La musicomanie - Corto (1910)

Come in altre occasioni, Cohl mischia materiale girato con attori ad altro realizzato con la tecnica del disegno animato; purtroppo il risultato finale non suscita grande interesse. La prima parte presenta due strambi suonatori che si cimentano con alcuni brani musicali; una volta finita la loro esibizione, il protagonista va a dormire e "sogna", iniziando la parte animata in cui persone si trasformano in vari strumenti. Questa parte mostra la fantasia dell'autore, che però nulla aggiunge rispetto a quanto visto in altri lavori.

Dopo una prima parte descrittiva in cui appaiono sullo schermo le foto di grandi musicisti del passato, ecco che due improbabili e improvvisati suonatori si dilettano in maniera strampalata a suonare strumenti. Durante il sonno, però, gli esseri viventi diventeranno disegni animati capaci di trasformarsi in vari strumenti musicali. Cohl ancora una volta utilizza lo stesso schema narrativo che vede la parte animata alternarsi con gli attori in carne e ossa. Il risultato però non è del tutto soddisfacente, soprattutto se l'opera viene messa a confronto con altre simili dell'autore.

Un carosello musicale, o almeno è questo che si vorrebbe fare, ma l’esito è deludente. La parte con gli attori, cioè il musicista e la serva, è un po’ banalotta e fa riferimento a una comicità un po’ rozza. Il pezzo centrale del sogno, con l’animazione dei disegni, è un guazzabuglio che mette insieme troppe cose, con qua e là qualche spunto intrigante (la lotta tra le note nel pentagramma), ma in sostanza non riesce a trasformare la carrellata di strumenti e allusioni sonore in un vero concerto visivo. Scarsino.