"Va visto" perchè c'è l'Edwige, e tanto basti. Tonino (il solito Cenci laidissimo) in vacanza dal seminario è assillato dal nonno perennemente ingrifato (Stander), che vuole a tutti i costi svezzarlo sessualmente. Ci sarebbe la succulenta matrigna... Sotto-Malizia, sudaticcio e morbosetto, con uno Stander scatenatissimo. Niente di nuovo (ma chi lo va a cercare in questi film?), ma la presenza della Dea lo rende comunque degno di considerazione.
Tremenda pellicola di Dallamano, nella quale il puttaniere Stander (già non è granché, ma qui è al suo peggio) fa soldi vendendo i quadri di Caprioli, che sostituisce con riproduzioni (trovata mica nuova: si pensi a Soffio al cuore). Tutto serve a far sì che il peccato, ma a spettatore già estenuato, arrivi, vale a dire che Cenci (mediocrissimo) si faccia la Fenech (qui al massimo splendore). Fa quasi senso vedere Caprioli in una porcheriola del genere. Da evitare con la massima cura.
Che noia, che tristezza, che vuoto che percorre un film altrimenti interessante per contenuti (sceneggia pure Massimo Dallamano). La vocazione religiosa e il peccato carnale. Una scelta difficile, reprimere gli istinti e rinunciare alla carne. Ma il personaggio di Tonino (il seminarista) è attribuito all'insignificante Roberto Cenci, attore in grado di rendere vani gli sforzi di Vittorio Caprioli, della Fenech (sempre bella e brava) e degli altri discreti interpreti. Monotono e allineato alla vacuità di situazioni ben scritte, ma mal recitate.
Dimenticabile commediola sexy che, pur avvalendosi di attori del calibro di Caprioli e di Stander, per tacere della sexy Fenech e del bravo Cenci, una volta vista si dimentica in fretta. Nemmeno le scene erotiche risollevano una situazione che un copione brutto e una regia pachidermica di Dallamano contribuiscono ad affossare rapidamente. Decisamente pessimo.
Nonno sciupafemmine tenta di riportare "sulla retta via" il nipote seminarista durante una vacanza presso la dimora di famiglia. Farsaccia sottozero con Lionel "Mangiafuoco" Stander che imperversa nel ruolo del vecchio maiale. Caprioli alimentare, Fenech sempre bellissima. Pecoreccio militante, ala anticlericale. Solo per Edwige, mezzo punto in più.
A mio personale ricordo il più decadente e funereo film del nostrano filone erotico-morboso. Sarà l'ambientazione sicula che fa molto Delitto e castigo; sarà magari il suo muoversi nel milieu aristocratico-pretesco; sarà ancora che le ambizioni di Dallamano eran troppo alte rispetto al risibile soggetto. Certo è che lo pervade un'atmosfera cupa e triste di fondo, da cui non valgon a risollevarlo (anzi) le caratterizzazioni da gattopardo erotomane di Stander e da playboy vintage dell'altrove grande Caprioli. Certo c'è l'Edwige che...
Pessimo film, sicuramente tra i peggiori del sottogenere "commedia sexy". Il cast è ottimo (ci sono la Fenech, Stander e Vittorio Caprioli), il regista ha degli ottimi crediti, ma il film è davvero un disastro. Tra i tanti difetti: alcune incomprensibili "trovate", e la ambientazione campagnola che rende ancora più noioso un film già di per sé brutto. Pellicola da dimenticare.
Il titolo è esplicito: la castità del seminarista messa a dura prova dalle carni della matrigna. Una commedia alla siciliana di basso livello e povera di idee – l’ovvio paradigma è il Malizia samperiano – che non centra né il bersaglio del divertimento né quello dell’erotismo, visto che ci sono ben altre occasioni per rimirare la bellezza della Fenech. Il peggior film di un regista più che buono.
MEMORABILE: Cenci a letto con la puttana cicciona, una donna-mostro che sembra prelevata da un film di Fellini.
Trascurabile filmino di Dallamano tutto giocato su pretesti che non trovano sostanza visiva; ovvero: l'oggetto in questione non si riscatta con nessun tipo di smalto di superficie (smalto folle, audace o fumettistico e scapestrato, capace di colore e magnetica aura d'epoca). Accontentiamoci, noi adoratori di Edwige Fenech, di ammirare la divina; perché per il resto le occasioni di gaudio latitano. Appaiono, talvolta, schegge impazzite di quel nostro cinema amabilmente squinternato che fu, ma si tratta di davvero poco (purtroppo).
Il film propone turbe adolescenziali, matrigna vogliosa ed esigente, vocazioni (anti) clericali, spaventosa locandiera felliniana, nonno sempre arrapato e padre destinato a esser cervo. Non si vede quasi nulla, Edwige non si spreca, mostra qualcosina. Tiepido erotismo di situazione. Indeciso tra commedia scollacciata e qualche velleità d'autore (?), convince poco in ogni accezione, ma vince il comico. Bella OST, ambientazione caldo-nobile sicula, strappa più che altro qualche risata. Mezzi tecnici limitati.
Massimo Dallamano HA DIRETTO ANCHE...
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CuriositàZender • 30/01/09 13:38 Capo scrivano - 48959 interventi
Dalla prestigiosa mostra itinerante "I flani di Legnani" curata per l'appunto dal caro Buono con il contributo al restauro da parte di Zender, ecco un primo assaggio: il flano di INNOCENZA E TURBAMENTO:
Zender ebbe a dire: Dalla prestigiosa mostra itinerante "I flani di Legnani" curata per l'appunto dal caro Buono con il contributo al restauro da parte di Zender, ecco un primo assaggio: il flano di INNOCENZA E TURBAMENTO:
Opsss...
Avvisatemi quando passate da queste parti.
Non posso perdermi questo tipo di mostre...