Il sindaco democratico della città di New York, John Pappas, alle prese con una crisi politica che ne mina la credibilità. Non disprezzabile film di Harold Becker che affronta con una certa puntigliosità i pericolosi intrecci tra politica, potere ed economia realizzando un quadro romanzato ma probabilmente anche abbastanza realistico della reale vita di un sindaco di una metropoli. Discreta sceneggiatura e buona interpretazione del grande Al Pacino circondato da un cast molto efficace.
Storia di corruzione e intrighi politici a New York, ben sorretta dalla regia dell'esperto Becker e da una sceneggiatura scontata ma con bei dialoghi. Ottima la prova di Al Pacino, ma anche quella del resto del cast (in particolare Cusack e Aiello, un po' sottotono invece la Fonda).
La morte di un bambino durante una sparatoria rischia di creare problemi d'immagine al rampante sindaco di New York, ed il suo vice cerca di veder chiaro nella vicenda... Fra la denuncia di corruzione/intrallazzi nello stile liberal e thriller politico/malavitoso, un film che non riesce ad essere incisivo, a parte qualche exploit legato alla bravura degli interpreti: non solo Pacino, che si riserva due monologhi da antologia, ma anche Aiello, Franciosa, Landau. Purtroppo il protagonista è però Cusack, alle prese con un ruolo assai poco convincente per il suo mix fra disinvoltura e ingenuità.
MEMORABILE: L'orazione funebre in cui il sindaco seppellisce la bara del bambino sotto palate di retorica; Franciosa a Aiello: "Tu canti"
Film sulla politica a stelle e strisce che eviscera bene dinamiche che rimangono forse estranee agli spettatori di casa nostra, purtroppo assuefatti a cose ben peggiori. Più che sulla storia, per quanto ben narrata, il film si basa sulla bravura degli interpreti (Pacino e Aiello su tutti), che scavalcano con il loro talento una sceneggiatura piuttosto piatta, raramente coinvolgente. Non mancano comunque buoni momenti e il cast tecnico garantisce una confezione affatto disprezzabile, ma il tutto stenta a lasciare il segno. Un buon film, sicuramente guardabile, ma niente di più.
Al tema, interessante, di inconfessabili interessi e commistioni dietro un’apparenza efficiente e pulita, tra compromessi e ideali traditi, corrisponde purtroppo uno svolgimento piatto e faticoso, anche a causa di un coprotagonista incolore e insapore (Cusack), della cui presenza quasi non ci si accorge. Ci si ridesta in parte grazie a Pacino, ancora capace dei guizzi dei suoi tempi migliori, ad Aiello, alla grinta della Fonda e al comprimario Paymer. Nel complesso, però, visti anche gli autori coinvolti (Schrader e Pileggi) resta l’amaro in bocca per un’occasione sprecata.
MEMORABILE: La battuta sulle scarpe di cemento, definite “belle da morire”; L’uscita di scena di Aiello; I due monologhi di Al Pacino.
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MusicheAlex75 • 8/03/22 19:30 Call center Davinotti - 710 interventi
La canzone che fa da sottofondo all'uscita di scena di Danny Aiello è You'll Never Walk Alone (Rodgers-Hammerstein II), famosissima e molto utilizzata nelle colonne sonore (per esempio, la si può sentire nel film Creature dal cielo di Peter Jackson).