Incentrato sulla "nottata" milanese di due belle ragazze che si infilavano involontariamente in loschi giri di delinquenza. Rimasi stupito perché, anche se imperfetto, aveva ritmo e una certa originalità rispetto ad altri prodotti più stereotipati della stessa epoca e aggiungeva piccoli tocchi di erotismo al plot un po' noir. Notevole la prova di Albertazzi e gradevole la presenza trash dell'orchestra Casadei.
Troppo scomposto, per cui è più curioso che riuscito. Ricorda un noto film di Pagliero. Va a strappi, non per scelta narrativa ma per il fatto di mettere l'una dietro l'altra situazioni di grande dislivello (si pensi al finale buonista, davvero brutto, e all'ambientazione nella casa della Brochard, azzeccatissima). Anche le interpretazioni sono disuguali: la Sperati (una figura che anticipa la Nicolodi di Profondo rosso: e qui ci sono pure i Goblin!), più che altera, è rigida e sparisce di fronte a quasi tutti gli altri. Meglio la Javicoli (pure lei sfortunata nella vicenda della vita), scarsa di torace ma di grande appeal. *½
Unità di tempo, luogo ed azione per questo buon film di Tonino Cervi. Se la struttura del film non riserva particolari sorprese, la sceneggiatura però ha spunti intelligenti, il ritmo è svelto ed il cast è ottimamente diretto. Sulle due protagoniste femminili si può dire solo che sono (erano) due bellissime ragazze, in particolare Sara Sperati, anche se recitare immagino sia un'altra cosa. Claudio Cassinelli, in un breve ruolo, lascia decisamente il segno come del resto faceva quasi sempre.
Due ragazze a dir poco disinibite e conosciutesi per caso passano una notte di trasgressioni erotiche nella rilucente Milano degli anni '70. Interpreti principali di scarso spessore artistico attorno a cui ruotano però Albertazzi e la Brochard in ruoli piuttosto scandalosi per l'epoca. Manifesti dei Goblin un po' ovunque e piccola presenza del gruppo con qualche interessante accordo pre-Profondo rosso.
Scorribanda notturna nella Milano anni Settanta il cui spirito goliardico prevale sull’intento di documentare i costumi trasgressivi dell’epoca. Funziona a corrente alternata, sebbene la lampadina si illumini solo all’approssimarsi di una svolta narrativa (i bagni pubblici, il cinema a luci rosse, la balera di Raul Casadei, l’appartamento dei ricchi viziosi) o con l’ingresso di un nuovo personaggio. Le due insipide protagoniste vengono presto spodestate dalle mattoidi caricature di Prete, Pellegrino, Cassinelli, Brochard e dal cameo di un Albertazzi en travesti.
MEMORABILE: La Calandra sconvolta dal linguaggio scurrile della Sperati; al cinema; Cassinelli abbandonato dall’amante.
Curioso, deliziosamente anni settanta ma finito l'amore per il decennio poco rimane della pellicola. Cast secondario migliore delle due protagoniste e questo non aiuta, finale che non convince completamente. Poco riuscito in definitiva, cito giusto la scena nella piscina.
La trama di questa pellicola anticipa, secondo me, il celebre Avere vent'anni di Fernando Di Leo (e anzi trovo questo decisamente superiore rispetto a quello di Fernando Di Leo). Sulle due protagoniste che dire, a parte che erano bellissime... peccato non ci siano più. Sara Sperati ha un look tutt'oggi ancora attuale, mentre quello di Susanna Javicoli è tipico anni '70. La storia mi ha convinto sia come ambientazione che come originalità. Ben diretto e con ottimi attori. Se fosse stato un film americano sarebbe diventato un successo!
Non male questa commedia ambientata quasi tutta in una notte nella Milano anni 70: le due attrici insieme funzionano bene e il cast di contorno è composto da attori bravi e azzeccati. C'è un buon ritmo, per un film come questo. Sicuramente originale per l'epoca e in effetti anticipatore di Avere vent'anni.
