La maledizione del secondo capitolo sembra incombere anche su Downton Abbey: ai personaggi usuali, incollati senza speranza nelle loro rigide classificazioni sociali, non si poteva che aggiungere poco. L'escamotage è la richiesta di utilizzare la splendida magione per le riprese di un film con due star del cinema e non mancheranno sorprese. Purtroppo il canovaccio di base sembra oramai logoro e gli sviluppi tanto prevedibili quanto stucchevoli. In controtendenza la solita insuperabile Maggie Smith, una inaspettata storia d'amore in punta di piedi per l'intenso maggiordomo.
Ottimo per i fan, Buono per i non-fan. Certo, dà per scontato che si conoscano a grandi linee personaggi, tensioni, coppie, assi ereditari e gerarchie della serie tv. Ma i due elementi di novità maggiori (la villa a sud, e la troupe cinematografica) danno buoni spunti. Recitazione impeccabile (ottima Mary/Dockery) da parte di tutti (non esistono piccoli ruoli), costumi magnifici, location stupende. Molto ben gestito il concetto di "teatro nel teatro", presente nella tradizione inglese almeno dall'epoca di Shakespeare. Forse ovvietà per gli studiosi di cinema, ma interessante.
MEMORABILE: Le (numerose) battute della contessa madre Violet/Maggie Smith, contro l'arte cinematografica e i suoi mestieranti.
Per chi non riesce a fare a meno del "microcosmo" inglese fatto di aristocratici e servitori, ecco sfornato il sequel di una saga nata da una serie di grande successo. Per non annoiare lo spettatore, gli sceneggiatori introducono nuovi personaggi e suggestive ambientazioni mediterranee. Il risultato è un film gradevole ma un po' discontinuo, in cui tutto è assolutamente patinato (perfino la morte di uno dei personaggi principali avviene senza molti scossoni) e che riesce, nonostante il buonismo profuso a piene mani, a stare al passo con i tempi. Ottima la prova di un cast corale.
Un film a uso e consumo dei fan, ma privato di tutte i contrasti e i dissidi tra i personaggi. Ormai, sia i nobili che il personale sono ritratti senza spigolature e ridotti a santini che si vogliono un gran bene. Al massimo, c'è qualche frecciatina che si conclude con un sorriso. E anche quando fa capolino la morte, tutto è molto soft. Le due linee narrative - la villa ereditata in Francia e il film girato a Downton Abbey - sono poco più che delle vetrine per far dire qualche battuta a ognuno dei tanti, troppi, personaggi.
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Senza particolare spoiler (perché si vede già nel trailer), uno dei temi è il teatro nel teatro, o più precisamente una troupe di cinema muto che gira un film all'interno... del film, con un cast di attori in mezzo al cast. Lodevole artificio, che permette di dividere il cast originale della serie in due gruppi, uno in Francia e uno in Inghilterra. Mi domandavo (qui qualche serio esperto di cinema saprà rispondere) se ci sono altri esempi di "cinema nel cinema" da elencare per poi vederli uno dopo l'altro.