Note: Aka "Drive-in 2000". I film proiettati nel Drive in sono quasi tutti film diretti dal regista Brian Trenchard-Smith, attivissimo nel cinema di genere australiano.
Curioso filmetto post-atomico, proveniente proprio dalla patria dove è nata la saga apripista del genere (Mad Max). Poggia su una brillante trovata: per arginare la delinquenza nel futuro vengono approntati dei "Drive In" che in realtà sono dei lager per contenere giovani disoccupati con tendenza a delinquere. Ma non sono lager veri e propri in quanto ai giovani viene permesso di fare qualsiasi cosa e vengono additittura forniti di ogni comodità. In più ci sono sempre film da vedere fino al mattino! Peccato che lo svolgimento sia fiacco...
Mad Max e I guerrieri della notte sono i modelli ispiratori anche se non manca, al cineasta australiano, una buona mano di regia. Abbandonato il plot, piuttosto scontato o - quantomeno - prevedibile, quel che resta è lo spettacolo, lento ma perturbante. Tipicamente Anni '80, a cominciare dall'utilizzo della colonna sonora elettronica, per finire con il look dei protagonisti.
In un futuro distopico, i giovani disadattati vengono attirati in un drive-in/campo di prigionia da cui non si può più scappare... Curioso ozploitation dell'esperto Trenchard-Smith che non punta troppo sulla violenza, bensì sull'azione e sul messaggio libertario e "giovane"; il pubblico di riferimento è senza dubbio quello e lo si capisce anche dalla ost new wave/pop-rock, ad aggiungere verve a un film che già di suo è montato con grande senso del ritmo. Veloce, senza tempi morti, dalla sottile ironia aussie, ben fotografato tra scene notturne e neon colorati classicamente 80s.
Lo spunto di base è lo stesso del più o meno coevo best-seller che lancerà la carriera di Lansdale e diventato uno dei fanta-horror-commedy più cult in assoluto; Trenchard-Smith e lo sceneggiatore Smalley non avranno la stessa fortuna, ma la differenza come sempre la fa anche il modo in cui l'idea viene sviluppata. Diretto con un certo piglio, è un onesto B-movie senza troppe pretese, anche se non manca un tentativo di critica sociale a un futuro tutto sommato plausibile. L'action purtroppo è tutto concentrato negli ultimi quindici minuti. Adeguati cast e colonna sonora.
Ozploitation distopica che propone un drive-in lager in cui il governo confina a tradimento i giovani, costringendoli a vivere in un microcosmo minato da deleterio conformismo e sentimenti razzisti. Concept goloso, reminiscente di Lansdale, per un concentrato di satira sociale che funziona solo a livello bozzettistico: l'allegoria è chiara, la confezione più che dignitosa e il background New Wave (musiche incluse) azzeccato, ma manca l'opportuno crescendo tensivo e la definizione dei personaggi è quanto mai superficiale. Ne consegue un finale action d'impatto emotivo assai limitato.
MEMORABILE: Il poster di Rambo 2 spacciato per "Rambo 8"; La zuffa con uno dei bulli; Le reazioni dopo l'arrivo degli asiatici; Lo scontro finale con la polizia.
Brian Trenchard-Smith HA DIRETTO ANCHE...
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