Perso per strada anche Biagio Izzo (approdato con Buccirosso alla corte dei Vanzina), Vincenzo Salemme continua per la sua strada assieme all'inseparabile Maurizio Casagrande, col quale parte da Napoli per Milano stimolandolo l'ovvio paragone (per lui impietoso) con gli immortali Totò e Peppino di LA MALAFEMMINA. Inutile perdersi in sterili quanto impossibili confronti: Salemme, ultimamente in caduta libera per manifesta incapacità nello sfruttare canovacci abusati, ricicla la storia del “provinciale” giunto a Milano in cerca di fortuna e che finisce subito nelle grinfie di truffatori che per cinquemila euro gli fanno credere...Leggi tutto d’esser spiato tutto il giorno con le telecamere per un nuovo reality. Salemme e l’amico si fingeranno gay per partecipare e verranno assoldati dal solito boss da barzelletta (Claudio Amendola) per sorvegliare l'amante bellissima (Alena Seredova) dall'aggancio di eventuali maschi arrapati. Uno stratagemma vecchio come il mondo (gli eunuchi a guardia dell’harem) che dovrebbe nelle intenzioni dell'autore dare il via a continui equivoci (i protagonisti sono convinti di essere spiati e di dover fingere ad oltranza), ma che in realtà è l'occasione per un riciclaggio spudorato di gag fruste e ormai non più divertenti. Solo la simpatia del Salemme attore, che sfrutta l'esperienza teatrale per animare con Casagrande qualche spassoso duetto, salva il film dalla noia perenne. Quando però si tratta di mandare avanti la storia c'è da mettersi le mani nei capelli. E che c'entra poi l’inutile prologo con Gian che fa il nonno libertino?
Traendo spunto dai fraintendimenti tra realtà e finzione di The Truman show, Salemme dirige ed interpeta una commedia di scarsissima qualità, tutta giocata sul già visto (comporatmenti da finto gay, equivoci, innamoramento, gravidanza inattesa) e su qualche esile richiamo all'attualità (le truffe dei reality show, gli immigrati). Gli appassionati del cinema anni '70 apprezzeranno il ritorno di vecchie glorie come Venantini e Posse.
Vorrebbe realizzare un film "agganciato" alla realtà l'attore (e regista) partenopeo Vincenzo Salemme: si vedano tutti gli equivoci legati ai concetti di realtà e finzione derivanti dalla partecipazione del protagonista ad un reality show televisivo. Purtroppo l'eccessivo uso di luoghi comuni e una sceneggiatura di scarsa qualità fanno naufragare artisticamente un progetto nato probabilmente con maggiori ambizioni.
Sterile commedia che ricalca il famigerato già visto in molte situazioni. La narrazione si avvale di luoghi comuni a iosa e, nonostante i simpatici siparietti tra i due protagonisti, non riesce proprio a decollare. Amendola non è credibile come boss e le bellezze non sanno cosa vuol dire recitare. Evitabile.
Una delle commedie che preferisco tra quelle dirette e interpretate da Salemme. È vero che la storia può risultare inverosimile, che il finale è un po' approssimativo, ma il film trasuda una sua poetica dei sentimenti e una leggerezza non riscontrabile in altre commedie del nuovo millennio. Salemme attore recita benissimo, alternando momenti comici ad altri più intensi, ben spalleggiato da Casagrande; la Seredova e Amendola sono più ingessati ma funzionali alle parti. Splendida la canzone "E femmene"; incomprensibile il cameo di Cannavale.
Spettacolo oltremodo deprimente: se il nobile archetipo potrebbe persino essere Un turco napoletano, Salemme si lascia tentare da un sottotesto da sociologia dei media, ma non riesce a raccontare neppure gli aspetti più superficiali della dinamica realtà-finzione in maniera divertente. Situazioni già viste, tenute insieme da un'infiocchettatura logora, annegate in un piattume televisionaro, appesantite da uno stucchevole sentimentalismo, quello sì da reality show. Salemme attore è affettato, petulante, la Seredova anchilosata e sussurrante.
Commedia degli equivoci in cui Salemme e Casagrande fanno omaggio continuo (non so quanto voluto o in malafede) a due mostri sacri come Totò e Peppino, per tipo di gag, tempistica e gestualità (tipo quella sul treno). E anche come Totò e Peppino, anche se il paragone è impietoso, il secondo (Casagrande in questo caso) ruba più volte la scena al primo. Segno anche di un Salemme già alla frutta al suo quarto film da attore/regista. Per non parlare di Amendola: una volta di più dimostra che fare l'attore (o almeno certi ruoli) non è mestiere per lui.
Un film davvero poco piacevole e che svilisce la bravura di Vincenzo Salemme e Maurizio Casagrande, che le provano tutte per far divertire ma con esiti decisamente debolissimi. Sono pochissime le gag gradevoli poi per il resto la noia aleggia come non mai e anche gli altri attori non hanno cartucce da sparare. La sceneggiatura non coinvolge. Nel complesso evitabilissimo.
Gian Fabio Bosco HA RECITATO ANCHE IN...
Per inserire un commento devi loggarti. Se non hai accesso al sito è necessario prima effettuare l'iscrizione.
In questo spazio sono elencati gli ultimi 12 post scritti nei diversi forum appartenenti a questo stesso film.
DISCUSSIONE GENERALE: Per discutere di un film presente nel database come in un normale forum.
HOMEVIDEO (CUT/UNCUT): Per discutere delle uscite in homevideo e delle possibili diverse versioni di un film.
CURIOSITÀ: Se vuoi aggiungere una curiosità, postala in Discussione generale. Se è completa di fonte (quando necessario) verrà spostata in Curiosità.
MUSICHE: Per discutere della colonna sonora e delle musiche di un film.