Eva, la Venere selvaggia - Film (1968)

Abbastanza divertente e a quei tempi si poteva fare incetta visiva di bestie feroci come ghepardi e giaguari, oltre che leoni... Carina da matti la Barros e brava a interpretare Eva. Chiaro che il film è un po' una favola datata e alcune scene non sono credibili, specie la rottura di tutti i marchingegni... di doppiogiochisti e individui senza scrupoli ce ne sono a iosa. Harris è costante come rendimento, la pecca è la lungaggine delle escursioni e dei preparativi. Il brano suonato nel locale all'inizio del film è uno dei miei preferiti in assoluto.

Misto tarzanoide femminile-scienziato pazzo. Al 7' Cecconi apre una porta. La mdp lo prende dall'altra parte: appare con una sigaretta in bocca, miracolosamente nata dal nulla. Finale: la Davis, che  ha appena vista ammazzare suo padre a fucilate ed era disperata, esce dalla grotta (dove si è appena consumato il fattaccio) e, gàrrula e sorridente, saluta festosa la Venere selvaggia. Nel "durante" abbiamo visto animali feroci d'ogni tipo, comprensibilmente presi da film di repertorio: ma i nostri eroi paiono passare tranquillamente a due metri di distanza dai leoni. Basta e avanza...

"L'Africa è un'amante che non ti abbandona, così sono venuto a Nairobi in cerca di calma... e di movimento". Con questa frase scolpita nella roccia inizia un film che insegue il filone africano e delle Tarzan versione sexy, qui ben rappresentate dalla burrosa Esmeralda Barros. Varrà il prezzo del biglietto? Film per cinemini di periferia, che allora necessitavano di prodotti in serie, con la promessa d’un mezzo seno e una storiella facile di contorno. Da onesto artigiano del cinema bis, Roberto Mauri si barcamena come può, in un film di scarso livello.