi riportati in wikipedia):
"Carlo Mazzarella era un telecronista diciamo così mondano, non critico, e si era permesso di fare delle critiche negative, molto negative sul film... Tutto partiva dal fatto che noi avevamo bisogno di critiche buone, proprio per i debiti, insomma, oltre che per la gloria. Per cui Carmelo la sera, all'Excelsior, gli si avvicinò e gli mollò due schiaffoni..."
 In realtà, nella “Vita di Carmelo Bene”, forse più attendibile, si legge che fu Perla Peragallo, attrice e complice che, sbronza, mollò un manrovescio al povero cronista dopo aver prima chiesto a Carmelo: "Che faccio, gli do uno schiaffo?..." Bene rispose con un'altra domanda: "...E perché no?". Divenne il tormentone della ventinovesima Mostra del '68, quello di ordinare al bar dell'Excelsior "mozzarelle allo schiaffo".

Dice ancora la Mancinelli: "Quell'anno il premio qualità, per ragioni politiche, venne dato a Alexander Kluge che vinse il leone d'oro con “Artisti sotto la tenda del circo: perplessi”, che era un film mediocre... [...] Premiarono per di più: Riusciranno i nostri eroi a trovare il nostro amico disperso in Africa?. A Nostra signora dei Turchi venne comunque consegnato il Leone d'argento, pare proprio per la pressione e la protesta degli stranieri, giapponesi e francesi in testa, che acclamavano Bene come vincitore...
Quando seppe che non aveva ricevuto il premio di qualità, Carmelo era veramente fuori di sé [...] andò in questura e disse "arrestatemi... perché oggi vado ad ammazzare il ministro dello spettacolo" (che allora era Franco Evangelisti).

Ancora Lydia Mancinelli a Stracult racconta (da Wikipedia): "Mentre, nei panni di Santa Margherita con tanto di peplo e con l'aureola in testa, stava aspettando nei pressi della chiesa dove sarebbe stata girata di lì a poco l'ultima scena del film di Nostra Signora, passò un camioncino che bruscamente frenò, addirittura sgommando; l'autista guardò incredulo, poi ripartì; tornò indietro titubante non saprendo cosa fare e se ne andò. Dopo nemmeno un quarto d'ora si avvicinò alla chiesa una moltitudine di persone che volevano vedere la Madonna: di primo acchito avevano pensato ad un'apparizione mariana. Intervennero anche i carabinieri che consigliarono a Carmelo Bene e alla sua troupe di lasciare che la folla baciasse le mani della presunta Madonna, altrimenti non se li sarebbe tolti di torno. E così per un'oretta ci fu questa inaspettata devozione popolare, con tanto di complimenti, dopo aver smaltito la loro credulità, per Lydia: "Come sei bella!... sembri proprio la Madonna!" 

Tra i vari temi trattati la maggior parte ruotano intorno alla difficoltà (o impossibilità) di comunicazione e alla perenne umana ricerca della perfezione, il tutto condito da uno stile  molto teatrale-intellettuale borghese, in cui primeggia la sua formazione cattolica. Carmelo Bene legge con voce off pezzi del suo omonimo racconto, ma si alternano anche Arnoldo Foà che legge “Alle cinque della sera”, Ruggero Ruggeri che legge “Quant'e' bella giovinezza”, Mario Carotenuto che recita “Il Generale della Rovere” di Montanelli…

Il “presente” è un tempo impossibile, sempre spostato. Una dimensione temporale, uno sfasamento audiovisivo segnalano qualcosa che è in atto, ma non può avvenire in quanto sempre avvenuto: l’interferire del mythos, della leggenda cristiana che narra della strage di cristiani compiuta dai turchi di Maometto II a Otranto nel XV secolo (28 luglio 1480) dopo un assedio durato due settimane: una parte di abitanti della città caddero in difesa delle mura diventando martiri della patria; altri (ottocento e più “cristiani” inermi rifugiatisi nella cattedrale) divennero martiri della fede rifiutando l’abiura e accettando la decapitazione.

Contribuisce alla riuscita del fim la selezione sonora con brani di Puccini, Verdi, Donizetti…
Nel trailer originale del film si vedono scene frammentate e titoli di giornale. Interessantissimo l'audio: Carmelo litiga con la stampa italiana...


BREVE VIAGGIO
SULLE LOCATION DEL FILM:

Il film è ambientato principalmente in tre paesi della provincia di Lecce:
Castro Marina, Otranto e Santa Cesarea.


