Tornano i fratelli Farrelly, quelli che avevano sbancato il botteghino con l'esilarante (ancorché imperfetto) TUTTI PAZZI PER MARY. Il confronto, ahinoi, non lascia scampo: pur potendo contare sulla superstar comica Jim Carrey (sempre bravissimo, e se il film fa ancora ridere, di tanto in tanto, è merito suo), che in pratica è chiamato a rispolverare il personaggio combattuto con se stesso che fu alla base di THE MASK e BUGIARDO BUGIARDO, ME MYSELF & IRENE non ha la stessa carica...Leggi tutto distruttiva del suo illustre predecessore (né tantomeno del loro storico SCEMO & PIU’ SCEMO) e come commedia è fiacca. Che in America sia stato un mezzo fiasco non è un caso, insomma. Si intuisce fin da subito che manca una sceneggiatura valida: tutte le gag (leggasi tutte!) contenute le abbiamo già viste, la rivisitazione in chiave comica di Jekyll & Hyde è un espediente risaputo (da Jerry Lewis fino al nostro Paolo Villaggio di DOTTOR JEKYLL E GENTILE SIGNORA), logoro e che per rinascere avrebbe bisogno di ben altre idee. Il tocco dei Farrelly è ravvisabile ancora nel perfetto uso delle musiche (americane e allegre al punto giusto), in alcune trovate piuttosto spiazzanti (un albino viene definito da Carrey "gigantesco cotton-fioc"), in uno spirito "politically incorrect" ormai di maniera. Il problema maggiore del film è che quando Carrey non è in scena il ritmo scende a picco e la presenza della graziosa Renée Zellweger può poco o nulla. Dispiace vedere un talento comico come quello di Carrey sprecato nell'esibire smorfie (in fin dei conti ripetitive). Qualche buon momento c'è, è vero, ma la volgarità gratuita sparse a piene mani è qui sintomo di pochezza contenutistica. Scena nascosta dopo i titoli di coda.
In questo film Jim Carrey si esibisce nel suo noto repertorio di contorsioni facciali e tanto basta, almeno per il sottoscritto. Valide anche le figure dei tre figli di colore iperintelligenti con la passione per il turpiloquio. Nota di merito per i traduttori che da una frase normale ("Sergeant York taking on the germans himself") sono riusciti a inventarsi questa traduzione "E tu chi sei? Jeeg robot cazzone d'acciaio alla ricerca degli stronzi dello spazio?".
Divertente, un po’ scemo, spesso simpaticamente eccessivo. In questo film ci sono tutti i livelli di comicità. Il motore trainante è indubbiamente targato Carrey, con le sue due personalità (una ultra-smidollata e l’altra super bastarda). Ma a dargli una grossa mano comica giungono, una volta cresciuti, i tre figli neri, avuti dall’amata di Carrey, da rapporti con un nano di colore intelligentissimo, quanto bastardo. I loro siparietti verbali fanno piegare dal ridere (sono infatti sboccati e geniali al tempo stesso). Altalenante, ma buono.
MEMORABILE: Carrey, con le dita nelle narici di una mucca, dopo averle sparato più volte, le dice: "Muori! Spira! Va verso la luce!"; L'autozuffa; Pollice sparato
Attore poliedrico per eccellenza, versato sia per i ruoli comico-farseschi che per quelli drammatici, Jim Carrey appare particolarmente a suo agio nell'interpretazione di due personalità che convivono schizofrenicamente nello stesso soggetto. Il tutto in una commedia caustica e graffiante, diretta con brio dai fratelli Farrelly ancora dotati di uno spirito "selvaggio" e non "ammansiti" come negli ultimi film da logiche commerciali. Ne deriva un film spassoso e "politicamente scorretto" dove si ride parecchio ma anche volgarotto in più punti.
Un film che è anche un po' la summa del Carrey artista: eccessivo. Qui il bravo attore si sdoppia (idea di base tutt'altro che geniale) per allietarci con gag a raffica (matrice comune dei film dei Farrelly bros.), alcune ben riuscite altre piuttosto forzate. Non è il mio film preferito del duo di registi, ma si guarda con piacere. Videoclip dei Foo Fighters, che hanno partecipato alla colonna sonora, con un Dave Grohl che parodiando Carrey ci delizia a sua volta!
