Approfittare del nome di altri per contrabbandare i propri scritti e liberarsi dalla frustrazione dovuta ad anni di proposte respinte da ogni tipo di editore: non un'idea nuova per il cinema, ma qui è inserita in un contesto particolare, quello di un padre che diventa celebre grazie all'ultimo messaggio del figlio suicida. Messaggio scritto dal padre, appunto, per nascondere la dura verità di una morte sopravvenuta durante una masturbazione! Vai te a immaginare che quelle frasi sarebbero diventate un tormentone, nella scuola di Kyle (dove lui insegna). Kyle, fin lì considerato quello che era, e cioè uno stupido, divento un idolo e suo padre (Williams) medita di scriverne...Leggi tutto l'inesistente diario e di farlo pubblicare. Il tutto in un clima da tipica commedia americana, con la collega bella e svampita (Gilmore), il preside contrito per aver malgiudicato il ragazzo, le compagne scopertesi devote al mito del giovane quindicenne dall'animo poetico. Sopra a ogni cosa comunque lui, Robin Williams, al solito perfetto quando c'è da districarsi tra brillante e drammatico, capace di occupare da solo la scena e di coprice le manchevolezze di una regia non certo impeccabile; ma la storia è intrigante, non si bulta via nel finale e, anche se ci mette un po' troppo a raggiungere la svolta chiave del falso suicidio, si sviluppa con una certa arguzia.
Padre semi-fallito sfrutta le circostanze della morte del figlio per ottenere una rivalsa professionale e personale. Black comedy piuttosto acida e a tratti spietata, che cede un pochino sul finale alla tentazione di "normalizzare" il quadro. Vengono presi di mira molti (forse troppi) bersagli e non tutte le pallottole vanno a segno, ma la commedia si segnala comunque come una delle più intelligenti e "velenose" delle ultime stagioni. Davvero bravo Williams, cui la vecchiaia ha notato espressività e misura. Da noi direttamente in dvd.
Curiosa commedia dove Williams è uno scrittore fallito con figlio egoista e strafottente a carico. Quando il figlio muore per un "incidente", lui inscena un suicidio e inizia ad avere successo. La sceneggiatura ha buoni dialoghi e Williams è bravo come sempre a strutturare il suo personaggio, il resto del cast non è granchè ma poco importa. Bel finale.
Quando un 15enne, sessuomane e scioperato, muore durante uno stupido giochino auto-erotico, il padre - professore frustrato e scrittore mancato - ne mette in scena il suicidio, con tanto di commovente biglietto d'addio. Ma le bugie sono come le ciliegie, una tira l'altra... Scommessa difficile fare una commedia brillante sulla morte di un figlio - amato nonostante tutto - però il risultato è originale, graffiante, anche se nel finale la cattiveria cede il posto al sentimento. Insolitamente contenuto, Williams fornisce una prova convincente.
Commedia passata ingiustamente inosservata al grande pubblico, merita la riscoperta per la sua originalità, riguardante soprattutto la sceneggiatura che descrive una vicenda di brillante ricostruzione post-mortem dell'immagine del figlio del protagonista, in realtà giovane debosciato. Il film non risparmia sapide critiche allo sfruttamento mediatico del dolore e può contare su una delle migliori prove di recitazione di Robin Williams da parecchi anni a questa parte.
Morale interessantissima, film così così, un po' troppo sbilanciato tra dramma e cinismo, umorismo grottesco e ironia più tagliente (quella che scaturisce dagli eventi, molto più efficace). Robin Williams funziona, il resto del cast meno, mentre il finale, pur mancando della giusta cattiveria, non stona. Confezione non eccelsa, non priva però di qualche flash azzeccato. Non male, ma visto lo stimolante spunto iniziale si poteva fare di molto meglio.
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DiscussioneRaremirko • 4/02/14 00:51 Call center Davinotti - 3863 interventi
Bobcat Goldthwait, lo Zed presente in certi Scuola di polizia, qui fa anche un cameo; è l'autista che si siede affianco a Williams, su di un letto, ad un certo punto.