Una coppia di poliziotti madrileni, ciascuno dei quali si porta addosso un pesante carico di problemi personali e lavorativi, indaga su una serie di efferati omicidi di cui sono vittime anziane donne sole. Poliziesco con più di un punto irrisolto nella trama e con una messa in scena discutibile nella sua sgradevolezza (i corpi delle povere vittime sono mostrati in tutta la loro decadenza, con un realismo insistito superfluo ai fini della narrazione). Apprezzabili invece le prove attoriali del rabbioso Alamo e del complessato de la Torre.
Poliziesco spagnolo ambientato durante la visita del Papa in cui si assiste alle efferate gesta di un serial-killer che uccide e stupra anziane donne sole. Bel ritmo e discrete ambientazioni in cui tra scene truculente, i corpi nudi delle anziane e una valida indagine psicologica dei protagonisti si segue un'interessante narrazione. Appropriati i due interpreti principali.
Ennesima buona prova del cinema spagnolo contemporaneo, che riesce a essere di genere senza complessi o titubanze. La vicenda riesce a tenere lo spettatore incollato proponendo la classica coppia di poliziotti molto diversi fra loro ma funzionali alla storia. Buone le prove attoriali e attenta la regia, che segue gli sbirri nella caotica Madrid. Le immagini che indugiano sui cadaveri (alla Seven) potrannno turbare qualcuno, ma aiutano a immergerci in una crudezza senza speranza. Finale riuscito e per nulla americano.
Un discreto poliziesco ambientato in una Madrid caotica per una visita papale; due poliotti, complessati alquanto, devono risolvere una serie di inconsueti omicidi ai danni di anziane signore. Notevoli il ritmo della narrazione e la descrizione della personalità sia dei poliziotti che del meccanismo omicida del serial killer. Purtroppo però non è esente da una certa rigidità, con alcune forzature e situazioni lasciate perdere, specie verso il finale (che ha un retrogusto da letteratura noir). Efficaci i protagonisti e qualche citazione qua e là.
Due poliziotti a dir poco problematici (sia pure per motivi assai differenti) sulle tracce di un serial killer che violenta e uccide anziane donne sole. Sullo sfondo, una Madrid in piena crisi economica e in attesa della visita del Papa. A dispetto delle due ore di durata, scorre molto bene questo poliziesco/thriller che sembra avere qualche debito con Seven e che non risparmia sequenze di disturbante ma realistica crudezza. Regia robusta, interpretazioni ottime (non solo della coppia protagonista), un paio di passaggi a vuoto in sceneggiatura.
Un serial killer stupra donne anziane in una Madrid assediata dai pellegrini per la visita del papa. Parte in sordina e ingrana lentamente, grazie a una narrazione talvolta ellittica (il rapporto con la donna delle pulizie) talora fin troppo esplicita (le scene del crimine), mentre il whodunit si interrompe a tre quarti presentandoci il killer in una delle poche ma riuscite scene d'azione. Anche la coppia di sbirri (il pelato manesco e il balbuziente ingessato) non sembra delle più originali ma sostenuta da interpretazioni pregevoli.
MEMORABILE: L'inseguimento a piedi tra la folla; La tentata sepoltura del cane; L'agguato all'ultima vittima.
Poliziesco con serial killer stupratore gerontofilo ("nonnino stallone", come viene definito nella battuta migliore del film) e la classica coppia di sbirri problematici. Girato con discreto mestiere e piuttosto intrigante nella parte investigativa, il film si dilunga tra parentesi familiari non sempre necessarie, che portano a un certo calo d'interesse. Seven chiaro punto di riferimento, anche nell'impietosa esposizione di cadaveri in pose tutt'altro che artistiche, pur con un ribaltamento del binomio "film piovoso - finale soleggiato".
Un assassino di donne anziane agisce in una Madrid torrida che attende la visita del papa. Film di genere spagnolo, che racconta una storia di efferata criminalità, approfondendo i caratteri (problematici) dei due poliziotti protagonisti e le dinamiche dell’indagine di polizia. Funzionano l’ambientazione in una città che mostra il suo lato meno turistico, e le interpretazioni del cast. Un buon film.
Thriller urbano in stile Seven, con la classica coppia di poliziotti problematici (uno nevrotico con balbuzie, l'altro iracondo e impulsivo) a caccia di un serial killer superdotato con una predilezione per le anziane. Sorogoyen dà più importanza ai dettagli formali che al plot (molto lineare e con rare sorprese), concedendosi varie parentesi ad alto disturbing-value (i cadaveri nudi delle vittime mostrati senza edulcorazioni) e dando il giusto e drammatico risalto ai guai privati dei protagonisti (le vicissitudini amorose di de la Torre e i contrasti familiari di Alamo). Meritevole.
