La donna alla finestra - Film (2021)

La donna alla finestra
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La nostra recensione di La donna alla finestra

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Minestrone di spunti prevalentemente hitchockiani reso esplicito dalle dediche al Maestro esibite a piene mani (i film che la protagonista guarda in abbondanza dal divano di casa), rielabora con una certa arguzia idee trite e ritrite ricavando il soggetto dal romanzo omonimo di A.J. Finn. La base quindi sarebbe buona, ma la sceneggiatura di Tracy Letts (presente anche nel cast nel ruolo del terapista di Anna) non riesce mai a rendersi interessante come vorrebbe e la fiacca regia di Joe Wright non migliora di certo le cose. In questo modo, i pur validi spunti che sorreggono la storia si sfaldano tra dialoghi debolissimi e un'interpretazione stanca di Amy Adams. E' lei Anna, una psicologa infantile...Leggi tutto con seri problemi di agorafobia che vive confinata nella sua casa di Manhattan passando le giornate guardando la tv o quello che vede fuori dalla finestra, ovvero il condominio di fronte che tanto somiglia a quello del celebrato classico di Hitchcock.

Ossessionata da turbe la cui origine non è da subito chiara, Anna viene un giorno soccorsa, vittima di una di queste, da una gentile signora (Moore) che dice di chiamarsi Jane e che passa con lei qualche mezz'ora a discorrere tra un bicchiere di vino e considerazioni piuttosto banali sulla vita e sui figli. Sono madri entrambe, ma se di Anna - che sulle prime sembra separata dal marito - la figlia non si vede mai, il figlio di Jane, Ethan (Hechinger), ha invece frequenti contatti con la protagonista: allergico al gatto di lei, Punch, mostra di ambientarsi a fatica in città e ha evidente bisogno di conforto. Anna - d'altronde questo è il suo mestiere - gli sta vicino, ma una sera assiste dalla finestra a una scena agghiacciante: nell'appartamento di fronte, Jane viene pugnalata da qualcuno - che non si vede - proprio mentre la donna stava preparando la sua grossa macchina fotografica per scattare.

Sconvolta, Anna chiama la polizia, ma quando alla sua porta si presentano insieme all'agente anche il padre (Oldman) di Ethan e con lui una signora (Leigh) che dice di essere proprio Jane, la madre del ragazzino, Anna va nel pallone. Com'è possibile? E chi era allora la donna con cui aveva parlato convinta che fosse Jane? Un bell'enigma al quale se ne aggiungeranno altri, compreso quello che riguarda la figlia e il marito di Anna.

Se il cast è indubbiamente di gran nome, va sottolineato pure che se ne sta in disparte lasciando tutta la scena alla Adams, gli unici occhi attraverso i quali leggiamo l'intera vicenda. Julianne Moore ha una parte piuttosto importante all'inizio ma se ne esce presto dal set accoltellata, Gary Oldman si ritaglia un ruolo ambiguo con qualche posa ma niente di più, Jennifer Jason Leigh si limita a un paio di comparsate. Un po' di più si vedono David (Russell), l'inquilino che vive nel seniminterrato, aspirante cantautore e tuttofare per necessità, e il giovane Ethan, ma il focus è sempre su Anna: semialcolizzata, depressa, stanca della vita, è pure vittima di allucinazioni in cui la regia può sbizzarrirsi in inutili effetti di grafica e montaggio, in attesa di un finale deludente e nel quale ci si dà all'action con risultati modesti.

Lo stile di Wright mostra una certa raffinatezza nell'inquadratura, può giovarsi della partitura musicale del sempre ottimo Danny Elfman e dell'elegante fotografia di Bruno Delbonnel, ma la tensione è assente e in un thriller è difetto grave, tanto più se i ritmi sono blandi e i dialoghi poveri...

