Sviluppo biografico con splendido adattamento all’inglese. La Williams vince la scommessa di interpretare Marilyn dandole solo un’impronta ed evitando di scimmiottarla (anche perché non avrebbe retto il confronto). Ottimo pure il resto del cast, con Branagh e la Dench sopra tutti. Sceneggiatura che scorre sugli umori della protagonista giocando sulle sue insicurezze, rendendolo un personaggio bisognoso d’amore ma irraggiungibile.
MEMORABILE: "Quando si tratta di donne non si è mai troppo vecchi per essere umiliati".
Marilyn Monroe attraverso le pagine di Colin Clark, assistente alla regia di Sir Olivier in Il principe e la ballerina. Il cinema inglese, sobrio e misurato, non è l'habitat naturale per il Mito: la discrezione di Curtis ne rispetta il mistero, la malinconia, ma genera una regia scolastica, dove le immagini più iconiche dell'attrice vorrebbero caricarsi di significato. Clark, testimone degli eventi, non ha un briciolo di carisma, e il confronto tra uomo qualunque e leggenda non produce incanto. Scrupolosa e sensibile Michelle Williams. Interessante il versus tra recitazione inglese e americana.
Il film non trascura nulla del percorso emotivo di Marilyn, aiutato notevolmente da una Michelle Williams folgorante e luminescente, tanto splendente da annichilire l'intero film, che alle sue spalle non esiste. Attorno a cotanto personaggio, il nulla assoluto: una regia in punta di piedi senza il minimo sobbalzo, coprotagonisti pallidissimi, Branagh ai confini del ridicolo, condotto al limite del baratro proprio dalla scelta di proporre per Marilyn una identificazione e per Olivier una sottospecie di imitazione.
I ricordi di Colin Clark, assistente alla regia de Il principe e la ballerina, la sua infatuazione per Marilyn e la di lei eterna infelicità. La ricostruzione è affidata a una regia sobria (sebbene un po' scolastica) e la scelta si rivela corretta: lo stile classico di attori come Branagh e la Dench, il conflitto fra il cinema britannico e quello americano... tutto deve passare in secondo piano quando entra in scena Marilyn. L'interpretazione della Williams è efficace proprio nel saper gestire la doppia natura, iconica e intima, della diva.
MEMORABILE: "Quello del regista è davvero il lavoro più bello di questo mondo... ma lei mi ha fatto passare la voglia di riprovarci".
Piuttosto piatto e noioso. La regia è puerile e di certo la pur brava Williams non ha il carisma che necessiterebbe un personaggio come il suo, che alla fine risulta quasi un'impalcatura di boccoli platinati e trucco senza struttura (non che "la vera" Marilyn fosse grandemente differente, non me ne vogliate), o forse con una struttura troppo ripetitiva: le solite crisi di nervi, i pianti, i capricci. Pessimo come protagonista Redmayne, monoespressivo all'eccesso. Sempre brava invece Judi Dench. Perdibilissimo.
Invero un bellissimo film, al di là dell'inamidata correttezza di regia e confezione. Eppure ne viene fuori la figura di una Marilyn totalmente vera nella sua voglia di amare e di essere amata, struggente nelle sue nevrosi e insicurezze, drammaticamente sola. A prestarle il volto ci pensa una superba Michelle Williams, che forse più della lady Streep avrebbe meritato un riconoscimento. Negli occhi sognanti del giovane Redmayne c'è tutto il desiderio dello spettatore di poter ritrovare Marilyn un'ultima, indimenticabile volta. Con affetto.
MEMORABILE: Lady Sybil a Marilyn: "Nessuno di noi sa davvero come si recita davanti alla macchina da presa, ma tu sì, è un dono raro"; Branagh allo specchio.
La ricostruzione scenografica si attesta su livelli di eccellenza e lo stesso vale per l'interpretazione magistrale della Williams. Purtroppo la sceneggiatura è in perenne bilico fra leggerezza ed evanescenza e la regia, alquanto anonima, appesantisce il tessuto narrativo conferendogli un vestito fin troppo datato. Sarebbe stato più interessante approfondire l'emotività di Branagh, un continuum di attrazione/repulsione nei confronti della diva.
MEMORABILE: Il bagno nel laghetto; Le pose della diva.
Grandi aspettative per questo "biopic" dedicato alle riprese del film della Monroe, Il principe e la ballerina. Se è interessante l'idea di concentrarsi su una parte circoscritta della vita della star americana, il risultato artistico è decisamente modesto e non va al di là di quello di un prodotto televisivo di medio livello. La sceneggiatura rappresenta personaggi monodimensionali (si spera che gli "originali" fossero più interessanti) e gran parte del cast offre una prova tutta di tipo imitativo senza grandi sforzi personali. Brava la Williams.
Raccontare Marilyn attraverso un momento specifico della sua vita privata e di attrice, per di più in Inghilterra, è una buona idea di partenza. La realizzazione però si riduce a un'enfatizzazione del mito (nel bene e nel male), cioè una Marilyn che è nell'immaginario collettivo e senz'altro non la vera Marylin. Ma al di là di questo (non si può pretendere di scoprire qui l'intimo di un personaggio icona) c'è un sapore generale artefatto e artificioso e di troppo visibilmente recitato. Più veri i personaggi e le storie collaterali.
