Dopo la Casa Bianca tocca questa volta alla Capitale inglese cadere sotto i colpi dei soliti terroristi internazionali, seguendo tuttavia uno schema che si avvicina più che altro al catastrofismo di certi fantafilm da fine del mondo. La scusa per far convergere a Londra i Capi di Stato di mezzo mondo è la morte del Primo Ministro inglese, ai cui funerali nemmeno il Presidente americano (Eeckhart) può mancare. E con lui, ovviamente, non può non esserci Mike (Butler), la guardia del corpo più efficiente che la storia americana ricordi, sorta di Rambo governativo capace da solo di mettere in scacco un'intera organizzazione...Leggi tutto criminale costituita da migliaia di elementi. All'inizio sperava bastasse variare orari e tappe del soggiorno londinese del Presidente per evitare che i terroristi mettessero a ferro e fuoco la città, ma era solo un'illusione: auto che esplodono, politici massacrati, stragi di passanti e il primo ministro italiano che per tener fede ai luoghi comuni se la spassa con la bella di turno su una terrazza panoramica limitandosi a un "Madonna che sta succedendo" quando scorge di lontano il fumo delle esplosioni alzarsi. La prima parte è di grande impatto: girata con gran senso dell'azione da Babak Najafi, ha il solo vero torto di esagerare (ma era inevitabile) con la computer graphic minando ogni residuo accenno di realismo. Gli attacchi simultanei si riagganciano a quelli (riusciti meglio) del numero uno seminando morte e terrore per le strade mentre dallo Yemen il solito hacker al soldo del cattivissimo di turno coordina le operazioni. E quando sembrava che il Presidente si fosse salvato ecco l'attacco arereo che lo fa precipitare costringendolo a ricominciare tutto daccapo. Insieme all'inseparabile Mike (che nel frattempo ha dimezzato il contingente terrorista sparando da ogni posizione possibile) si rifugia nella sede dell'MI6 e da qui il film comincia a perdere colpi, autoconfinandosi nel palazzo troppo presto e perdendoci in varietà. Il nemico è modellato sul nuovo terrorismo di Daesh, che si avvale di esecuzioni in diretta su Youtube, ma agli effetti dell'azione poco cambia. In America intanto il vice (Freeman) coordina con poco successo la difesa in attesa di scoprire chi è la "talpa" (ma a chi interessa, in fondo?). Farcito di una retorica che fa sembrare Emmerich un rivoluzionario guevarista, di un odio selvaggio contro il nuovo nemico che fa capire l'esasperazione a cui esso sta portando non solo gli Stati Uniti, un sequel meno ricercato visivamente del prototipo ma sempre ben interpretato dalla strana coppia protagonista. L'ironia latita e l'eccesso di cgi elimina come detto quella patina di reaismo che nel primo bilanciava l'assurdità della sceneggiatura. Limitate al minimo le (inutili) parentesi familiari di Mike e signora (in dolce attesa).
A tre anni dal primo capitolo tornano la guardia del corpo Gerard Butler e il presidente Usa Aaron Eckhart, sempre alle prese con i terroristi arabi che stavolta attaccano Londra, provocando una strage dove perdono la vita ben quattro uomini politici su cinque. Con o senza i (non) abiti da re Leonida, Gerard Butler sembra sempre un guerriero che si scaglia contro qualsiasi nemico gli si pari davanti. Par di vedere un action degli anni '80, dove attoroni come Morgan Freeman e Angela Bassett fanno solo atto di presenza. Cine-videogame.
Distrutta la Casa Bianca, Mike Banning torna a proteggere il presidente, stavolta in territorio aperto. La strada scelta da questo sequel è similare a quella di White House Down, diretto concorrente del capostipite: bodyguard e presidente fianco a fianco, tra battutine e salvataggi tempestivi. Purtroppo è proprio l'azione a deludere, con scene non particolarmente originali e un montaggio che dà lentezza, eccezion fatta per un piano sequenza da videogame (ma divertente) verso la fine. Regia routinaria, Freeman sprecato.
Ritorna il duo "bodyguard and president", con il secondo che si candida a buon titolo a nuovo Rambo, in trasferta a Londra. Antoine Fuqua, regista del primo titolo, lascia il posto allo sconosciuto Babak Najafi che a sorpresa confeziona un film più godibile di quello del collega. L'autore sfrutta bene l'ambientazione londinese e realizza un film di movimento improntato al puro divertimento benché piuttosto fastidiosamente reazionario. Scene d'azione be fatte, specie quelle in volo e la sequenza finale, e attori ben impiegati. Non male.
