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La nostra recensione di Doll shark

Commenti L'IMPRESSIONE DI MMJImpressione Davinotti

Senza dover ricorrere (se non molto parzialmente) ai terrificanti effetti digitali che contraddistinguono tutte le loro produzioni in tema, i fratelli Polonia confezionano uno shark-movie se non altro simpatico - benché sostanzialmente inutile quanto gli altri - che conta più di un riferimento a Carpenter (a cominciare da certe musiche, in fondo tra le cose migliori del film) e alla saga di HALLOWEEN: dalla pubblicità con jingle ossessivo che tanto ricorda il terzo capitolo al fatto che al centro della scena stia una babysitter...Leggi tutto (Donahue) che sogna di starsene con le amiche senza troppo pensare al bimbetto da accudire per un paio di giorni in attesa che la madre torni.

Quello che la poveretta non sa è che lo squalo peluche in possesso del piccolo può prendere vita! Gliel’ha spedito il padre pescatore dopo aver ucciso un esemplare autentico e diabolico che infestava le acque del porto in cui lavora (la scena, nell’incipit, è terribile: persino la pioggia è rifatta a computer con effetti agghiaccianti!). Staccato un dente alla bestia infernale, l'uomo ha pensato bene di infilarlo come portafortuna nel soffice corpo del peluche prima di spedire il tutto al figlio. Questi, ancora affezionatissimo al padre dopo una separazione di cui nulla si sa, tiene vicino a sé il grosso pupazzo e passa le giornate davanti alla tv a vedere lo spot cantato che lo pubblicizza. Non ha un buon rapporto con Lyla, la babysitter, e non vede l’ora che la mamma faccia ritorno.

Mentre è lontano dagli occhi del suo padroncino, intanto, il peluche riceve saltuariamente scariche elettriche che lo animano e se ne scorrazza per i dintorni lasciando dietro di sé una scia di sangue; i vicini per esempio, che se ne stavano di notte tranquilli in piscina, vengono attaccati dalla bestia puffosa in acqua (insistiti primi piani dei denti e gran ruggiti mentre comincia a sgorgare un po’ di sciroppo rosso); e la stessa fine fa un ladruncolo che s’era introdotto nella casa del bimbo mentre lui e la babysitter erano usciti per fare la spesa. Un poliziotto indaga sulle morti e – come sempre – non riesce a credere alle parole del medico legale, il quale non solo precisa come le ferite siano dovute ai morsi di un animale, ma pure che quell’animale secondo lui è un pescecane!

Sembra ci possa essere una qualche attenzione alla difficile condizione familiare del bimbo e questo in effetti qualcosa aggiunge, rispetto al nulla al quale questo tipo di film ci ha abituati; una certa delicatezza (si fa per dire) nell'affrontare il tema ci allontana dal becero shark-movie senz'arte né parte, ma poi, di fronte alla pochezza degli attacchi di un peluche assassino, il più delle volte limitati a mostrarlo mentre si avvicina alla vittima ruggendo tra le grida di chi subisce le sue attenzioni, c'è da rimanere assai perplessi: è evidente quanto l'obiettivo, una volta di più, sia quello di far ghignare il solito pubblico trashofilo, e questo non depone a favore dell'autenticità del risultato.

Se non altro fa comunque sorridere il peluche che da semplice, soffice squaletto chiamato a far compagnia al ragazzino, si trasforma mostrando i denti e diventando improvvisamente minaccioso: è quello che salva parzialmente il tutto. Per il resto siamo nell'ambito del Polonia-movie più tipico, compresa la recitazione modestissima del cast.

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TITOLO INSERITO IL GIORNO 3/11/23 DAL BENEMERITO ANTHONYVM POI DAVINOTTATO IL GIORNO 5/04/24
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Anthonyvm 3/11/23 01:05 - 6518 commenti

I gusti di Anthonyvm

Uno squalo di peluche, posseduto dall'anima di un pescecane antropofago, divora chiunque graviti attorno al bimbo cui è stato donato. Non poteva mancare la branca pupazzettistica al filone degli shark-movie a zero budget che i Polonia ben conoscono! Pur trattandosi, qualitativamente parlando, di un prodotto sottomesso alla consueta ostentazione di autoironico pauperismo (la stessa mutazione diabolica del giocattolo assassino è un trionfo di burattinaggine in salsa trash), la disfunzionalità dell'ambiente familiare cui è condannato il giovane protagonista mette genuinamente a disagio.
MEMORABILE: La caccia allo squalo fra green-screen e stock footage; Il cartone dello squalo in TV; Il cane fulmineamente divorato; Il bambino drogato dalla tata.

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