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Tutti i commenti e le recensioni di La donna alla finestra

TITOLO INSERITO IL GIORNO 15/05/21 DAL BENEMERITO HERRKINSKI POI DAVINOTTATO IL GIORNO 22/01/25
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Il ferrini 2/06/21 16:26 - 2609 commenti

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Debitore senza alcun dubbio della finestra hitchcockiana, il film si regge totalmente sulla Adams, autrice di una prova notevole, pur struccata e vestita in modo sciatto per tutto il tempo. La rappresentazione della sua agorafobia è riuscita, molto meno la caratterizzazione degli altri personaggi, alcuni dei quali letteralmente buttati via (vedi la sprecatissima Leigh). Va un po' meglio alla Moore, che si ritaglia se non altro una scena degna di memoria. Nel complesso vedibile, ma la sensazione è quella di un'occasione mancata.

Rambo90 15/05/21 02:54 - 7922 commenti

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Dai dichiarati echi hitchcockiani (ma con molti punti in comune col meno blasonato Copycat, finale incluso), un thriller riuscito solo in parte. Indubbiamente girato con stile e con una prima parte intrigante ma a cui manca sempre qualcosina per essere convincente fino in fondo. La Adams si dimostra ancora una volta interprete di classe, il resto del cast rimane invece nell'ombra mentre la sceneggiatura si sforza di farci credere che il finale potrebbe essere diverso da come già si immagina. Non male, ma poteva essere molto di più.

Herrkinski 15/05/21 01:46 - 8590 commenti

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La finestra sul cortile, Ti ho visto uccidere, Copycat, Columbus circle: tutti titoli da cui questa produzione Netflix ha preso i migliori spunti, spesso al limite del plagio, nonostante sia in teoria tratta da un bestseller. Ci troviamo quindi di fronte a una sorta di compendio su un tema comune del cinema thriller/noir; ignorando i ripetuti déjà vu il lavoro ha un cast davvero ottimo, una confezione di lusso, ost di Elfman e alcuni twist riusciti, oltre a un finale tipico ma che riserva qualche colpo basso. Non male dopotutto, a patto di chiudere un occhio e stare al gioco.
MEMORABILE: Lo scontro finale.

Galbo 15/05/21 17:31 - 12603 commenti

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Ad essere benevoli, un film ampiamente “citazionista”, che riprende suggestioni cinematografiche del passato per raccontare di una donna con parologie psichiche che osserva i vicini da una finestra. Benché poco originale, il film non è sgradevole, grazie soprattutto alla prova del regista che utilizza bene gli spazi interni in cui si svolge la vicenda e all’ottima prova della Adams mentre gli altri attori sono relegati sullo sfondo, ed è un peccato specie per Oldman, il cui personaggio poteva essere meglio sviluppato.

Ira72 17/05/21 20:33 - 1357 commenti

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Una “finestra sul cortile” tutta al femminile, priva dell’iconica ironia e della classe di Stewart, ma compensata dall’indiscusso talento di una Adams decisamente provata dalla vita. Le atmosfere sono cupe, claustrofobiche e ben rendono il dramma interiore della protagonista. La sceneggiatura, però, non brilla per originalità e si poteva puntare più sulla caratterizzazione dei vari personaggi coinvolti che, invece, vengono sfiorati appena. Ed è un peccato, perché il cast lo avrebbe meritato. Finale prevedibile ma che, gustosamente, ammicca a qualcosa di  “argentiano”...

Daniela 17/05/21 21:42 - 13129 commenti

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Spiando dalla sua finestra l'appartamento dei vicini, una donna sofferente di agorafobia vede commettere un omicidio, ma nessuno è disposto a crederle... Thriller ultra-citazionista che vuol imitare Hitchcok ma risulta carente sotto il profilo della tensione e banalmente effettistico nell'epilogo. Adams si impegna ma il suo personaggio, sempre in bilico tra l'isteria e l'ubriachezza, fatica a suscitare empatia, mentre gli altri nomi del cast inutilmente lussuoso risultano sottoutilizzati (Moore) oppure sprecati in ruoli minimali (Oldman, Jason Leigh). Film bolso e pasticciato.
MEMORABILE: In negativo: il sistema di grondaie del tetto calpestabile che lo fa diventare una piscina.