Mah... Stuzzica la firma di Simonetta, che garantisce sulla genuinità dello slang, ma il sottobosco dei suoi "non tanto regolari" ha perduto l'innocenza e si è popolato di freaks. Reperto di un periodo in cui letteralmente qualsiasi copione aveva la possibilità di essere girato e interpretato da chiunque (come c'è finito Albertazzi qui dentro?) singolare ma un po' scombinato, con protagoniste belline ma senza personalità.
MEMORABILE: La casa di Martine Brochard, con Fontana e Warhol in bagno
Ragionando col senno di poi, una via di mezzo tra Fuori orario e l'Avere vent'anni col finale edulcorato. Non che il film possa dirsi riuscito (certe lentezze sono sfiancanti, i dialoghi talvolta stuccano e le protagoniste funzionano solo a tratti) ma colpiscono l'eleganza di alcune scene (i raffinati interni della villa, immortalati con grandangoli alla Kubrick) e il suo approccio gioioso e diretto al concetto di trasgressione. Simpatico Prete e notevole Cassinelli (con fugace full frontal) versione omosex. Non male la colonna sonora. Curioso.
Tutto in una notte versione italiana con aggravante: approccio sinistroide, intellettualoide e femminista. Cervi spreca un cast stellare per l'epoca con il deprecabile e imperdonabile difetto di "travestire" Albertazzi e rendere bisessuale Cassinelli. Il peggio degli anni '70 è qui rappresentato, con tematiche di liberazione sessuale che però fanno giustamente dire, a una delle due (bellissime peraltro) protagoniste all'uscita di un cinema a luce rossa, commentando la squallida presenza maschile: "Fanno pena... come noi!"
MEMORABILE: Il casino in casa di Destino (Giorgio Albertazzi)...
Buona l'idea di presentare diversi modi di passare "la nottata" nella Milano degli anni 70. Cervi rappresenta in modo forse troppo aneddotico e caricaturale le varie situazioni, ma resta comunque un buon film tipicamente della sua epoca e richiama certe produzioni americane dello stesso periodo. Efficace la parte di Albertazzi nel ruolo di travestito.
Due giovani e spregiudicate fanciulle vivono una nottata di follie in compagnia di un tassista meridionale in cerca di avventure. Alcuni intermezzi rallentano pesantemente il film (su tutti la scena della balera), altri invece sono molto comici (quello al cinema). Un vero concentrato di follia che trova il suo apice nella casa dei borghesi annoiati che si divertono a prendere in giro gli altri. Buono il finale.
Tutto in una notte a Milano. Chissà se l'intento di Tonino Cervi era quello di rivelare la presunta dolce vita meneghina Anni '70; se così fosse, c'è poco da stare allegri: la messa in scena è solo un scappatoia per una serie d'avventure by night per due avvenenti e sessualmente spregiudicate ragazze (Sperati/Javicoli). Il tono quasi documentaristico dell'opera (la balera, il party dei travestiti, i borghesi annoiati) ha un sapore artificioso, ma resta una pellicola con un buon ritmo narrativo e qualche felice trovata.
Un film giovane, fresco con dialoghi ironici e (molto) informali, ma appunto per questo credibile e divertente. La nottata fa riferimento alla peripezie di due giovani ragazze (il caschetto cult della Sperati insieme alla bellissima Javicoli) all'insegna dell'eccesso; si alternano travestiti, ricchi borghesi perversi e un affascinantissimo taxista. Un film pop d'impatto, i costumi sono azzeccati, le scenografie e gli interni pazzeschi, la regia di Cervi non si dilingua troppo in particolari inutili ma scorre veloce come i pensieri delle giovani.
MEMORABILE: La casa dei ricchi milanesi sul finale (bellissima!),il dito medio della Sperati, la Desiderio.
