Hurricane - Il grido dell'innocenza - Film (1999)

Hurricane - Il grido dell'innocenza

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 26/09/07 DAL BENEMERITO CAESARS
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Caesars 26/09/07 10:07 - 3790 commenti

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Storia vera del pugile (di colore) Rubin Carter detto "Hurricane", che venne arrestato nel 1966 per un triplice omicidio e condannato a tre ergastoli. Solo nel 1988 venne dichiarato innocente e scarcerato grazie all'aiuto di un ragazzo di colore e di tre canadesi che si interessarono al caso facendo emergere nuove prove. Film robusto di denuncia che risente un po' dell'eccessiva lunghezza (più di due ore) e di uno svolgimento un po' troppo didascalico, ma che si avvale dell'ottima interpretazione di Washington. Da vedere.

Galbo 27/09/07 20:17 - 12393 commenti

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Solidissimo e meritevole film girato alla fine degli anni 90 ma che sembra provenire dal grande cinema impegnato americano degli anni 60/70. Norman Jewison, grande e sottovalutato regista, affronta con piglio una storia che ha il valore aggiunto di essere vera, con una bella sceneggiatura (forse un po' prolissa in alcuni punti) ed interpretata da un gruppo di validissimi attori; su tutti Denzel Washington che crede (e si vede) nel progetto e dà vita ad un'intensa e partecipata prova d'attore.

Redeyes 4/04/08 09:32 - 2449 commenti

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Film che, non fosse altro che per la storia, appassiona ed inietta rabbia e frustrazione. Washington recita come al solito benissimo e dà spessore al suo Hurricane Carter che si scontra con una società marcia. Film di denuncia che a tratti perde un po' di smalto per certe scelte non proprio ben riuscite (mi riferisco al trio di benefattori, che non mi convince per niente). Il ragazzetto dice poco o nulla e gli altri due hanno un'espressività disarmante. Ad ogni modo un film che si deve vedere. Inutile parlare poi di un certo Bob Dylan...

Tarabas 15/01/09 10:50 - 1878 commenti

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Tratto da un'incredibile storia purtroppo vera, il film mette in campo un Denzel Washington supermotivato, ma purtroppo è un fallimento totale a cominciare da una serie di puerili invenzioni di sceneggiatura (il poliziotto italoamericano razzista, i tre canadesi spuntati dal nulla che riescono dove hanno fallito grandi avvocati, forse perché spinti dalla bontà!) che privano di senso un'operazione che avrebbe dovuto procedere su binari di solido realismo. Le scene carcerarie sono vecchie e il monologo tra i diversi "Hurricane" in cella d'isolamento è fasulla.

Cotola 24/10/09 18:44 - 9044 commenti

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Drammone giudiziario che sconta una lunghezza eccessiva che impedisce di dare un buon ritmo alla pellicola e conseguentemente di avvincere lo spettatore che non potrà esaltarsi nemmeno per l’esito scontato (è tratto da una storia vera) della sfortunata vicenda del protagonista. Ma forse il problema è una certa piattezza di stile. E’ come se al regista importasse solo fare diligentemente il suo compitino e nient’altro. Forse con una mezz’oretta in meno ne avrebbe guadagnato.

Piero68 9/09/10 14:56 - 2957 commenti

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Da una storia vera, cantata persino da Bob Dylan nel pezzo omonimo, un bel film di denuncia con un Washington sempre ad ottimi livelli. Qualche sbavatura di troppo nella sceneggiatura lo depenna dal catalogo dei "capolavori" e lo rende troppo simile ad altre pellicole del genere "dramma carcerario" e l'eccessiva lunghezza lo porta forse ad essere un tantinello noioso nella parte conclusiva. Ma rimane comunque un bel film da vedere ed apprezzare per l'impegno civile profuso dal regista. Un pallino in più per la colonna sonora.

Capannelle 7/06/11 12:03 - 4411 commenti

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Proprio un uragano questo film non è. Nonostante il mestiere di Washington (menzione anche per Brown) e alcune premesse interessanti, si impantana nella parte centrale (la detenzione, lo sdoppiamento) e sceglie poi delle soluzioni poco credibili, dallo scialbo terzetto di salvatori al giudice che dice una cosa e ne fa un'altra. Peccato perché la storia da cui il film è tratto era comunque impressionante.

Furetto60 7/02/13 10:31 - 1194 commenti

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Lo confesso: per me Denzel Washington è un totem, e la cosa influenza inevitabilmente il mio giudizio. Film del filone carcerario tratto da una storia vera, fila liscio e coinvolgente fino al 145mo minuto. Cast d’eccellenza con un Clancy Brown ancora una volta nelle vesti di secondino (vedi Le ali della libertà), stavolta buono in modo eccessivo. Denzel, beh... è semplicemente perfetto. Manifesto di un’Usa capace di grandi ingiustizia, ma con il coraggio di riconoscere i propri errori.

Nando 2/11/13 01:11 - 3814 commenti

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Da una reale vicenda controversa nasce una pellicola incentrata sulla figura di un pugile non esente da misfatti ma, probabilmente, vittima carceraria. Discretamente lungo con uno Washington notevole che coordina la narrazione. Efficace la vista sul sistema giuridico americano. Sicuramente romanzato ma ben realizzato.

Rigoletto 12/08/18 11:43 - 1786 commenti

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Un film a due facce, entrambi importanti ma opposte: da un parte mette in luce una storia di malagiustizia, si avvale di una solida regia e di un cast ottimo. Dall'altra la storia viene eccessivamente romanzata, soffre di una lunghezza notevole e il finale cade come una mannaia improvvisa. Sarà il pubblico a decidere dove pende la bilancia. E se Washington, al solito, veste i panni di semi-dio della recitazione, si sarebbe dovuto dare un Oscar a Hedaya, mai così odioso. Efficaci anche Brown e il cameo in toga di Steiger. Anonimo Schreiber.

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Alex1988 13/03/21 19:07 - 728 commenti

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Norman Jewison non è certo nuovo ai drammi giudiziari (...e giustizia per tutti), ma è soprattutto con La calda notte dell'Ispettore Tibbs che "Hurricane" ha una certa affinità tematica. Rubin "Hurricane" Carten è un "negro" per l'America razzista degli anni '60, e come tale è un omicida naturale. Da qui il dramma carcerario che durerà per quasi vent'anni. Film ben strutturato e coinvolgente, nonostante la durata di quasi due ore e venti. Denzel Washington, poi, è sempre una garanzia.

Anthonyvm 14/04/22 15:33 - 5689 commenti

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Come la stragrande maggioranza dei biopic hollywoodiani, specialmente quelli che rispolverano tristi episodi di cronaca per avanzare importanti messaggi sociali, il naturale processo di edulcorazione degli eventi e di santificazione dei protagonisti-simbolo si palesa con sin troppa semplicità (l'eroismo dei successi sportivi, l'ingiustizia del mondo rimarcata a ogni occasione); tuttavia la seconda parte, intersecando alla figura di Carter quella del giovane e parimenti emarginato Lesra su un livello spirituale e intimista, commuove sinceramente. Washington perfetto, finale toccante.
MEMORABILE: Il superstite morente sollecitato a riconoscere Carter; Tre mesi di isolamento; I filmati di repertorio, fra Ellen Burstyn, Bob Dylan e Cassius Clay.
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