Kinodrop 18/05/21 18:51 - 3277 commenti

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L'ammasso di citazioni filmiche risulta, in quest'opera di Wright, un'arma a doppio taglio che finisce per relegare in secondo piano lo sforzo di aggiungere qualcosa di nuovo a una tematica ormai lisa. Anche la struttura teatrale, chiusa nella dimora della nevrotica agorafobica psicologa, da una parte intriga e incuriosisce, ma mostra rapidamente anche la sua debolezza e costringe a una reiterazione che dopo un po' non sorprende più. La presenza di un cast di valore non apporta granché, limitato a interventi sporadici "quasi camei" e anche la prova di Adams funziona a fasi alterne.

Cotola 19/05/21 22:31 - 9423 commenti

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L'inizio non fa mistero, e come potrebbe mai farlo, della sua matrice hitchcockiana. Il seguito prende qua e là da altre pellicole. La derivatività dei vari spunti narrativi è sicuramente un problema, soprattutto perché la pellicola non ingrana mai la quinta ma vivacchia con qualche momento interessante qua e là e poca tensione. Anche il colpo di scena finale non è certo del tutto inaspettato: non è la prima volta che si vede sullo schermo. Gli ultimi minuti sono abbastanza pacchiani, specie se raffrontati a quanto visto poco prima. Bella prova della Adams, meno quella di Oldman.

Capannelle 27/05/21 22:49 - 4541 commenti

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Terrificante esempio di pesantezza che aumenta passo dopo passo, sequenza dopo sequenza. L'intreccio thriller che vorrebbe rinverdire i fasti hitchcockiani si rivela invece un guazzabuglio poco ispirato in cui la protagonista è costantemente in scena e collocata in uno spazio delimitato che aumenta il grado di soffocamento per chi guarda. Il tutto porta a un finale ancora più pasticciato nel quale alcune scene di lotta rasentano il circense. Begli arredi, effetti anche troppo spinti e poca sostanza, con un cast poco sfruttato per la eccessiva centralità della Adams.

Jdelarge 18/08/21 19:10 - 1000 commenti

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Un film di cui assolutamente non si sentiva il bisogno, che cita Hitchcock senza una ragione all'interno di una sceneggiatura pasticciata in cui nessun avvenimento sembra realmente giustificato. Anche il cast appare sottotono, compresa la brava Amy Adams. Si salva appena l'atmosfera, ma anche dal punto di vista fotografico il film sembra preconfezionato e senza anima.

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Nicola81 14/06/21 18:51 - 2934 commenti

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Occasione parzialmente sprecata, non tanto per gli innumerevoli rimandi ad altre pellicole (in fondo di quanti altri film potremmo dire lo stesso?), ma per una regia più interessata ai virtuosismi che a una storia che invece le frecce al suo arco le avrebbe pure (il colpo di scena rivelatore, per quanto non del tutto imprevedibile, regge abbastanza). Bravissima la Adams in un ruolo impegnativo che ne mortifica il fascino, ma gli altri nomi illustri del cast risultano utilizzati poco (Moore, Leigh) o male (Oldman) e anche il poliziotto comprensivo di Henry avrebbe meritato più spazio.
MEMORABILE: Il finale.

Tarabas 25/07/21 12:09 - 1888 commenti

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Una donna con mille problemi vive sola nella sua brownhouse newyorkese, osservando i vicini. Viene coinvolta in quella che sembra una storia di violenza domestica, ma c'è ben altro. Dichiarata la parzialità per tutto quel che fa Amy Adams, il film è riuscito a metà, tra citazioni hitchcockiane, ricerca di ambiguità narrative ben servite dall'ottimo cast e un finale un po' buttato via, che tradisce l'impronta che fin lì il regista aveva dato alla storia. Ci si sarebbe potuti aspettare un colpo d'ala, invece della splatterata di chiusura. Comunque un buon film, con ottimi attori.