Beh, i fratelly Farrelly hanno una coerenza nella loro carriera che sfiora quella dei Coen e comunque sono i più convincenti esponenti della scorrettezza americana al cinema. Questo film ha dalla sua due attori adorabili, specie Carrey che mixa il suo repertorio mimico con una riflessione non così imbecille sulla schizofrenia di un uomo, riflesso di quella di una nazione fragile e allo stesso tempo sempre tesa a mostrare i muscoli.
Il miglior film fatto dai fratelli Farrelly. Comicità che non ha limiti, cadendo anche nel grottesco. Ma questo è quello che vogliono i fratelli e questo piace. Jim Carrey, scontato dirlo, è un grande. E anche se si dà a film drammatici, riesce sempre a mantenere la sua vena comica. Da vedere.
Jim Carrey ha tutto il peso della pellicola sulle sue spalle e riesce a trainare la baracca, anche se fa sfoggio del suo repertorio di mimiche facciali già viste nei suoi precedenti film. La durata del film non aiuta certo la pellicola che a tratti risulta piuttosto "allungata". Alcuni buoni momenti dove si ride di gusto comunque vi sono.
"Grazie per avere visto questo film del cazzo!": così si chiude Io, me & Irene (ma dopo i titoli di coda c'è ancora spazio per qualcosa). Che replicare? Prego agli autori, che han saputo gettare alle ortiche l'istrionica performance di uno scatenato Jim Carrey. Dopo i primi (esaltanti e geniali) venti minuti il film decolla nella classica parodia della parodia in salsa americana: parolacce e presunta cattiveria di fondo (tradita da un finale buonista e melenso, come mucca bendata dimostra). Lo spettro di Jekyll&Hyde osserva, con certa perplessità, quanto la demenza umana non conosca fine.
MEMORABILE: il (mega) fallo di gomma utilizzato dal perverso Frank nottetempo al cospetto di Irene: a danno del suo stesso deretano!
Il film ha tutti gli elementi classici del cinema dei Farrelly in cui comicità demenziale e volgarità varie vengono plasmate dallo sguardo politicamente scorretto del duo. Il plot e semplice, basato su un personaggio affetto da personalità multipla e pur utilizzando il linguaggio e le strutture classiche del genere, evita di cadere nel prevedibile e nel già visto, grazie a una serie di trovate geniali e scorrette (nessuna minoranza viene risparmiata!). Carrey gigioneggia come non mai, ma il film ne guadagna, ottimo il resto del cast.
Effettivamente tutto si regge sul talento comico di Jim Carrey. Inutile ricercare un significato nella storiella banale del film, ma tanto vale. Alcun gag comiche sono davvero esilaranti, altre meno, come l'eccessiva volgarità dei tre figli di colore che non hanno una battuta con meno di due parolacce al secondo. A volte mi chiedo se il viso di Jim Carrey sia di gomma...
MEMORABILE: Scena iniziale con il nano nero e i suoi nunchaku.
Quando ancora i Farrelly riuscivano a essere minimamente divertenti. Qui si avvalgono dell'aiuto di un Carrey in forma e più "gommoso" del solito e di una soundtrack davvero notevole (tra gli altri, Foo Fighters, Dwarves, ecc). Certo, a volte la pellicola è davvero troppo volgare e non se ne vede la necessità, anche perché la storiella è minimale e poteva meritare una cornice più puramente comica. Simpatica la Zellweger e dignitoso il ritmo. Di sicuro avrebbe potuto essere molto meglio, ma ci si diverte e tanto basta.
MEMORABILE: I tre figli di colore del nostro; il disperato tentativo di non farla fuori dal vaso; Jim fa headbanging in macchina.
Uno dei migliori film dei Farrelly: scatenato, veloce, volgarissimo ma anche divertentissimo. Jim Carrey è strepitoso, riesce a sdoppiarsi usufruendo solo della sua bravura e della sua faccia di gomma, senza nessuno ausilio di effetti speciali di sorta; gli altri fanno da puro contorno, compresa la Zellweger, ma comunque tutti i personaggi risultano simpatici e ben caratterizzati. Forse l'ultimo gioiello dei due registi prima del lento declino.