1) CASTRO MARINA:
Le location riguardano alcune scene girate all’interno della Grotta Zinzulusa (importante meta turistica), ma il divieto di scattare fotografie con il flash (o forse il mio rispetto per tali regole) mi impedisce di individuare le precise angolature usate nel film (e mi viene da pensare a Bene che ci entrò con tutti gli strumenti di ripresa, che forse tenne appoggiati sulle stalattiti candele e lumini vari: si dice che toccandole ne si rallenta la crescita notevolmente…)


2) OTRANTO:

Le riprese son quelle che inquadrano da vicino le ossa (teschi vari) custodite nelle teche dei martiri all’interno della cattedrale della città (i cristiani che si ribellarono all’invasione turca non accettando di convertirsi)


3) SANTA CESAREA 
(o SANTA CESAREA TERME):

PALAZZO STICCHI

Il film inizia con le scene girate nel moresco Palazzo Sticchi, edificato tra il 1894 e il 1900 per volontà di Giovanni Pasca, primo concessionario dello sfruttamento termale di Santa Cesarea. Purtroppo, trattandosi di una proprietà privata ho dovuto sottostare ai vincoli che mi hanno impedito di fotografare il palazzo da tutte le angolature necessarie, ma la location è evidente come indicano le foto che trovate nella tavola. Anche se i colori sono cambiati, sono evidenti la forma degli archi della balconata, le decorazioni a forma di croce sul tetto e il grosso oblò al centro. E’ stato invece più difficile riuscire a una  successiva angolatura per via di catene, alberi, cespugli e varie delimitazioni dell’area. Piu facile piuttosto individuare separatamente la finestra dalla forma “ a serratura “ e la cupola (probabilmente soggetta a diversi restauri).

LA CORSA LUNGO VIA ROMA

E’ la strada principale di Santa Cesarea, la strada che passa per il centro del paese e sfocia nella litoranea per Otranto. Nel film un uomo intraprende una lunga corsa fino a cadere sfinito sulle strisce pedonali. Nelle due tavole che accompagnano questo paragrafo troverete la ricostruzione della sua corsa. Mi sono avvalso dei non tantissimi particolari tuttora esistenti per ricostruire le scene e mostrare gli evidenti mutamenti urbanistici intevenuti nel corso degli anni. E' comunque riconoscibile, la zona, senza ombra di dubbio.

LA PIAZZA DOVE BENE SI FA UN'INIEZIONE

Qui per ritrovare la location mi sono imbattuto in più problemi del previsto. Credevo infatti fosse uno dei punti piu facili da riconoscere visto che ci sono ben due punti di riferimento: a destra una grande scalinata, a sinistra il riflesso sul vetro del palazzo moresco di cui ho parlato prima. Inoltre un’edicola e un bar (o qualcosa di simile). Bastava trovare il palazzo moresco e capire dove affacciava. 
E invece… della scalinata in questione nessuna traccia! Chiedo ad un signore del posto, il quale mi porta in un bar nei paraggi, bar “Porta D’oriente” dove il barista, Massimo, mi mostra una foto d’epoca della scalinata che cercavo. Mi spiega che è la scala del municipio ma che ora ci hanno costruito sopra. E il bar, il negozio o edicola che si vede nell’immagine, altro non era che un set montato per l’occasione. Massimo mi racconta che ricorda diverse cose di quel periodo: ricorda di quando arrivò il cavallo bianco, di quando lo infilarono a casa di Bene... Gli chiedo se sa dove vennero girate le scene interne, quegli ambienti squallidi, umidi e sgualciti che ricordo nel film… e mi risponde “A casa di Bene! L’ha distrutta!”.  Mi faccio allora indicare la casa dove ha vissuto bene e la trovo molto facilmente… è praticamente ad un passo dal palazzo moresco dove è stata girata buona parte del film. Tornando, ripercorro la strada di prima, ripassando nella piazzola dove si sarebbe dunque girata la scena dell’iniezione; allora capisco subito perché non avevo visto la scalinata che porta al municipio e cosa intendeva Massimo con quel “Ci hanno costruito sopra”! Ed effettivamente girandomi vedo ora il palazzo Moresco che si rifletteva sul vetro. Prima non lo vedevo per il semplice fatto che la vista è coperta dalla vegetazione!

Come prima caccia alle location direi che mi sono divertito! Detto questo, non potrei concludere dicendovi "consiglio a tutti la visione di questo film" perché l’opera non è accessibile a tutti, ma se volete godervi un’esperienza quasi unica nel suo genere, concedetegli almeno un’occhiata!

APPROFONDIMENTO INSERITO DAL BENEMERITO FABBIU

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commenti (2)

RISULTATI: DI 2
    Gugly

    12 Novembre 2010 15:21

    Bravoooooooooooooooooooo
    Geppo

    13 Novembre 2010 13:54

    Interessante!! Bravo Fabbiu