MEMORABILE: De la Torre perde il controllo con la donna delle pulizie; Inseguimento tra la folla; Il cane di Alamo; Il killer in azione; Finale sotto la pioggia.
In una Madrid caliente e invasa di turisti per la visita del Papa, due poliziotti mal assortiti tra loro e con problemi personali, devono trovare assassino e stupratore di donne anziane. Ben calibrato tra le vicende personali dei due e la trama poliziesca, con qualche crudezza visiva (i cadaveri) ma senza trascendere e comunque finalizzata a suscitare repulsione e sete di giustizia/vendetta, che costituisce il dualismo ultimo del film. Bravi gli interpreti e sagace la regia.
MEMORABILE: L’assassino scoperto in casa di una delle vittime che fugge a piedi inseguito.
La saga dei neo-noir iberici si arricchisce di uno dei suoi capitoli più fluviali ed enigmatici, tanto arido e chirurgico nella messa in scena quanto, di fatto, irrisolto e reticente nell'impianto narrativo. Gettata alle ortiche già nella prima metà la carta tradizionale del whodunit, Sorogoyen opta per una dissezione a cuore aperto della psicologia dei propri protagonisti, figure complesse e colpevoli non diversamente dall'effettivo indiziato: ma è più la giustapposizione di singoli quadri della Gestalt, tanto che il finale, ex abrupto, porta in dote con sé più domande che risposte.
MEMORABILE: Mai fidarsi di chi ti porta le arance in appartamento...
Valida l'idea di spostare il ruolo delle vittime su donne anziane e di farlo apparire in tutta la sua brutalità (anche eccessiva si potrebbe dire). Questo taglio e anche la modalità di raccontarlo, con personaggi problematici e un ritmo articolato, rendono tutto meno americanizzato e più interessante. Si può discutere qualche digressione e la possibilità di potare di qua e di là, ma la galleria di personaggi funziona e la regia di Sorogoyen li giostra con efficacia e ne caratterizza bene i lati oscuri.
Due poliziotti alle prese con i guai professionali e personali devono indagare su strani delitti nei quali vittime sono anziane donne brutalmente violentate. Il solito, canonico contrasto fra le loro due diverse personalità, unito al tema della vulnerabilità umana in tutti i sensi, produce un effetto positivo in questo poliziesco dai contenuti altamente drammatici. In una Madrid poco riconoscibile assistiamo allo sviluppo di una storia, di più storie, che prenderanno direzioni diverse. Ottimi i protagonisti, ma anche il resto del cast.
Sorogoyen mostra (anzi talora un po' esasperantemente "esibisce") una non comune personalità registica, disegnando, all'interno di una trama sostanzialmente già vista (il serial killer efferato, la coppia di sbirri altrettanto problematici), personaggi dalla morbosa ambiguità e una Madrid che fa da cornice appropriata e incisiva. Così se le esasperazioni sono non sempre funzionali al racconto e gli sbandamenti narrativi abbondano, proprio la visceralità dello squilibrato disagio rappresenta la coerente cifra stilistica di un'opera incallita che magari strafà ma non arretra mai.
MEMORABILE: De la Torre si avventa sulla donna delle pulizie; Alamo scopre la moglie in cucina con l'amante; Sul tavolo delle autopsie.
Valido esempio di thriller iberico con qualche lungaggine di troppo ma con un accurato disegno psicologico dei personaggi (anche per quanto riguarda i secondari). L'assolata ambientazione madrilena fa da contraltare alla solitudine e al buio esistenziale dei due protagonisti (ottimi de la Torre e Alamo), coinvolti in un'indagine sordida che non risparmia colpi bassi allo spettatore (l'indugiare sui corpi martoriati delle donne uccise) e con una figura di serial killer che si discosta dai cliché più abusati (visto il target delle vittime). Finale sotto la pioggia senza catarsi alcuna.
MEMORABILE: L'indugio sui corpi martoriati delle vittime; Alfaro dopo il tradimento della moglie; L'omicidio in casa della signora.
A colpire in questo film non è certo la storia (c'è la solita caccia al serial killer), né i personaggi, anch'essi risaputi: una coppia di poliziotti male assortita, ma ben caratterizzata. Ciò che resta è il clima livido e brutale, con tanto di particolari efferati sinceramente evitabili nella loro gratuità, che pervade la buona sceneggiatura, dall'inizio alla fine. La tensione non è di quelle spasmodiche, ma il coinvolgimento è buono ed è meritorio il fatto che non si cerchino per forza colpi di scena mirabolanti e fuori luogo. Bello l'epilogo.
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