Anthonyvm 5/08/21 01:05 - 6333 commenti

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Citazionismo feroce (Hitchcock onnipresente), ai limiti della scopiazzatura, per un thriller psicologico che, prendendosi troppo sul serio, trasforma la surreale teatralità della messinscena in una bomba a orologeria camp, fra dialoghi bislacchi, insistiti siparietti mind-twisting e colpi di scena non sempre preannunciati (ma in fondo lo script stesso è così disorientante che non ci si stupisce di nulla). Per questo si resta delusi da un finale troppo convenzionale, frenetico ma assennato, che allevia la morsa di follia stretta attorno al pubblico. Irrisolto comunque lo si guardi.
MEMORABILE: Le presentazioni "a turno" della nuova famiglia; I film visti dalla protagonista; Il flashback rivelatore; Sanguigna lotta sul tetto sotto la pioggia.

Ultimo 2/01/22 20:17 - 1714 commenti

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Thriller dalle atmosfere hitchcockiane, interessante nella trama ma poco riuscito nello sviluppo. La protagonista se la cava pure, ma nel complesso ci si annoia parecchio e qua e là ci si  perde e si arriva a un finale ben realizzato dal lato registico e scenografico, ma piuttosto confuso nella risoluzione. Resta qualche buon momento thriller, ma è un film che delude le aspettative. Mediocre, passabile giusto per una visione.

Giùan 16/03/24 08:41 - 4865 commenti

I gusti di Giùan

Sul fronte visivo è opera claustrofobicamente lussureggiante, cui Wright dedica una cura formale di ineccepibile consapevolezza teorica. Più ambigua l'analisi del piano narrativo in cui, sotto la tonitruante quanto abusata rivisitazione di affari cinematografici semplici (da Hitch a Polanski), si tenta una lettura non banale, se pur alfine senza reale presa, dei tempi pandemici e social mediologici (il discorso sulla impossible "condivisione" dei traumi e delle sofferenze personali). Amy Adams chiamata a una prova gravosa se la cava, ma girovaga da sola tra personaggi ectoplasmici.

Furetto60 21/12/24 14:34 - 1308 commenti

I gusti di Furetto60

Film che rende omaggio al celebre La finestra sul cortile, poco più di un ammiccamento; si tratta infatti di un giallo psicologico incentrato sulla figura della protagonista, Anna, agorafobica segregata in casa, alle prese con i propri pesanti incubi, almeno fino a un certo punto… Quasi del tutto incentrato sul personaggio da lei interpretato, la Adams sfoggia una prova superba lasciando poco agli altri. Ben nascosto il colpevole.
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  • Curiosità Daniela • 18/05/21 11:19
    Gran Burattinaio - 5945 interventi
    LO SCRITTORE BALLISTA
    Il romanzo da cui è tratto il film è The Woman in the Window, pubblicato nel 2018 con un grande successo di vendite, tanto che ne sono stati acquistati nel giro di poco tempo i diritti per la trasposizione cinematografica, la cui uscita è poi slittata a causa della pandemia covid19.
    Il romanzo segna l'esordio letterario di A. J. Finn, pseudonimo dello scrittore americano Daniel Mallory che è stato al centro di una polemica l'anno successivo.
    Infatti è emerso che lo scrittore, la cui vera identità era stata palesata al momento della vendita dei diritti, aveva più volte mentito circa le sue referenze accademiche vantando un dottorato ad Oxford mai conseguito e soprattutto circa le proprie condizioni di salute, sostenendo di aver sofferto di un tumore al cervello inesistente che aveva usato anche per giustificare i lunghi periodi di assenza quando lavorava in case editrici a Londra e New York.
    Mallory ha anche sostenuto falsamente che la madre era morta di tumore e che uno dei suoi fratelli si era suicidato.
    Lo scrittore ha ammesso di aver mentito, attribuendo il suo atteggiamento alla depressione conseguente ad uno stato bipolare, ma senza addurre prove mediche in proposito.
    Infine Mallory è stato anche accusato di plagio per essersi ispirato nel suo romanzo d'esordio senza citarlo al film del 1995 Copycat, diretto da Jon Amiel ed interpretato da Sigourney Weaver nei panni di uno psicologa criminale che, a seguito di un trama, si barrica nel proprio appartamento in preda ad un esaurimento nervoso che la porta a mescolare medicinali ed alcolici.
    Fonti qui (lingua inglese) e qui (lingua italiana).
  • Discussione Herrkinski • 18/05/21 13:41
    Consigliere avanzato - 2656 interventi
    Daniela ebbe a dire:
    Lo scrittore ballista

