C'è un uomo nel letto di mamma - Film (1968)

Una commedia tipica del periodo, con una prima parte un po' stentata ma che ingrana quando i protagonisti si sposano costringendo i vari figli a convivere sotto lo stesso tetto. Da quel momento le gag si susseguono felicemente e i duetti tra Doris Day e Brian Keith hanno il giusto pepe. Ci sono anche blandi tentativi di aggiornare la commedia familiare ai tempi, con inserimento di figli dei fiori e tocchi da '68. Non male.

Vedova ancora piacente incontra vedovo piacente anche lui. I due si piacciono, ma i rispettivi figli non approvano e fanno ostruzionismo prima e dopo le nozze. Facile indovinare come va a finire considerato il genere ed il periodo ma quel che importa è il percorso per arrivarci: qui si parte lentamente per poi accelerare fino ad epilogo in stile slapstik, alternando momenti riusciti ad altri melensi. Alla sua ultima apparizione sul grande schermo, Day si affida al mestiere e Keith è sponda adeguata. Commedia non sgradevole per quanto tanto convenzionale da considerarsi routine.

Dice il proverbio: “Chi muore giace e chi vive si dà pace” e Doris Day, alla sua ultima apparizione cinematografica, ci dimostra proprio come possa esserci vita dopo la vedovanza. Nonostante ostenti indipendenza, capisce pure lei che c’è qualcosa di meglio del dormire col cane. Innocua commedia in cui ogni intoppo viene risolto con inverosimile faciloneria, ma dopotutto è un prodotto per famiglie, occorre rassicurare i piccoli spettatori che a tutto c’è rimedio. Gli hippy inseriti a far baldoria non c'entrano nulla con il contesto, ma almeno donano un po’ di respiro e colore.