Uno dei film che identificano gli anni 70 fino all'espressione più intensamente tragica del terrorismo. La proiezione in una Milano già da bere, la dolce vita incerta e provvisoria. Tutto in una notte o quasi, dopo l'incipit tra palazzoni allucinanti e anonimi. Un mondo sommerso ma non distante dalla realtà di sempre. Prima che l'alba dissolva trasgressioni e sogni. Susanna Javicoli e Sara Sperati erano giovanissime, 19 e 18 anni, bellissime e disinibite.
MEMORABILE: L'apparizione brevissima e sorprendente dei giovanissimi Goblin in concerto: l'anno dopo diventeranno famosi con la colonna sonora di Profondo rosso.
Curioso film che sembra non volersi fermnare di fronte a qualsiasi forma di provocazione: travestiti, cinema a luci rosse, violenza, ricchi viziosi... Tonino Cervi propone per il racconto una regia nervosa e un Giorgio Albertazzi disposto a sua volta a un ruolo veramente forte. Insomma, sulla carta potrebbe essere un capolavoro ma sconta un ritmo un po' diseguale e alcune lungaggini.
Due ragazze sfacciate cercano di vendere un anello rubato. C'è un clima disinvolto negli ammiccamenti sessuali, con passaggi da una situazione all'altra senza amalgama. La regia, tolti i vari omaggi musicali, cerca anche di fare qualcosa (lo spettacolino in casa, le opere d'arte sparse) ma sconta qualche caduta nel becero tra mani nelle parti intime e sesso in auto; da tralasciare tutte le scene girate nei bagni manco fossero saloni di bellezza. Il migliore è Albertazzi, anche se il suo ruolo è grossolano.
Un vero cult. Vivace, coloratissimo, diseguale, disperatamente e totalmente anni 70 a rappresentare la Milano notturna dì un periodo che appare preistorico, non ancora da bere ma già tanto da vivere. Notevoli i personaggi di contorno, indimenticabili le due protagoniste, dalla recitazione quasi amatoriale e genuina, in grado di dar vita a due figure a cui è difficile non voler bene. Bellissima la Brochard, come la sua casa. Da vedere.
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Nella casa dei ricchi alla fine del film, oltre a numerose opere d'arte si vede - sulla destra - anche un quadro di Giulio Aristide Sartorio "La sirena" (1893), all'epoca di collezione privata ora conservato al GAM di Torino:
Bisognerebbe vedere l'edizione americana (visto che non è segnato nemmeno come n.c.).
Si, credo proprio di riferisca all'edizione americana
Magari ha curato un montaggio diverso o ha girato una scena inserita nella trama. Lasciamo stare, a mio parere, a meno che non emerga qualcosa di più solido.
Bisognerebbe vedere l'edizione americana (visto che non è segnato nemmeno come n.c.).
Si, credo proprio di riferisca all'edizione americana
Magari ha curato un montaggio diverso o ha girato una scena inserita nella trama. Lasciamo stare, a mio parere, a meno che non emerga qualcosa di più solido.
Penso anch'io Francamente trovo surreale che il regista de L ultima vergine Americana affianchi Cervi sul set
Bisognerebbe vedere l'edizione americana (visto che non è segnato nemmeno come n.c.).
Si, credo proprio di riferisca all'edizione americana
Magari ha curato un montaggio diverso o ha girato una scena inserita nella trama. Lasciamo stare, a mio parere, a meno che non emerga qualcosa di più solido.
Confesso di avere (avuto) un debole per la bellissima, androgina Sara Sperati (all'anagrafe Adele Sperati). Ricordo che si cimentò anche come cantante dei Fingernails nel nascente panorama metal tricolore anni 80. Posto link di un suo brano: sentite che voce e che grinta la bella Sara!
DiscussioneZender • 19/02/25 08:09 Capo scrivano - 48949 interventi
Dave Hill, quando metti un link dovresti farlo rendendolo ativo. Per farlo devi selezionare la parola che vuoi linkare, cliccare l'iconcina della catena nel modulo del post e inserire il link nella finestra che ti appare, alla voce URL cliccando "inserisci". Lungo da dire, velocissimo da fare una volta imparato.
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