Ecco il solito folletto, che viene resuscitato da un incauto studente così che possa tornare a massacrare gente a destra e a manca. Naturalmente la trama (finale compreso), è uguale a quella degli altri capitoli. Davis è bravo, ma il cast è completamente anonimo. Seguito da Leprechaun 4 In Space.
Da vero fan di folletti e animaletti vari (Troll, Critters) ho apprezzato e non poco questo divertentissimo e splatterosissimo film. Nonostante le interpretazioni piuttosto anonime ci sono una discreta regia e divertenti inserti di sceneggiatura. Ha anche diversi seguiti di cui uno anche nello spazio (?!). Mi è molto piaciuto, mi ha fatto molto ridere e ha anche degli inserti splatter. Cosa volere di più da un film del genere? Non mi stancherò di dirlo mai: è divertentissimo.
Divertentissimo terzo episodio della saga che ha in Davis il suo interprete eccellente. Uno spasso continuo vederlo impazzare con le movenze buffe e la crudeltà nelle azioni che lo contraddistinguono tra le stanze del casinò, laddove si concede anche pause di gioco inframezzate da simpatiche filastrocche (da godere in versione originale!). Da non perdere se si adora la tipologia di film.
MEMORABILE: Un prestigiatore ed illusionista viene letteralmente segato in due sulla scena della sua esibizione.
Questo capitolo rappresenta un passo in avanti rispetto al secondo episodio, ma purtroppo ha i suoi punti deboli. Ambientare il film a Las Vegas è stata un'ottima idea e la sceneggiatura tutto sommato è ben fatta. Ben girata la morte della donna cyborg, mentre quella della donna brutta che si trasforma in gran gnocca non fa troppo ridere (credo che l'intenzione fosse quella). D'altra parte però gli effetti speciali iniziano a scadere e anche la recitazione comincia a peggiorare.
Tra i peggiori (forse IL peggiore) della serie. Assurda l'idea del leprecano "fratello" e particolarmente squallido il cast, con la bella bionda semisconosciuta. Per il resto si tratta di un film banalissimo salvato in parte dal leprecano e da alcune trovate divertenti (la donna che diventa un manichino elettrico!); altre invece sono da dimenticare, come quella della gommosa donna (effetti speciali orridi stile The stuff). Mediocre.
Questa volta il leprechaun fa danni a Las Vegas, location colorata e affollata che permette diverse gag (perlopiù nel casinò). Davis sostiene che sia il suo preferito della serie; è in effetti spassoso e lui gigioneggia come non mai, anche se a questo giro alcune battute sono un po' di grana grossa. Cast nella media bassa dei sequel della serie, anche se la Armstrong è molto sexy (peccato sia sparita come attrice subito dopo) e la Williams è sempre una gradita presenza nel genere. Meno splatter dei precedenti, pur se qualche scena truce c'è.
Las Vegas è senza dubbio il paradiso per leprecani: monete tintinnanti, trucchi, truffe e febbre del gioco. Questo terzo capitolo seppellisce l'aspetto orrorifico sotto una montagna di gag a grana grossa e gli affianca un "figlioccio" temporaneo. L'effetto novità della serie sembra svanito eppure si va avanti. Il gigione Leprecano stancamente folleggia e prova a farci sorridere, ma sembra quasi un Pierino un po' più cattivo. Sbracato!
L'azione si sposta a Las Vegas: set ideale per uno gnomo irlandese ossessionato dall'oro. A una prima parte noiosa (Davis si vede poco) segue una seconda metà più briosa e divertente, ricca di gustosi effetti speciali (c'è pure un po' di gore in più rispetto al solito). I due protagonisti non si fanno piacere, ma il reparto dei caratteristi è più che buono, con Caroline Williams e John DeMita al top: quasi fanno passare il Leprechaun in secondo piano. Si fa notare qualche mancanza nella scrittura, ma preso col giusto spirito è un film godibile.
MEMORABILE: Il proprietario del banco dei pegni azzannato selvaggiamente; Il morso leprecanizzante; La Williams gonfia fino a esplodere; Il mago segato in due.
Niente di che... Il malvagio leprecano arriva a Las Vegas e dà il via a uccisioni e sketch senza che si colgano grosse novità rispetto alla formula dei precedenti. La si butta piuttosto sul volgarotto e sugli ammiccamenti sexy che se non altro tengono desta l'attenzione. Regia semitelevisiva assai ingolfata, attori sconosciuti pessimi (il protagonista in particolare ha sempre la stessa espressione stupefatta). Si salvano Davis e un paio di trovate (come la tipa che esplode per troppo silicone). Troppo poco per la sufficienza.
MEMORABILE: L'arrapato impresario del casinò che si becca un calcione lì e poi è fulminato nell'amplesso con un robot; Il leprecano in Tv.
Col terzo capitolo il nostro Leprechaun arriva a Las Vegas e tra slot machines e roulette causerà la prematura dipartita di molta gente. Siamo sui livelli del capitolo precedente, tante gag e tante situazioni folli che finiscono spesso con l'esplosione del malcapitato di turno. Sicuramente non è un capolavoro e neanche un bel film, ma l'atmosfera allegra e luminosa lo rendono quantomeno divertente e veloce. Consigliato a chi vuole passare una serata all'insegna del trash.
Il nostro amato folletto viene portato in un negozio di pegni a Las Vegas, a una passo dai vari casinò. Si capisce già dove si voglia andare a parare, vero? Terreno fertile per il protagonista, questo. Sempre più scatenata, la saga ha ormai la propria fetta di affezionati e sa bene come non deluderli e quindi il leprecano ha campo libero per fare il bello e il cattivo tempo. La recitazione dei due ragazzini non è il massimo, ma per il resto non ci si può lamentare. Must!
MEMORABILE: Il bello scontro iniziale nel negozio di pegni.
Rien ne va plus, luci e fiches di Las Vegas spostano ulteriormente l’asse verso lo spasso e figurarsi se il nostro folletto non ne ha colto l’occasione, zompettando di sketch in sketch e ricorrendo solo occasionalmente a un po' di splatter, sempre senza calcare la mano e con estrema leggerezza. Velo pietoso sul plot (ancora lo scellino trafugato?), al contrario funzionano, nonostante la palese economia e il Gatins leprecanizzato, sia l’aspetto generale che la verve dei personaggi, tutti godibili e ben interpretati. Da sudori freddi la scollatura perenne della Armstrong. Vivace.
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