Un chirurgo plastico si vendica sul responsabile della morte di una persona cara operandolo per farlo diventare donna: il plot di un bel film di Almodovar diventa qui lo spunto per un action al rallentatore, modesto sotto tutti i punti di vista: confezione al risparmio, ritmo fiacco, sceneggiatura ripetitiva nella quale è assente ogni traccia di salvifica ironia ma non manca l'umorismo involontario. Anche i personaggi ne escono male, nonostante l'impegno di Rodríguez, killer transgender suo malgrado, e l'alterità di Weaver, scienziata fredda come l'acciaio (chirurgico). Hill irriconoscibile.
A uno spietato sicario viene fatto abusivamente un intervento di cambio di sesso da una chirurga rancorosa poiché il killer le aveva ucciso il fratello. La nostra cercherà di vendicarsi del torto subito. Il film patisce una certa qual verbosità e astruse elucubrazioni mentali che vanno a minare un ritmo ben poco vivace. Tra i vari difetti impossibile non menzionare il ridicolo make-up della Rodriguez in versione maschio con voce artefatta. Con una sceneggiatura più propensa all'intrattenimento poteva essere ben più divertente.
L'idea alla base non sarebbe male, ma Hill dirige (e scrive) svogliatamente, riducendo all'osso i momenti action per indugiare in dialoghi alla lunga noiosi e che sembrano non portare da nessuna parte. Se la Rodriguez poi se la cava nel suo doppio ruolo (nonostante un make iniziale tremendo), la Weaver recita invece col pilota automatico non degnandosi di cambiare mai espressione. Qua e là si fa guardare, più generalmente passa inosservato. Mediocre.
Un chirurgo plastico per vendicarsi del killer che ha ucciso il fratello decide di rapirlo e fargli l'operazione trasformandolo in donna; poi si scatenerà la contro-vendetta. Idea originale ma gestita piuttosto male da una regia non all'altezza che lascia poco spazio all'azione. Pessimo il trucco della Rodridguez in versione uomo... un po' di barba finta e una voce artefatta non sono sufficienti a renderla un uomo credibile. Qualche scena di nudo integrale della protagonista non basta per rendere interessante questa pellicola.
Certamente un film imperfetto e con qualche incongruenza di scrittura (in alcuni passaggi “gira” decisamente a vuoto), eppure questa opera del veterano Hill ha un suo fascino che rifugge dal semplice trash legato alla storia, peraltro per qualche verso simile a quella di un film di Almodovar. Dove lo spagnolo ha realizzato un melodramma sentimentale, Hill concepisce un noir con più livelli di lettura, ben realizzato nelle scene d’azione e dove viene abilmente celato (non sempre) il budget che appare piuttosto risicato. Nel complesso non male.
Un mercenario che uccide per conto della malavita diventa a sua volta vittima dei suoi stessi datori di lavoro, che lo venderanno a una chirurga plastica dall'incredibile talento. Walter Hill è un regista da ammirare, ma qui forse ha voluto strafare affiancando all'immancabile azione una trama psicologica con una Weaver vagamente in versione Hannibal Lecter. Il risultato si traduce in film modesto che partiva con un altro genere di aspettative e che finisce invece nell'anonimato.
Hillriconoscibile Walter, che dopo il piroforico Bobo si spende (spreca, osserverebbe un fan) inerzialmente su un canovaccio neanche male di vindice criss-cross (giocato sul chi prima colpisce e peggio fa all'altro, lo rende Altro due volte) che se la mena sul transgender si transgender no e assurge il sistema sanitario americano a vero villain. La Rodriguez, Jackson sotto elio, perplime assai, e i fronzoli pop, spintonati e tutti esteriori, non vaccinano un film dalla bussola difettosa, che non esce quasi mai dalla sua comfort zone. Ma quel che funziona lo rinfocola quanto basta.
Storia sulla vendetta, con risvolti al limite del paradossale. Azione pura, tensione di buon livello e violenza che non dà sempre fastidio. Walter Hill sembra omaggiare il cinema di serie b ed essendo nel genere uno dei migliori dirige con sagacia accompagnato da una discreta fotografia. Michelle Rodriguez forse nella sua interpretazione migliore. Suggestiva la colonna sonora.
Uno spunto tutto sommato curioso per questo thriller/revenge-movie, tutto giocato sull'unica idea della protagonista "transgender"; al di là dell'assurdità dell'assunto di base (e di un make-up iniziale abbastanza ridicolo della Rodriguez), la prima parte è piuttosto efficace e riesce a mantenere alta l'attenzione, poi tende a diventare ripetitivo e non offre particolari momenti memorabili. Non male la protagonista, algida la Weaver, ma Hill in regia è decisamente irriconoscibile e il film, tolta l'idea provocatoria, è uguale a mille altri del filone revenge e nemmeno tra i migliori.
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DiscussioneRaremirko • 23/04/20 20:49 Call center Davinotti - 3862 interventi
Son d'accordo con Daniela; è un Hill sottotono, con qualche potenzialità, tutte infrante in una realizzazione mediocre.
L'ho visto anche con voglia e senza problemi, ma tutto è un pò anonimo e confuso; la Rodriguez l'ho comunque apprezzata ed il make up non mi è parso così ultrapessimo, ma forse il merito va praticamente più alla sua interpretazione che ad altro.