Stella solitaria - Film (1996)

"Western" moderno e per modo di dire, in effetti una serie di storie di frontiera (Rio County, Texas) che si intrecciano: l'indagine di uno sceriffo sulla morte di suo padre e celebre predecessore, la storia d'amore con una donna, il passaggio di clandestini. Racconto piscologico che non manca di risvolti "gialli", con interpreti sensibili, una buonissima sceneggiatura (nomination all'Oscar) e un'efficace ambientazione. Grande Kristofferson che nei flashback ruba la scena. Molto interessante.

Dietro il ritrovamento di uno scheletro umano con un anello massone e una stella da sceriffo di Rio County nel Texas, si sviluppa una storia del recente passato che coinvolge un sacco di persone, anche influenti, in una piccola città di frontiera tra il Texas e il Messico. Il plot è interessante e l'intreccio, non subito facile, viene gestito comunque bene e mantiene vivo l'interesse fino ad un certo punto, per poi rallentare e dilungarsi un po troppo rischiando di afflosciare tutto il lavoro. Forse troppa carne al fuoco e finale troppo consolatorio.

Una buona storia ben raccontata. Scontri generazionali ed etnico-sociali in una comunità di confine, con un bell'uso dei flashback ed un cast che funziona. Non tutto risulta essere come sembra e la sorpresa del finale non viene bruciata troppo presto. Bella l'ambientazione in una comunità tripartita di bianchi, neri e ispanici con diversi rapporti di forza. Kristofferson perfetto nella parte dello sceriffo corrotto e micidiale. Nulla di straordinario, ma è un film onesto e non banale. Il che non è poco!

Bel drammone tremendamente corposo, in grado di parlare del rapporto padre-figlio, di un omicidio e perfino dei problemi di convivenza tra messicani e americani in Texas. Nessun argomento è, purtroppo, sviscerato come meriterebbe e quindi manca un po' di coinvolgimento emotivo, ma la bella prova di Chris Cooper convince e il resto del cast è ottimo (da non perdere la McDormand come la folle ex moglie di Sam). Regia di buon livello, stupendi i flashback realizzati in singolo take, davvero stupefacenti. Decisamente consigliato.

Un bel film di "frontiera", realizzato da John Sayles nel pieno spirito del cinema indipendente. Una abientazione di confine (tra Taxas e Messico) e una storia con continui rimandi al passato. La sceneggiatura cura molto la caratterizzazione dei personaggi e la storia procede secondo un ritmo cadenzato ma verso un finale chiarificatore e destabilizzante. Buona la prova del cast con una menzione speciale per il sottovalutato Chris Cooper.

Probabilmente il miglior lavoro di Sayles regista indipendente di film spesso più interessanti che riusciti. Qui ricordandosi dei suoi esordi come sceneggiatore di "genere" (Piranha, L'ululato, Alligator), firma un western moderno che riflette sulla recente storia americana tra realtà e leggenda con un finale degno di Liberty Valance. La moltitudine di personaggi ricorda Altman, anche se non tutte le storie trovano adeguato spazio. Belli i flashback con un cattivissimo Kristofferson e un McConaughey meno eroico del previsto. Cast da oscar.

La stella solitaria potrebbe essere quella di qualunque Stato. Attraverso un film di memorie si ricostruisce il senso della fratellanza umana. Film potente e impegnato che ha nel suo impegno alcuni aspetti negativi: una certa lentezza e verbosità. Rimane un film di grande impegno e valore civile, in parte sorprendente nella trama e con scene magnifiche ed estremamente attuale.

Viene anche definito un western; in realtà è un qualcosa di più profondo. Di western ha soltanto l'ambientazione tra Texas e Messico, ma il plot (un omicidio avvenuto molti anni prima) riesce a condensare vari argomenti, primo su tutti il razzismo che pervade da sempre gli Stati Uniti. Non per il grande pubblico, ma merita una visione. Da segnalare i vari flashback.

Racconto corale di frontiera che mescola al suo intero diversi generi: c'è un intreccio apparentemente giallo di base (con tanto di interrogatori e ricostruzioni dei fatti) ma a colpire di più sono le vicende umane dei personaggi, uniti dal vivere in un posto che incrocia più mondi e più mentalità. La regia, a tratti un po' troppo lenta, dà il meglio di sé nei flashback in cui un ottimo Kristofferson tratteggia un personaggio spregevole come pochi catturando lo spettatore. Molto bravo anche Cooper, in un raro e meritato ruolo centrale. Finale stranamente conciliante.