Poliziotto mite, dopo aver subito continue batoste, subisce uno sdoppiamento di personalità... e il suo nuovo io è davvero un bastardo. Tolti i primi minuti (matrimonio-tradimento-figli a carico) piuttosto simpatici, il film sarebbe una bischerata abissale, ripetitiva e verniciata di un political scorrect fasullo nella sua programmaticità, se non fosse interpretato da Carrey, scatenatissimo, nel ruolo di se-stesso-buono e se-stesso-cattivo, ossia uno scemo e + scemo interpretato dalla stessa persona. Si ride, magari controvoglia per l'eccessiva volgarità, ma si ride.
Un’interpretazione di spessore quella di Carrey, portato a sdoppiarsi come già accaduto nel (assai più) felice The mask,; eppure la scena gli viene rubata prima da Cox, sia pur in una breve parte e poi dai tre schizzattissimi figliastri che offrono un umorismo hip hop nutrito di turpiloquio esagerato e debordante. Non tra i migliori film del curriculum di Jim, ma un’occhiata gliela si può dare.
Fatta la tara dei pregi e dei difetti il dato concreto che emerge è l'esplosivo potenziale comico del film. Si ride davvero tanto, come in pochi altri film del cinema recente. I Farrelly fanno leva su indicibili battutacce da osteria e gag tanto triviali quanto esilaranti quasi tutte in mano al mattatore Carrey libero di scatenarsi allo stato brado. C'è da dire che oltre che come cavallo pazzo, con una mimica straripante, si destreggia bene anche come ingenuo bambinone. Tante risate ma poco cattivismo: perché farci vedere alla fine la mucca ancora viva?
MEMORABILE: Tutta la spassosa sequenza con l'autista nano di colore!
La volgarità, anche in chiave comica, di solito non mi è gradita, specie proprio quella gratuita anglosassone di grana grossa. Non so di chi sia il merito, se del mitico Jim Carrey o della sceneggiatura, ma in questo caso l'ho accettata e mi ha divertito. Probabilmente ha travalicato talmente il confine che è diventata un trash intoccabile e assurto ad arte. Considerazioni a parte è un film spassoso dove le qualità di Carrey vengono sfruttate bene nella sua doppia personalità, che di per sé non è originale ma si attaglia perfettamente al divo.
L'unico film veramente riuscito dei Farrelly è Tutti pazzi per Mary e già qui il miracolo semi-svanisce. E non è colpa dei bravi protagonisti ma della sceneggiatura, che convince solo a metà: infatti, se da un lato la doppia personalità di Carrey riesce a divertire, dall'altro numerose battute sono troppo volgari e non sanno di niente (il nano e la mucca sono solo alcuni esempi). Non convince neppure il fattore "azione", con dei cattivi ridicoli (e non parlo in senso positivo). Un po' annoia, ma è comunque passabile…
MEMORABILE: Carrey che, dopo aver sbroccato, fa il "bagnetto" a un'odiosa ragazzina.
Forse non è invecchiato benissimo (soprattutto la parte con la mucca) ma il film funziona in virtù della forza dirompente di un ispiratissimo Carrey, magnifico nella parte dello schizofrenico protagonista, e per la capacità di assemblare una serie di gag politicamente scorrette oggi impensabili, che funzionano soprattutto quando si spinge sull'acceleratore della volgarità più sfrenata e fantasiosa. Qualche passaggio a vuoto nella parte iniziale ma il giocattolo dei Farrelly è ancora oliato a sufficienza, anche se rispetto a Mary e Kingpin si inizia a intravedere un po' di stanchezza.
MEMORABILE: La colluttazione con se stesso; I tre figli del protagonista.
Poliziotto del Rhode Island è affetto da schizofrenia. Il soggetto della fuga contro i malavitosi è solo un pretesto per inscenare sketch scorretti sulla doppia personalità. I Farrelly non scadono nel becero in quanto Carrey stempera sempre i momenti caustici; lo stesso Carrey dimostra di gestire il doppio ruolo senza strafare. La Zellweger serve come esempio di brava ragazza e riesce nel suo ruolo. C’è anche qualche momento di comicità colorita ma “ordinaria” (soprattutto coi figli) che è un felice riempitivo.
MEMORABILE: La moglie in fuga; I figli cresciuti; Il gigantesco cotton fioc; Il mento rifatto.
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