Note: Aka: "Husbands and Lovers"; "In Excess"; "La Villa de los Viernes"; "Maridos y Amantes"; "Männer und Liebhaber". Musiche di Ennio Morricone. Dall'omonimo romanzo di Alberto Moravia.
La villa del titolo (viene pari pari da un romanzo del grande Moravia) è quella che la moglie di Stefano (Julian Sands) utilizza dal venerdì alla domenica, onde giacere con un contorto amante pianista e sgarbatello. La finezza del regista e quella dei costumi (firmati Armani) garantiscono trattarsi di un soft patinato, spesso ironico senza volerlo per l'approccio ad un genere realizzato senza convinzione. Veronica Del Chiappa, Joanna Pacula (l'unica bella & brava) e Sonia Topazio (ex di Argento) sono tre nomi che promettono bene, ma il film non mantiene quel che il cast ispira ad abundantiam!
Uno dei film più brutti e piatti mai visti, questo di Bolognini. A parte le eleganti e borghesi locazioni (bellissime, su questo lato, almeno, hanno avuto una certa cura) e l'atmosfera tipicamente Anni Novanta, il film non entusiasma, tutt'altro. Attori inespressivi (male Sands, pessima la Pacula, sul pianista manco mi pronuncio). Direi che non ci siamo proprio.
Uno scrittore concede alla bella consorte, molto trascurata sessualmente, la possibilità di tradirlo durante il week-end e lei non se lo fa ripetere e ci da sotto con un biondo e disinibito sadomasochista pianista. Ma il gioco si fa pesante e subentrano gelosia e giochi sessuali estremi. Il tutto in una pellicola patinata ma ben confezionata, con delle location da sogno e un Julian Sands sessualmente disinvolto, come mai prima. Perfetta la Pacula nel suo ruolo. Erotiko.
L'adulterio come prassi istituzionalizzata perde ogni carattere di segretezza e, fondamentalmente, di trasgressione, eppure non perde il potenziale destabilizzante sui fragili equilibri di una coppia di intellettuali troppo preoccupati di essere illuminati per essere sinceri con se stessi. Film a tesi, freddo, statico, prevedibile, nessuna volgarità, anzi un certo buon gusto nella messinscena. Ma il buon gusto in dosi eccessive è stucchevole tanto quanto il buon senso. Ecco: è un film di sano buon senso...
MEMORABILE: La Pacula è la migliore del gruppo: se non altro, sa essere erotica con naturalezza, senza forzature.
Da un assunto così vacuo e insignificante - il fallimento dell'adulterio libero e la (tardiva) scoperta dell'estraneità dell'amore al sadomasochismo - non ci si poteva attendere certo una grande opera; Bolognini riesce tuttavia ad imporre ancora la sua classe di vero regista nella conduzione fluida e sicura, virtù sconosciuta ai tanti mestieranti alle prese con il genere erotico. La Pacula si aggira in nudi integrali statuari e disinvolti, ma fotografati in modo freddo e patinato sino ad intaccarne la sensualità: ormai siamo nel baratro artistico degli anni Novanta, e si vede. *!/**
MEMORABILE: Il sesso con la sconosciuta nella toilette; Il film sulla ragazza ninfomane.
Quando in una coppia la moglie è ninfomane è affetta da una patologia e come tale va curata; non importa se da uno psichiatra o da un sessuologo, ma va comunque seguita. Il prenderlo invece come un fatto di normale amministrazione da assecondare diventa quasi un esibizionismo che non solo non fa star bene lei, ma fa uscire pazzi sia il marito (che ha voluto far l'eroe) che l'amante (che, una volta esaurito il bonus, si va a lanciare in stereotipi che son brutta copia di Arancia meccanica, con tanto di lividi e assoli di piano sgangherati).
MEMORABILE: L'adolescente che lo provoca col rossetto; La follia del pedinamento finale; L'incursione nella serra.
Difficile capire dove arrivano i demeriti del romanzo di Moravia e dove arrivano quelli di sceneggiatura e di regía. È invece chiaro che ci si trova di fronte al Bolognini peggiore. Non riesce ad essere erotico, per dialoghi che vanno oltre il confine della banalità. Non riesce a essere drammatico perché non prende mai. Non attinge neppure all’umorismo involontario. Più il film avanza è più sprofonda. Pare la parodia di un film tratto da un brutto Moravia... Sands (spesso presente in brutti film di noti registi) piatto. Pacula bellissima, ma non riesce mai ad essere credibile.
Dopo pochi minuti dall'inizio del film c'è già un occasionale coito tra l'inespressivo Sands e la bella Topazio, roba che ci fa subito pensare che il cinema è soprattutto fatto per sognare, ma quando il film è di Bolognini è lecito aspettarsi un'opera che se non altro schivi il ridicolo involontario. Tratto da un romanzo di Moravia (non si sa in quale misura), il film è logorroico e genera spesso ilarità per la malcelata volontà di risultare pretenzioso nei contenuti. Il cinema italiano Anni '90, anche diretto dai grossi nomi del passato, inizia a mostrare delle crepe. Terribile.
Stefano accetta che la moglie passi il fine settimana con l'amante, in una villa (da cui il titolo del film). Ben presto se ne pente e diventerà pazzamente geloso. Film terribile. Perché? Perché se ti chiami Bolognini non puoi accettare che si scrivano dialoghi sconfortanti e di rara bruttezza che fanno cadere le braccia e non solo quello. Se ti chiami Bolognini non puoi accontentarti di una confezione dignitosa. Se ti chiami Bolognini, dinanzi ad un tale film il giudizio non può che essere il più severo possibile.
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Immagine al min. 53:05 del dvd Minerva Pictures. Il master è quella della vhs, sono presenti molteplici imperfezioni video tipiche delle vhs. In questa scena l'immagine è nitida, trattasi di una ripresa attraverso il vetro di una finestra: