Ossessionato da incubi a sfondo satanico che non riesce a spiegarsi, Peter Crane (Rivero) scopre che alcune persone con cui aveva da poco fatto conoscenza sono morte. Poiché mentre era con loro, prima di svenire nel suo delirio, sentiva prudere tremendamente le mani e sognava di accopparle, comincia a rimuginare parecchio; niente di strano che arrivi alla conclusione di esser sul punto di impazzire. Recatosi da un medico amico di famiglia per un consulto (Conte), ottiene soprattutto di spupazzargli la splendida infermiera (Velázquez) soddisfando la propria indole dongiovannesca. Intanto però i delitti aumentano e l'ispettore Ranieri (Steffen), sposato a una donna che flirta...Leggi tutto con l'occulto, pare stia avvicinandosi con le sue indagini alla verità. Il film è un bizzarro rimescolamento di giallo e horror soprannaturale e può contare su di una prima parte che riesce in qualche modo a incuriosire per l'ambiente descritto: Crane vive in una villa con maggiordomo (Fajardo), non si risparmia nessun vizio “legale” (alcol, tabacco, sesso, le droghe no) e i suoi incubi lascian molto perplessi, visto che ogni tanto chi ci “entra” muore nemmeno il nostro fosse senza saperlo una specie di proto-Freddy Krueger con reazioni alla Hulk. Spuntano personaggi misteriosi (una donna che a sua volta dice di averlo visto in un suo sogno e di conoscere il suo nome, una coppia che vive in una villa di campagna e lo accoglie di notte fin troppo caldamente...), il medico tende ad assecondare le paturnie del giovane e l'intreccio – sostenuto dalla discreta regia di Mario Siciliano – a suo modo (e a tratti) avvince. Poi però la componente soprannaturale comincia a prendere il sopravvento e lentamente si scivola nel trash con effetti che precipitano il tutto nel ridicolo involontario dissolvendo quel poco di magia che s'era creata. Lo stesso Steffen, fin lì presente in rappresentanza della componente più classicamente giallo poliziesca, finisce avvolto nelle spire di follia mentre spuntan fuori pupazzi killer, oggetti posseduti, portacenere che girano da soli e più in generale fenomeni inspiegabili assortiti. Certo, c'è anche una sorta di soluzione, per i più esigenti, ma arriva quando francamente ci si è persi dietro a tutt'altro. Eros poco, nonostante il titolo (l'originale e più indicato è infatti semplicemente MALOCCHIO), follia un bel po' di più, anche se a dire il vero Siciliano non punta a centrifugare il tutto nel solito delirio generale ma prova a mantenere una difficile coerenza. Purtroppo gli effetti difettano e il risultato lascia inevitabilmente a desiderare. Così come il cast a dire il vero, in cui emergono il solo Steffen per la serietà e la Velázquez per la venustà.
Giallo/thriller con varie venature orrorifiche: pura serie B con tutti i pregi e difetti. La partenza è rozza ma efficace e la storia, almeno la prima ora, riesce ad essere intrigante e godibile. Poi però si inizia con una serie di assurdità e baracconate varie e il tutto si chiude con un finale deludentissimo. Piuttosto mediocre il protagonista Jorge Rivero, decisamente meglio Anthony Steffen e Richard Conte. Regia piuttosto piatta, fotografia curiosa (a tratti solare, a tratti crepuscolare) e piacevoli musiche di Cipriani. Per appassionati.
Un film che poteva essere molto buono rovinato da un bruttissimo scioglimento finale. Lo spettatore rimane sul serio a bocca aperta nel vederlo... Per il resto l'idea del playboy che sotto l'influsso di forze malefiche diventa giustiziere, uccidendo persone che hanno compiuto delitti, è buona e nella prima parte ben realizzata (la scena con Pigozzi!), il cast variegato è in forma, ma il risultato finale deludente. Cito Conte, Steffen, Fajardo e la Giordano. Peccato...
Discreto thriller con colorazioni horror, anche se con una storia un po' stramba anche per i canoni del genere. L'atmosfera generale è forse la cosa migliore, insieme alle musiche di Stelvio Cipriani: il finale è piuttosto brusco, ma direi che tutto sommato non delude nella logica della pellicola, pur restando poco chiaro (almeno nella copia televisiva che ho visto io). Insensati entrambi i titoli con cui circola, ma questo non sorprende di certo.
Piacevole, ben confezionato esteticamente, per qualche verso piccante, ma molto più fumo che arrosto. Bella gente che vive spensierata e ogni tanto qualcuno muore... quando poi alla fine ci sarebbe da dare una spiegazione al malocchio, introdotto veramente bene all'inizio e conservato altrettanto bene nel corso del film, ecco che tutto si squaglia come un gelato e ne vien fuori un gran guazzabuglio... Peccato!
MEMORABILE: Gli addominali tartarugati di Rivero e... l'assistente di Richard Conte. Col camice bianco è da sballo.
Titolo programmatico per un fantasioso, insoluto calderone di thriller ed erotismo con screziature di demoniaci rituali, che restituisce l’irresistibile fascino “weird” del più genuino cinemabis italiano anni Settanta e al contempo precorre i finali “ciclici” di molti b-movies del decennio successivo. Il palestrato Rivero vaga attonito in balia dell’Occulto dividendosi tra le veneri Giordano e Velazquez; Conte al tramonto racimola gli ultimi cachets nel nostro paese. Brevi partecipazioni di Pigozzi e Giancaro e recuperi western (Steffen, Fajardo).
Uno dei migliori film di Siciliano, regista troppo sottovalutato. Rivero si fa più guardare che apprezzare, ma non sfigura per niente, bellissime anche le comparse femminili. La parte del leone tocca a Richard Conte valido caratterista italo-americano noto per la sua faccia da boss. Il film è interessante e merita sicuramente almeno una visione.
Dopo un inizio da "trash", si riprende bene e, pur con qualche pausa, il meccanismo
thriller interessa, per poi però rompersi in un epilogo imbarazzante. Regista e sceneggiatori non sapendo che pesci prendere hanno, infatti, scelto la strada più facile ma anche quella più truffaldina che fa infuriare lo spettatore. Peccato perché
con una chiusa adeguata si sarebbe rivelato davvero un buon prodotto di genere. Così
invece lascia parecchio amaro in bocca per l'occasione persa. Il cast è di quelli che piace a chi ama il cinema bis.
Di erotico c'è poco, ma la follia imperversa indisturbata per tutto il film. Naturalmente non quella del protagonista ma quella di chi ha scritto e girato questo innominabile guazzabuglio senza capo né coda e con un finale truffaldino che grida vendetta anche agli occhi dello spettatore più paziente. Difficile immaginare, tutti insieme, personaggi tanto ridicoli, situazioni tanto assurde e una regia tanto clamorosamente inetta. Mezzo pallino in più, in omaggio alle incantevoli Daniela Giordano e Pilar Velasquez, splendida con e senza camice.
MEMORABILE: Il racconto è ambientato a Roma, ma quasi tutti i protagonisti hanno nomi inglesi.
Una palla. La summa di tutti i difetti immaginabili. Lento, assurdo, privo di ogni interesse e valore. A dispetto del titolo, non è nemmeno erotico, non è un giallo, non fa paura. Niente di niente. Da salvare giusto la bella Pilar Velasquez.
Si fosse costantemente mantenuto sulla strabica lisergia dei primi ilaricissimi minuti, avremmo avuto un capolavoro di visionareità degenerata da far rodere il fegato a Polselli. Invece, nulla di trashendentale. Anziché febbricitare in scultorama (ma non mancano risibili intermittenze di sapore andolfiano), il film si sgasa accartocciandosi in un pasticciatissimo canovaccio z-thriller cui tributare gragnole di sbadigli intervallati da ghigni fatti scuotendo il capino. Di erotico c'è pochino, e la sola follia è vederlo fino alla fine.
MEMORABILE: Le sigarette semoventi; il ritratto dell'anziana.
A tratti davvero folle. Le prime scene però farebbero pensare al peggio (e cioè al meglio, visto il genere da tripla BBB), con i "ballerini" nudi a certificare il "malocchio" per il malcapitato "fustone". Invece poi l'erotico si placa notevolmente (almeno per quanto visto), lasciando spazio a una non lucida follia, sempre più caotica e alla fine meno efficace del previsto. Resta comunque l'indiscusso fascino dell'"ultrabis", con tutte le consuete considerazioni che si debbono a questo, a suo modo, "grande" cinema.
Esemplare di quel tipo di cinema irregolare e irripetibile degli anni '70. Ha un suo fascino strambo; è un miscuglio di generi ed è folle come promesso dal titolo. Soggetto forse interessante, sceneggiatura lunatica e bucata, protagonista discutibile, passaggi quasi incomprensibili, varie baracconate, serie C sparsa ovunque; l'impressione d'insieme non è indegna (pur se difettosa) e alcune sequenze restituiscono una curiosa atmosfera straniante e allucinata.
Cinema di genere dell'epoca che può piacere o meno. La trama rivela un finale beffardo per la sua conclusione ma c'è un piacevole cast (con la Giancaro in primis e poi la Velàzquez), ville con piscina, festini con ragazze nude ecc. Effetti speciali che a volte, anche se assurdi, non sono malfatti; qualche scena incute quantomeno timore.
Da ricordare per uno dei più brutti finali della storia! A parte questo non sarebbe neanche tanto male. Un uomo mosso a sua insaputa da forze occulte (o dal malocchio del titolo alternativo) uccide i colpevoli di delitti sfuggiti alla giustizia. Un plot non originalissimo ma con una sua dignità e una discreta tensione che corre per (quasi) tutta la durata della pellicola. Peccato per la scarsa espressività degli attori (Riviero e Steffen su tutti) e per le scene oniriche al limite del comico involontario. Regia debole. Erotismo non pervenuto.
Senza capo né coda. Le sequenze si susseguono senza che lo spettatore capisca qualcosa di ciò che sta avvenendo sullo schermo; o meglio: egli annusa un minestrone fumante di satanismo, malocchio, detective story senza, però, riuscire a dare forma logica agli eventi. Per fortuna il regista mette nell'intruglio bislacco il legante necessario a renderlo sopportabile: le belle signorine. Tale inossidabile elemento permette al film di essere vedibile anche oggi e di ritagliarsi un pur minimo angolo di rispettabilità. Per il resto lasciam perdere.
Di follia ne abbiamo finché si vuole, di erotismo (a dispetto del titolo) quasi nulla, in questa bizzarra miscela di giallo e horror paranormale. Siciliano prova a mantenere la barra dritta e riesce anche a confezionare alcuni momenti discretamente inquietanti, ma anche a causa della ristrettezza del budget, su tutto aleggia aria di pressapochismo, e il finale, quasi incomprensibile, lascia ulteriormente l'amaro in bocca. Un interessante cast internazionale e le efficaci musiche di Cipriani fanno sì che almeno non si scenda al di sotto della dignitosa mediocrità.
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Deepred89 ebbe a dire: Cercando un po' tra i vari archivi online si nota che con il titolo Eroticofollia il film di Siciliano è uscito nel 1977, e che col medesimo titolo è sempre passato in televisione a partire dai primi anni 80.
Col titolo Malocchio non trovo nulla, ma possibile sia solamente perché si tratta di una parola troppo generica per una simile ricerca.
però se cerchi per immagini incapperai in due diverse locandine con due diversi titoli ma medesimo cast, come dimostrato nel mio post soprastante.
rilancio l'ipotesi che abbia in qualche modo beneficiato di una doppia distribuzione. da qualche parte si parla di due versioni dal differente metraggio...
Sì, in effetti come AKA è molto noto anche Malocchio, anche se non so se si tratta solo di un titolo provvisorio e di quello di un'edizione effettivamente circolata. Il fatto che non abbia trovato il titolo "Eroticofollia" in documenti antecedenti al 1977 potrebbe far pensare a Malocchio come titolo della prima edizione del 1974/1975, ma sono solo ipotesi...