Ci vuole un po' prima di “entrare” nel film, perché l'impatto lascia abbastanza di stucco: immagini di New York in notturna, fotografia dai colori accesissimi (e notevoli), giovani punk che si muovono in un mondo reso quasi alieno dai contrasti cromatici, una colonna che sembra suonata a un dito sulla tastiera creando effetti industrial... Margaret e Jimmy si fronteggiano all'interno di un appartamento: sono la stessa persona! L'androgina, fascinosa Anne Carlisle in doppio ruolo contribuisce subito ad accrescere le suggestioni “altre” di un film sulle prime tuttavia respingente. Solo a patto di accettarne l'approccio molto singolare, magari puerile...Leggi tutto ma insieme autenticamente ansioso di rompere gli schemi, si può pensare di raggiungere in questo modo le quasi due ore di durata (accorciate nella versione italiana).
E intanto gli alieni atterrano davvero: un piccolo disco poco più grande di un piatto da cucina si posiziona sul tetto della casa di Margaret, dove la giovane abita con la coinquilina Adrian (Sheppard). Invisibili, minuscoli, dapprima avidi ricercatori di eroina, gli extraterrestri scoprono che una molecola altrettanto potente viene sviluppata dall'uomo durante l'orgasmo. Non si sa bene come ma, in pieno coito di terzi, riescono ad assumerla (mentre le immagini si fanno “grafica” con filtri potenti tipicamente Anni Ottanta) provocando la morte di colui a cui viene sottratta. Ci vuole tuttavia un po' prima di avere la prima vittima. Nel mentre uno scienziato tedesco (Johann), unico a conoscere la verità su questi curiosi visitatori, si piazza nell'appartamento di fronte e spia Margaret...
La trama è in sé minimale, quello che conta è la descrizione dell'ambiente (nemmeno troppo degradato come ci si aspetterebbe) dei punk eroinomani che gravitano attorno alla protagonista, una di quelle che se deve far sesso non ci pensa due volte (ma si salva, perché lei l'orgasmo non lo prova mai). Non esiste una vera logica nelle scelte della regista russa Slava Tsukerman se non quella dettata dal desiderio di riunire cinema e arti figurative in un mélange dall'impatto warholiano in cui le parole hanno un'importanza del tutto secondaria, perlopiù inutile chiacchiericcio marginale anche rispetto alle musiche. Si conserva qualche traccia di ironia ai confini del demenziale soprattutto nella figura del professore tedesco, il quale contatta un collega cui spiega chi sono questi singolari alieni prima di far coppia fissa con la signora che ospiterà lui e il suo cannocchiale nella casa di fronte a quella di Margaret.
Si respira un'aria da “free cinema” che a molti potrà risultare indigesta ma che trova la sua dignità in una messa in scena ricca e negli occhi magnetici della protagonista, in una delle sequenze più riuscite dipinta progressivamente da diversi colori nel buio facendone apparire il volto. Sforbiciabile, perfettibile, spesso insopportabile eppure forte di quella malia che conservano le opere più singolari e strambe, non a caso giudicata da più parti un cult (e non è difficile capirne i motivi). Non per tutti, ça va sans dire...
L'idea non sarebbe neanche malaccio: chi raggiunge l'orgasmo con la protagonista (brava Carlisle in due ruoli) muore, e la cosa è strettamente legata con la droga e con gli ufo. Anche l'idea visiva non sarebbe male: calata nella scena post-punk/new wave newyorkese, la storia è raccontata in modo coloratissimo e con un grande uso di effetti psichedelici. Il problema sono da una parte proprio la compiaciuta trasgressività e il manierismo underground che tendono allo stucchevole, e dall'altra sceneggiatura e dialoghi insostenibili fino alla noia.
Fanta-thriller al limite dell'assurdo, difficile da digerire anche per gli appassionati del genere. In un superattico frequentato da punk e drogati, giunge un alieno con tanto di disco volante, che tramite un bizzarro meccanismo collegato a droga e sesso fa strage degli astanti. Pellicola di lentezza assurda, trama inesistente. Unica consolazione, la musica e l'atmosfera new wave (anche se troppo allucinata), tipica di inizio anni Ottanta.
MEMORABILE: La giornalista che ospita lo scienziato, anche lei piuttosto "affamata", tenta in ogni modo di sedurlo, ma lui insensbile va incontro al suo destino.
L'idea di partenza è bizzarra quanto basta per affascinare i fan delle stranezze e dei
b-movies. Il problema è nel suo svolgimento abbastanza ripetitivo ed infarcito di lunghi e vuoti dialoghi che non portano da nessuna parte. Per questo viene a noia presto (nonostante la versione italiana sia piuttosto tagliuzzata), anche se per fortuna a risollevare parzialmente la situazione, ci pensano le dosi massicce di gustosi effetti psichedelici. Con un maggiore ritmo poteva venirne fuori qualcosa di ben più interessante.
Bislacco e balzano oggetto quello di Tsukerman: all’ombra di una dittatoriale new-wave low-fi criptosatirica, resuscita via Maecki rifiuti di New York, fa ascendere Kern nel più russelliano dei cieli, fa fare a Roeg un crash-test coi trabiccoli di Waters. Se la spassa affidando a uno sbattiuova la coesione narrativa, a siringarci un frappè di metadone con ketamina, a urlare che l’estetica no future è il solo neo-risorgimento possibile. Tra le pieghe-piaghe della presunzione, affiora adamantino lo sfottò a tutta la sci-fi buonista e a un inviso star-system. Resa opinabile, ma una volta ci può stare.
Insulsa operetta di fantascienza con insolite venature "musicali/sottocultura giovanile" che francamente sono le uniche cose azzeccate nel film. La trama è assurda ma il peggio lo si nota nei dialoghi e nella monotonia atroce che accompagna il film per tutta la sua durata. Da vedere solo se completisti/collezionisti.
Girato a New York, ai tempi della new wave underground, è un film a basso budget ma visivamente splendido ed estremamente originale. Non a caso ha resistito al passare del tempo, trovando un suo seguito anche nelle nuove generazioni. In un ritratto preciso della moda, della scena ormai post punk e della dipendenza dalla droga di quegli anni, un film che il russo Tsukerman cuce sugli interpreti a partire dalla protagonista Carlisle, in cui la storia del personaggio coincide con quello dell'attrice. Droga, sesso, alieni: fantastico.
MEMORABILE: Le visioni a infrarossi dell'alieno; I rapporti sessuali che danno la morte; Il racconto della protagonista del proprio passato.
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ho anch'io quella vhs, ma dati i 9' e mezzo aggiuntivi del mux si impone il recupero per il raffronto. non che frema dalla smania di verificare, dato che non ho un felice ricordo del film...
Una delle interpreti del film è Paula E. Sheppard, che in Comunione con delitti aveva il ruolo dell'inquietante bambina Alice (anche se all'epoca l'attrice aveva già 19 anni). Questi sono gli unici due film a cui ha preso parte.