Girato in economia ma non senza qualche ambizione, L'ULTIMO ULTRAS si propone come una sorta di neorealismo moderno raccontando una storia in verità ben poco spettacolare e legata più concettualmente che fisicamente al fenomeno degli ultras (più sanguigno e in tema l'ULTRÀ di Ricky Tognazzi). La storia è quella di Luca (Stefano Calvagna), tifoso di famiglia ricca che durante una rissa fuori da San Siro accoltella un ultras avversario. Autoconfinatosi in un paesino sul lago di Garda per sfuggire alla giustizia, Luca vive giocando alla Snai e sfogandosi la domenica allo stadio alleandosi regolarmente con i tifosi...Leggi tutto avversari che si azzuffano con quelli della squadra locale. Poi l'amore con una ragazza del posto, i ricatti di chi viene a sapere della sua vera identità, le visite del padre che cerca di convincerlo a costituirsi e cambiar vita...Scampoli di vita quotidiana in cui la visione da ultras si attenua avvicinandosi a quella di un qualsiasi pregiudicato alla ricerca di una ragione di vita. In questo la spontaneità e la recitazione sottotraccia di Calvagna (anche regista sceneggiatore unico) rende un buon servizio al film donandogli una certa credibilità, che poi gli improbabili intrecci successivi mineranno alla base. Eppure, a fronte di una regia mediocre e della misera confezione, il film si lascia vedere e, pur con qualche melensaggine di troppo, non annoia.
Ultras dal cuore d'oro uccide per sbaglio un tifoso avversario ed è costretto a cambiar vita. Non fatevi ingannare dal titolo, questa è una pura soap da tv libera, con attori scarsini, figure improbabili e uno sviluppo appunto da fiction. E soprattutto Calvagna più che scavare nel mondo del calcio fa harakiri tentando di cucirsi addosso la figura dell'eroe de noartri generoso ma perseguitato dai suoi cosidetti demoni. Secondarie e girate con sufficienza le zuffe. Che dire insomma de "L'ultimo ultras"? L'ultimo film, si spera.
Stefano Calvagna è l'ultimo eroe delle produzioni italiane a basso costo. L'esile trama racconta dell'ultimo ultras, che dopo un fattaccio domenicale si rifugia in un ameno paesino Gardesano: peccato che anche qui girino gang di tifosi-mafiosi con cui ovviamente si scontrerà. Calvagna si auto-dirige in pieno stile Eddy Andolf, nel senso che si mette lì e tira avanti la sua assurda baracca come può, senza budget (avrà speso tutto per ingaggiare Shevchenko!) e senza la benchè minima capacità non solo sua, ma di tutto il cast. Puro trash contemporaneo.
MEMORABILE: L'aggressione a Calvagna: notare la somiglianza con quella subita dal padre nella telenovela trash Sogni d'amore!
Ma che roba è? Terribile! Mal diretto, mal interpretato, senza sceneggiatura, con dialoghi improbabili. Peggio di una soap di terz'ordine. Calvagna poi sembra Mr. Bean ingrassato. Ci vuole coraggio a pensare a se stessi per quel ruolo. Il finale poi è la degna conclusione di questa pellicola scandalosa. Mi spiace molto per Marco Meconi (Fierolocchio di Romanzo Criminale la serie) che ha messo la faccia in questa pagliacciata (giusto termine per definire questo film).
Diciamolo subito: stiamo parlando di un film fatto con pochi mezzi (con tutte le conseguenze del caso), tuttavia non così disdicevole nelle interpretazioni (almeno per quanto riguarda i comprimari). Sotto il profilo sociologico il protagonista vuole contrapporre la dura realtà di un ultras divenuto – suo malgrado - un assassino alla pacatezza dei dialoghi; operazione tutto sommato riuscita, se non fosse per alcune quasi inevitabili cadute di tono, dovute più al limite di budget che a fattori artistici. Gradita la ex "ragazza del muretto" Francesca Antonelli.
Di questo filmaccio grezzo e superficiale salvo solo la naturalezza del protagonista (anche regista), che se dietro la telecamera pare non sfornare certo delizie filmiche, davanti almeno dà quasi credibilità al suo personaggio (un'impresa quantomeno ardua; il buon ultras...ma per piacere). Il resto è di una tale pochezza, con punte di ridicolo (la rivelazione cimiteriale) e di noia, non appena si scivola nei rapporti personali, da sconsigliarne la visione. Viene da pensare che Sheva l'abbia davvero trovato per caso nel bagno, quando non stava neanche girando, poi una cosa tira l'altra...
MEMORABILE: Non male il fatto che si mischi agli ultras in trasferta per scatenare risse (all'ultras che non l'ha mai visto, dice: "Sono un tipo riservato").
Calvagna scrive, interpreta, dirige questa apologia dell'Ultras. Il suo personaggio, un uomo schiavo della passione calcistica ma saggio e pacato e al contempo drogato di violenza (!!) è puro delirio calvagnesco e strada sicura verso il ridicolo involontario. Il plot lascia a tratti attoniti e ha il culmine nella love story che porterà il film a chiudersi con un'ellisse narrativa altamente delirante. La messa in scena da low budget e Calvagna attore spingono il film sotto la sufficenza.
MEMORABILE: Calvagna latitante, riesce a fare una vita agiata vincendo sistematicamente alla Snai!!!; I massi di cartapesta!; Sheva in bagno!
Un altro film sul mondo degli ultrà: asciutto, quasi senza effetti sonori, senza pietà per il protagonista, Luca Vanni, che si macchia di un omicidio nei confronti di un giovanissimo tifoso avversario. Roso dal senso di colpa, decide di isolarsi nell'albergo di un paese, ma il passato ritorna...
Un film che merita di essere visto, se non altro come altro esempio della follia legata al tifo organizzato (il protagonista, che non può farne a meno, decide di andare a vedere le partite, ma nel settore ospiti). Stile asciutto, regia valida.
Trash fuori tempo massimo con il regista che si cuce addosso un improbabile ruolo di assassino latitante dipinto come un buon ultras saggio. Incongruenze a profusione si alternano a dialoghi sentimentali da soap con Calvagna e Antonelli e a ridicole risse girate in maniera approssimativa. L'indulgenza poi con cui si descrive un mondo di teppisti delinquenti è alquanto fastidiosa. La parte finale con la svolta melodrammatica dà il colpo di grazia definitivo: se si arriva in fondo si è premiati con l'esilarante canzone sui titoli di coda.
MEMORABILE: La scoperta al cimitero; Il protagonista asso delle scommesse SNAI; Shevchenko che in bagno si sorbisce impassibile i deliri di Calvagna.
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DiscussionePol • 17/01/12 22:32 Servizio caffè - 185 interventi
Recuperato in dvd "E guardo il mondo da un oblò", commedia monolocale e monoespressiva del Tarantino italiano (Wikipedia docet). Inutile dire che sarà il feticcio della prossima serata Markussiana!
Corregge nel cast il nome dell'attrice inserita come "Giulia Elettra Gorietti (Giulia Gorietti)" lasciando solo Giulia Gorietti (come tale è inserita nei cast di tutti gli altri film nei quali l'abbiamo segnalata)
DiscussioneZender • 16/09/21 14:19 Capo scrivano - 48839 interventi
Ma infatti, per quello lasciamo sempre un cast col nome alternativo (e quello corretto tra parentesi), perché almeno in un cast la si trovi anche col nome completo. Non capisco dove stia l'errore. L'importante è che sia corretto il nome tra parentesi.