Fare un remake di un film così famoso era un rischio, ma comunque è piacevole e ha un ritmo che permette di apprezzarlo per quello che è. Il piccolo Smith si atteggia un po' troppo a divetto ma tutto sommato risulta simpatico; la vera sorpresa è l'ottima interpretazione drammatica del mitico Jackie Chan che illumina il film con il suo carisma. Un po' arronzata la parte del torneo ma comunque è un dignitoso inizio per una nuova saga.
Certi remake vanno sempre presi con le molle: per fortuna questo evita di prestare il fianco a troppi confronti, cambiando radicalmente l'ambientazione e modernizzando i personaggi. Il punto di forza non è tanto nella trama (ovviamente), quanto nell'ironia che permea la pellicola e nelle convincenti prove del cast. Nelle vesti del burbero maestro solitario, Chan convince sia nei momenti comici che in quelli drammatici.
Davvero niente male, un remake che tutto sommato non sente il bisogno di essere confrontato con il suo predecessore. Rinnovato con l'ausilio di qualche trucchetto computerizzato (vedi torneo), la vera sorpresa è la buona prova di Jackie Chan, che convince con il suo personaggio. Divertente.
Il remake del film di John Avildsen sposta l'azione della vicenda in Cina anche se sostanzialmente la trama non cambia granchè. Ne deriva un racconto di formazione chiaramente rivolto ad un pubblico adolescenziale e di famiglie, sufficientamente gradevole e ben realizzato anche se penalizzato da una durata eccessiva. Un po' di sintesi in più non avrebbe guastato. Dei due protagonisti, il figlio di Will Smith "gigioneggia" troppo mentre è decisamente buona la prova di Chan.
Discreto remake di Per vincere domani con un convincente Jackie Chan in una parte drammatica e con il troppo montato figlioletto d'arte, comunque simpatico. Ben realizzato lo scontro finale di lotta. Il limite è forse il troppo moralismo. Comunque ne consiglio la visione.
Titolo fuori luogo come nei film di serie C: si tratta di Kung fu e non di Karate. Superata la sensazione di essere stati truffati ci si concentra sul ragazzino protagonista, irritante come pochi e poco credibile nell'interpretazione del piccolo Smith. Per fortuna non tutto è da buttare e anzi si raggiunge il limite del passabile grazie all'originale scelta dell'allenatore. Stavolta non c'è più un maestro in pensione ma un personaggio sui generis (Chan) che rende la trama più interessante e riesce a mettere da parte i paragoni col passato.
MEMORABILE: Il celebre "Dai la cera, togli la cera" è ora diventato "Metti il giubbotto. Togli il giubbotto".
Cose da pazzi. Due ore e quindici minuti per un film con un ragazzino, che deve partecipare a un torneo per vincere le sue paure e ottenere rispetto. Non ci siamo. Ci voleva un po' più di umiltà, visto il materiale a disposizione, mentre qui il tutto è stato tirato all'inverosimile, con storielle, babyinnamoramenti, beghe tra razze, un custode traumatizzato (il comunque bravo Chan) e una madre tra l'isterico e il protettivo. Da segnalare, alcune splendide vedute (durante la scalata al tempio) esaltate da una buona fotografia e qualche scambio Chan-allievo. Non è un filmaccio, ma non incide.
MEMORABILE: "Metti il giacchetto, togli il giacchetto..."; I monaci in meditazione sulla cascata.
Remake abbastanza scontato che si avvale di una discreta interpretazione di Chan, ma per il resto mostra evidenti carenze. Il titolo è fuorviante, l'ambientazione (a parte qualche bella immagine) è ultra patinata ed il giovane protagonista è troppo smargiasso tanto da risultarmi antipatico. Il paragone con l'originale evito di farlo: c'è un abisso.
Al filmucolo, benché sia destinato ad un’utenza molto giovane, non può essere perdonata una messe di cose che non funzionano. C’è solo l’imbarazzo della scelta, dalla prevedibilità del tutto alla ripetizione del già stravisto, dalla banalità della telefonatissima conclusione (che non avrebbe scommesso su un 3-2?) fino all’esilarante tabellone del palazzetto dello sport con le scritte in inglese! Qua e là c’è qualche immagine interessante e qualche sagace movimento della macchina da presa, ma ciò non può certo bastare.
Temi portanti sono la caparbietà e la determinazione di un bimbo, che studia con umiltà (ma ponendosi anche tante domande) una disciplina dura e antica e temprante per la difesa di se stesso e per la gioia degli altri. Non spettacolare come poteva immaginarsi ma con una buona morale, è adatto a un pubblico giovane e alla fine risulta gradevole e poco impegnativo. Bravo il piccolo Smith.
Sorprendentemente riuscito. Non sono un grandissimo fan dell'originale, ma in ogni caso nutrivo poche speranze per questo remake; mi sono dovuto ricredere. Nonostante la durata imponente, il film mantiene alta l'attenzione e offre un'ottima commistione di emozioni e sentimenti; la morale edificante è la solita, ma il cast fa un lavoro eccellente (notevoli sia Smith che Chan, meglio degli originali Macchio e Morita), il cambio di location giova non poco (bella anche la fotografia) e il tutto ha l'aria di quei bei film di una volta. Promosso.
Mediocre consideravo l'originale, mediocre il remake. Con l'aggravante che qui l'atmosfera anni 80 con le Bananarama in sottofondo non si respira; al contrario c'è una vuota atmosfera anni 2000 tra pc ovunque, tablet, cellulari... Gli attori comunque non sono male: il figlio di Smith per certi versi mi è piaciuto più del padre e Chan, inutile dirlo, non si discute. Lungo, qualche ripresa notevole, ma da film da ragazzini che non va oltre i due punti.
MEMORABILE: Togli la cera, metti la cera diventa togli il giacchetto, metti il giacchetto.
New start più che rifacimento (difatti dovrebbe conoscersi come Kung fu Kid), con ambientazione di grande impatto e storia che mostra da vicino le difficoltà di inserimento in un nuovo Mondo (sociale prima che sportivo). Le scene di preparazione e propeduetica si rivelano suggestive, mercé gli sfondi caratteristici che le accompagnano e la varietà di espressioni che il piccolo Smith disegna sotto sforzo sul suo viso. Il finale adrenalinico, poi, regala momenti elettrizzanti e una carica notevole anche dal punto di vista emotivo. Consigliato!
MEMORABILE: La sfida di balletto tra i due ragazzini nella sala giochi.
Remake del primo Karate Kid col cambio di diversi fattori; ma il risultato, sia in termini d’impostazione che di gradimento, è uguale. L’ambientazione si sposta in oriente (bella la colorita Pechino), non si lotta col karate ma col kung fu, il protagonista da quasi ragazzo diventa un pre-adolescente e a istruirlo è sempre un maestro con un’amara vicenda personale alle spalle. Non può mancare il torneo finale in cui il ragazzino cerca riscatto. Jackie Chan non ha la simpatia di Pat Morita ma il film intrattiene e ha qualche flash educativo.
MEMORABILE: Il “Dai la cera, togli la cera” diventa “Metti giacchetto, togli giacchetto”.
Terribile remake in cui non funziona nulla: l'ambientazione, la storia, l'età imberbe dei ragazzini che si picchiano, il ridicolo protagonista. Si salva solo il leggendario Jackie Chan, che tuttavia appare come una pessima copia dell'inarrivabile Morita. Un film confezionate discretamente ma privo di qualsiasi intento artistico e di intrattenimento. Male, male, malissimo.
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HomevideoGestarsh99 • 27/09/11 02:04 Vice capo scrivano - 21546 interventi
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