Splendido noir girato da Lewis (qui al suo miglior film assieme a "La sanguinaria") che può contare oltre che su una trama avvincente e molto intensa, anche e soprattutto su delle splendide caratterizzazioni dei personaggi tra cui spiccano quella del tenente Diamond e quella del gangster mr. Brown, interpretato da un immenso Richard Conte, che danno vita ad uno scontro assolutamente da ricordare. Ottima la fotografia. Tante le scene memorabili. Un pietra miliare del genere, seppure poco conosciuta, da riscoprire e rivalutare. Da non perdere.
Ottimo melò perfettamente travestito da noir, fotografato da John Alton in bianco e nero ultra-espressionista e girato da Lewis con vigore e trasgressioni sintattiche quasi fulleriane. Qualche difetto di scrittura (lo snodo che conduce a conclusione la vicenda è francamente tirato via) impedisce il voto altissimo, ma si tratta comunque di un grande film. Formidabile il cattivissimo Conte, che come Van Cleef troverà in Italia una seconda carriera.
MEMORABILE: "Brown sa che stai parlando con me" "Io non ho detto niente" "Ma questo Brown non lo sa"
Ottimo esempio di noir, girato con estrema sicurezza e professionalità da Lewis. La trama è classica per il genere di film, ma meno ingarbugliata del solito e il tutto si risolve in maniera piuttosto verosimile. I punti di forza della pellicola risiedono nella bellissima fotografia, che mostra un gioco di luci e ombre pazzesco e nella prova di Conte, il cattivo di turno. Purtroppo, nonostante tutte queste qualità, sembra che al film manchi la passione necessaria per diventare un vero e proprio cult del genere noir.
MEMORABILE: Brown rimuove l'auricolare a Joe per non fargli sentire i colpi di mitra.
Noir spasmodico, tra i più lividi della storia del genere, governato da Lewis con piglio fermo e la consueta attenzione alle implicazioni sessuali che governano i rapporti umani, tanto più in contesti per lor natura claustrofobici come quello malavitoso. Così se il film paga fio al tempo per qualche snodo un po' marchiano, indimenticabili restano i ritratti del Diamond di Wilde (ossessionato dalla pupa del boss più che dal senso di giustizia) e di un Conte dal famelico mestitofelismo, incapace di mascherar primigenia violenza dietro chiccherie da parvenu.
MEMORABILE: Il rapporto omofobico tra i due scagnozzi.
Piccolo classico del poliziesco/noir americano. La trama presenta alcune ingenuità (nel '55 però probabilmente faceva la sua bella figura), ma anche alcuni spunti interessanti ed è arricchita da buone soluzioni registiche, risvolti melodrammatici una volta tanto pertinenti e da un efficace disegno psicologico dei personaggi. Buon ritmo, bella fotografia e bravi interpreti: Wilde sbirro tutto d'un pezzo, Conte per fare il gangster era nato, la Wallace è stupenda e c'è anche un giovane Lee Van Cleef non ancora icona del western nostrano.
MEMORABILE: La tortura inflitta a Wilde e l'omicidio "silenzioso".
Un malavitoso potente e spietato, un poliziotto incorruttibile e testardo, una donna amante del primo e desiderata dal secondo: sono i vertici di un triangolo attorno al quale ruota una serie di personaggi ottimamente caratterizzati. Se la nebbia tutto avvolge sfumando i contorni, Lewis ha le idee ben chiare nel dirigere uno dei migliori noir del periodo, duro e sensuale. Conte perfetto nel ruolo, per Wilde la migliore occasione in carriera, ma anche il rancoroso Donlevy e l'ambigua coppia Van Cleef-Holliman non si dimenticano, come pure la glaciale bionda Wallace e la calda mora Stanton.
MEMORABILE: La tortura acustica; L'atto di "misericordia" (togliere l'auricolare per non far sentire i colpi); il rapporto ambiguo fra Fante e Mingo
Un criminale suadente e spietato con pupa bionda da infarto, un incorruttibile poliziotto, una cantante di nightclub, una moglie misteriosamente scomparsa. Con una solida storia e una miriade di bei personaggi di contorno, Lewis gira un gioiellino semisconosciuto, regalando a Conte una parte fantastica, magistralmente interpretata. I protagonisti sono tutti ben caratterizzati, l'intreccio è complicato il giusto, il clima è sempre teso ed efficace. La classe leggendaria di John Alton scolpisce il tutto in un b&n perfetto. Da non perdere.
Bel gangster movie di Lewis figlio apocrifo della più bella stagione del noir americano ormai sul viale del tramonto. Degli illustri predecessori mantiene la dicotomia torbida fra bene e male che si incrociano senza confini e la fatalità dei personaggi femminili ma, per quanto si lasci guardare con piacere, i modelli restano irraggiungibili. Il cast è di prim'ordine e i meccanismi narrativi funzionano, ma la vicenda si limita a stimolare l'immaginazione degli spettatori senza riuscirne a intaccarne le coscienze. Buono, ma non un capolavoro.
Un poliziesco-noir molto celebrato ma inesorabilmente guastato da eccessi melodrammatici e da una messinscena terribilmente datata. La figura del poliziotto è tutto fuorché ambigua, la violenza rimane rigorosamente fuori campo, la divisione tra buoni e cattivi è manichea e le scenografie e la regia sono quelle di un b-movie molto spartano. Wilde è surclassato dalla prova di Conte. Qualche bella sequenza non basta a giustificarne la fama di cult. Dello stesso periodo è molto più moderno e coinvolgente Un bacio e una pistola di Aldrich.
MEMORABILE: La tortura acustica di Diamond; L'uccisione di Joe senza auricolare; L'uccisione di Rita al posto di Diamond; Il faro puntato su Brown per accecarlo.
Un poliziotto perde la testa per la biondissima protetta di un pericoloso gangster senza scrupoli e saranno scintille... di pallottole. Richard Conte si fa odiare come pochi: sferrando un sorriso più sardonico che mai manda accecanti riflessi su tutto il resto di questo noir fondente, calato nelle fuligginose atmosfere americane metropolitane. Peccato per la trama inverosimile e fin troppo artificiosa, specie nel finale a tutto rosa.
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Distrubuita dalla fox video, questa pietra miliare dle genere noir avrebbe meritato ben altro trattamento di quello riservatole. L'audio italiano invece è vergognoso (si sente costantemente un fruscio fastidiosissimo), meglio vanno invece le cose con la parte video che presenta comunque alcune spuntinature (ma non troppe) in ogni caso accettabili visto che si tratta di un film che ha ormai sulle spalle più di mezzo secolo.
Tuttavia vista l'assoluta irreperibilità del titolo ed il costo piuttosto moderato (11 euro circa) vale comunque la pena procurarselo.
Vero che l'audio del dvd fa schifo (e non ci sono i sottotitoli alla versione inglese!), però almeno ci è stato risparmiato il ridoppiaggio atroce, e conservato l'autentico parterre de roi di doppiatori classici (De Angelis, Cigoli, Pavese, Locchi).
Non tutto il male....
HomevideoRocchiola • 16/01/19 12:14 Call center Davinotti - 1238 interventi
La riedizione della Cult Media non ha migliorato la situazione. L'audio è sempre pessimo e poco chiaro, tanto che ho fatto fatica a comprendere alcune parole. Inoltre per tutta la durata c'è un fastidioso fruscio di sottofondo. L'immagine è passabile ma molto sporca, piena di graffi e spuntinature. Siamo anni luce dai bellissimi bluray dell'inglese Arrow e dell'americana Olive, che presentano immagini adeguatamente restaurate, ma ovviamente senza audio italiano !!!!