Perché Marilyn? Dove sta il segreto di una donna priva di talento tranne quello di essere Marilyn (e che Dio la benedica per questo?). Un piccolo film ben interpretato, storia di iniziazione, anche, nella maniera più classica, portato avanti in maniera un po' asfittica. Si perde per strada il conflitto Marilyn/Olivier che immagino pieno di dualismi in favore di un racconto tra "normale" e "dea", ma ci sono momenti di fascino. Tra le varie cose Marilyn era una vampira di sentimenti e questo nel film si capisce. Ottimi interpreti.
Dai diari di un modesto quanto capace galoppìno si narrano le vicende specifiche di un frammento di vita della Monroe. Lievemente sdolcinato, ma l'interpretazione della Williams è efficace e cattura lo spettatore. Buone immagini campestri e interessante l'analisi della fragile personalità della compianta attrice. Forse scontato ma piacevole il finale.
Visivamente piacevole, ma soprattutto reso interessante dall'interpretazione della Williams. La storia di per sé raccoglie momenti molto intimi della notissima attrice, manipolati con gusto dalla regia di Curtis. Notevole la fotografia. Probabilmente troppo poco interessanti i comprimari rispetto alla ovvia protagonista, ma il film scorre piacevolmente senza eccessivi spunti.
Non è un film sulla vita della Monroe, ma solo di una sua settimana sul dietro le quinte del set de Il principe e la ballerina di Olivier. Buon film con ottimi interpreti (penso che Michelle Williams meritasse l'Oscar) che soprattutto risulta piuttosto scorrevole.
Tratto dal diario di Colin Clark, terzo aiuto regista durante la lavorazione de Il principe e la ballerina, ricostruisce il rapporto che nacque tra lui e la celebre attrice durante le riprese di quella pellicola. La vicenda si segue con un certo interesse soprattutto grazie alla ottima prova di Michelle Williams, che riesce a restituirci un'immagine molto credibile di Marilyn. Per il resto sembra un prodotto destinato alla televisione più che al grande schermo, con approfondimento psicologico dei personaggi piuttosto latitante.
Terreno scivolosissimo... sia per il regista che per la Williams (mettere in scena un'icona come la Monroe, di cui si è scritto, letto e visto di tutto è ardua impresa). Però. Il film non è memorabile, né eclatante. Ma è coraggioso, anche se misurato, forse troppo. Questo mantenersi quasi asettici non conferisce gran spessore al lavoro, ma al contempo non lo rende nemmeno una pagliacciata. Apprezzabile il fatto che l'attrice non scimmiotti le indimenticabili movenze di Marilyn ma si limiti a essere se stessa, ben interpretando.
Approccio promettente sulla carta, ma risultato sotto le aspettative e film trascurabile ed anche noioso. Diretto in modo piuttosto anonimo da Simon Curtis, si salva a livello di ricostruzione scenografica ed ambientale, ma delude come biopic. Alla fine, dopo questo "dietro le quinte" non ne sappiamo molto di più delle figure coinvolte nella lavorazione de Il Principe e la ballerina. Williams si impegna ma il ruolo per come è scritto la condanna ad un confronto per lei ingeneroso con l'originale, Redmayne è troppo tremulo e trepidante, Branagh sfiora la macchietta, Dench si affida al mestiere,
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DiscussioneGugly • 14/06/12 13:07 Archivista in seconda - 4712 interventi
Non ne ho letto un gran bene: in sostanza le recensioni parlano di una confezione di lusso ma per film tv, e non c'è nulla di così meravigliosamente nuovo ed accattivante.
Personalmente volevo andarlo a vedere ma un mio amico lo ha visto e me lo ha "caldamente" sconsigliato. A suo parere è un film molto banale che non merita la sala cinematografica....
DiscussioneZender • 14/06/12 17:19 Capo scrivano - 48949 interventi
Kanon ebbe a dire: Imdb cita come titolo originale My Week with Marilyn. In effetti è vero. Rebis, avevi una fonte che dava come titolo originale il solo Marilyn oppure lo davi semplicemente per scontato?
Bella la ricostruzione degli ambienti e straordinaria l'interpretazione della Williams. Per il resto sceneggiatura evanescente e regia alquanto anonima. Tutto sommato 2 e mezzo.
Tu che pensi?
Didda23 ebbe a dire: Bella la ricostruzione degli ambienti e straordinaria l'interpretazione della Williams. Per il resto sceneggiatura evanescente e regia alquanto anonima. Tutto sommato 2 e mezzo.
Tu che pensi?
non mi ha convinto più di tanto, mi è sembrato nel complesso un film per la tv anche se devo ammettere che la Williams è molto brava. Sarei per le 2 palle (nel senso del voto :) )
Per quanto mi riguarda un omaggio inaccettabile, per una figura iconica come la Monroe. Imbarazzante a dir poco: la fanno passare come un'oca giuliva...