    Il romanzo da cui è tratto il film è The Woman in the Window, pubblicato nel 2018 con un grande successo di vendite, tanto che ne sono stati acquistati nel giro di poco tempo i diritti per la trasposizione cinematografica, la cui uscita è poi slittata a causa della pandemia covid19.
    Il romanzo segna l'esordio letterario di A. J. Finn, pseudonimo dello scrittore americano Daniel Mallory che è stato al centro di una polemica l'anno successivo.
    Infatti è emerso che lo scrittore, la cui vera identità era stata palesata al momento della vendita dei diritti, aveva più volte mentito circa le sue referenze accademiche vantando un dottorato ad Oxford mai conseguito e soprattutto circa le proprie condizioni di salute, sostenendo di aver sofferto di un tumore al cervello inesistente che aveva usato anche per giustificare i lunghi periodi di assenza quando lavorava in case editrici a Londra e New York.
    Mallory ha anche sostenuto falsamente che la madre era morta di tumore e che uno dei suoi fratelli si era suicidato.
    Lo scrittore ha ammesso di aver mentito, attribuendo il suo atteggiamento alla depressione conseguente ad uno stato bipolare, ma senza addurre prove mediche in proposito.
    Infine Mallory è stato anche accusato di plagio per essersi ispirato nel suo romanzo d'esordio senza citarlo al film del 1995 Copycat, diretto da Jon Amiel ed interpretato da Sigourney Weaver nei panni di uno psicologa criminale che, a seguito di un trama, si barrica nel proprio appartamento in preda ad un esaurimento nervoso che la porta a mescolare medicinali ed alcolici.
    Fonti qui (lingua inglese) e qui (lingua italiana).


    Azz, un bell'elemento!! Si spiega dunque il citazionismo spinto del film da cui è tratto (per non dire plagio), tuttavia il romanzo è stato un bestseller...
    Ultima modifica: 18/05/21 14:06 da Zender
  • Discussione Galbo • 19/05/21 05:57
    Consigliere massimo - 4012 interventi
    In pratica un mentitore seriale, forse la sua auto biografia sarebbe più interessante dei romanzi che scrive …
  • Discussione Daniela • 19/05/21 11:25
    Gran Burattinaio - 5945 interventi
    Galbo ebbe a dire:
    In pratica un mentitore seriale, forse la sua auto biografia sarebbe più interessante dei romanzi che scrive …
    Ho pensato la stessa cosa :o)

  • Discussione Ira72 • 19/05/21 12:17
    Call center Davinotti - 17 interventi
    Davvero...incredibile! Grazie per questa curiosità :)
  • Discussione Kinodrop • 19/05/21 18:57
    Compilatore d’emergenza - 146 interventi
    Anche non sapendo gli antefatti, si intuiva che si trattava di una mente balorda, più intenta a sommare citazioni, che a creare un qualcosa di originale.