La desolazione e la dolcezza di un villaggio rurale americano, dove gli spettri del passato che braccano la solitaria Ingrid sono più feroci del maniaco omicida che terrorizza il vicinato. L'apparato iconografico dell'horror-slasher (forbici, maschere, agguati notturni) è un Golgota di cartapesta, il vero sacrificio di sangue è quello che quotidianamente Ingrid inscena nella sua mente, per purificarsi da una colpa immaginaria. Riuscita la dissezione di una mente paranoica in contesto horror, inutili i dieci minuti di spiegone finale. Repulsion in salsa yankee, merita davvero una visione.
MEMORABILE: Lo zio: "Il Signore dà, il Signore toglie... sia benedetto il Signore!" Lo sceriffo: "Eh, già! Amen!"
Misconosciuta pellicola americana, riconducibile al filone del dramma psicologico (dai risvolti thriller) alla Images di Altman, un genere battuto varie volte nell'arco degli anni '70 con esiti alterni. Qui l'impostazione prettamente "artsy", di derivazione europea, è meno pronunciata che in altri film del genere (si pensi ad esempio a La stagione della strega), favorendo gli elementi thriller; scelta non disprezzabile, ma comunque assoggettata a una lentezza del narrato eccessiva e ad un plot confusionario. Buono il cast; non male, dopotutto.
Un maniaco che uccide con un paio di forbici nasconde ben più drammatiche e scottanti verità sul passato e il presente delirante di una psicopatica. Le immagini e le atmosfere di fondo sono consone al racconto, ma il film non riesce a trovare una sua collocazione strutturale, annaspando qua e là, complice un montaggio scadente.
Comincia molto bene, con una bellissima ambientazione: una piccola cittadina che fa da sfondo ad atroci delitti del solito maniaco in passamontagna e guanti neri; purtroppo però perde molto nella seconda parte con troppi colpi di scena che tendono più a confondere che a stupire. Anche il lungo finale risulta alquanto evitabile. Molto brava però la Britt e va segnalata la presenza dei sempre graditi Mitchell e Ray. Un'occasione sprecata (recitazione a parte), purtroppo.
MEMORABILE: L'omicidio della donna dopo il tentato approccio nel bar.
Cosa può accadere a una donna già traumatizzata di suo la cui strada si incrocia con quella di un maniaco omicida? Nulla di buono, naturalmente... Thriller piuttosto anomalo e non privo di ambizioni, ma che nonostante l'interessante potenziale non riesce a elevarsi dalla media. I colpi di scena ci sono ma forse anche un pizzico di disonestà nei confronti dello spettatore, e il finale diluisce eccessivamente una rivelazione che era chiara già da tempo. Buone le interpretazioni, dignitose le musiche di Pino Donaggio.
Filmino dalla progressione lentissima e neppure interessante (nonostante il buon nome degli interpreti). Il lato thriller è trascurabile e manca sempre l'accensione della curiosità per le relazioni fra i personaggi o per l'introspezione psicologica degli stessi, che rimane allo stato superficiale. L'unico motivo che lo distacca dall'infimo giudizio sta nella (quasi) subliminale collezione di brevissimi flashback in cui lo spettatore viene invitato a ricostruire il lato oscuro della vicenda.
Curiosa ma non del tutto riuscita unione fra il proto-slasher in stile La città che aveva paura e l'horror psicologico al femminile sulla scia di Repulsion, Images e simili. Il risultato è un prodotto dall'aspetto cheap, ma affinato mediante un'ottima colonna sonora (Donaggio) e uno script dalla struttura più complessa (col rischio di sembrare confusa) rispetto ai soliti B-movie settantiani, fra flashback frammentati (montaggi allusivi e scabrosetti) e colpi di scena non sempre telefonati. Un film ambizioso, con diversi limiti ma apprezzabile.
MEMORABILE: Ingrid munge una capra e ha visioni di una coppia di amanti; Sangue nel latte; Lo stupro di Frankie armato di forbici; L'enigmatico finale nel bagno.
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