Ritorna Butler, pronto a tutto per salvare il presidente del Stati Uniti, in una pellicola adrenalinica che usa a iosa, talvolta, effetti digitali non eccelsi. Per il resto ampia apertura a sparatorie, scazzottate e soprattutto a inseguimenti di buona fattura. Certo lo scimmiottamento del presidente italiano non appare piacevole e genera una certa critica, visto che loro pensano al terrorismo come a una malattia vitale (il tutto cinematograficamente parlando).
Trasferta londinese per un secondo capitolo non solo più terrificante del primo ma addirittura ascrivibile al genere sci-fi, per le assurdità propinate. Regia affidata a un perfetto nessuno con un risultato che rispecchia appieno la sua inesperienza, con Butler e Eckhart due goffe marionette che si aggirano sul set cercando di dare un senso a tutta l'operazione: mission impossible. Meschina poi la solita maschera assegnata a noi italiani tramite un improbabile premier (+donzella) di nome Antonio Gusto. Remo La Barca suonava meglio. Sconsigliato.
MEMORABILE: Il Presidente a un Banning indistruttibile: "Ma di cosa sei fatto?" e lui "Di bourbon e cattive scelte"; In elicottero "Aquila2 pronta al sacrificio".
Dopo la Casa Bianca adesso è il turno di Londra ed essere distrutta. Le prima mezz'ora, tra sparatorie, inseguimenti ed esplosioni nel bel mezzo della City, è davvero divertente e adrenalinica e forse ha un po' illuso le aspettative perché il resto del film è poca cosa. Colpa di una regia non all'altezza che fa rimpiangere l'ottima di Fuqua del capitolo precedente.
Raro caso di sequel che mantiene le promesse fatte dal capostipite, rivelandosi infatti altrettanto terribile. Con questa trasferta albionica, gli USA si autoassolvono per l'ennesima volta riducendo la politica internazionale a un teatrino d'avanspettacolo e incensandosi quali protettori della pace mondiale a suon di esplosioni, marchette (Eckhart e Freeman sono al minimo storico) e battute raccapriccianti. Di fronte all'immancabile scimmiottamento dell'Italia vien voglia di iscriversi ai terroristi come il fu Magnotta.
Fracassonata telefonatissima: stavolta si opta addirittura per classicissimi temi quali il cattivone arabo, l'infallibilità degli Stati Uniti sullo scacchiere mediorientale e la fugace apparizione del premier italiano con tanto di piacente signora, il che dovrebbe già dirla lunga sul resto. Tuttavia, il giocattolone questa volta un po' funziona: Butler e Eckhart sono affiatati e le scene d'azione, pur nella loro implausibilità, danno la scossa di adrenalina giusta. Brutto ma guardabile.
Tornano i cugini in seconda di John Wick, solo che uno fa il presidente USA (Eckhart), l'altro (Butler) il suo badante. Per il primo il mandato non è dei migliori, visto il precedente disastro in casa (Bianca) e alla sola notizia di spostarsi in quel di Londra impallidisce, prevedendo chissà quali disguidi. La saga ha dalla sua l'azione, tecnicamente poco eccepibile anche nei corpo a corpo di Gerard e un buon impiego di cgi, trascurando la sceneggiatura ripetitiva e "illusoria". Eckhart si conferma inadeguato nel ruolo e anche se conserva la verve da marine tutto d'un pezzo, stona.
MEMORABILE: L'allusivo primo ministro italiano (tale Antonio Gusto!) imboscato con gnocca mentre i suoi vari omologhi rispettano la prassi istituzionale.
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Discussione124c • 7/03/16 17:34 Contatti col mondo - 5193 interventi
Sono tornati gli action degli anni'80, anche se si rifanno alle drammatiche pagine di terrorismo che oggi ci tengono incollati alla tv. La guardia del corpo Gerard Butler mostra muscoli e spara ai cattivi per proteggere il suo presidente Aaron Eckhart, in visita a Londra, per le esequie al Primo Ministro. Ennesimo capitolo di una serie infinuta di film pro-America, che non finiranno mai!
Noto nel commento del maestro qualche errore di battitura: grand impatto anziché grande impatto e qualche rigo sotto realiamo anziché realismo....
DiscussioneZender • 17/07/16 11:54 Capo scrivano - 48839 interventi
Purtroppo sono errori miei di trascrittura. Grazie mille Galbo, se se ne fosse accorto lui sarei adesso a subire una feroce lavata di capo... Davvero un bel grazie a chi si prende la briga di segnalare gli errori di battitura (ma anche di altro genere) ai commenti del Marcel (ma non solo suoi), è un aiuto fondamentale. Sono veramente fastidiosi, quando si legge.
DiscussioneRaremirko • 5/03/18 22:43 Call center Davinotti - 3863 interventi
Più o meno sullo stesso piano del primo film, anche se Fuqua per me ha più padronanza registica (suo un certo Training day, del resto) e senso dello spettacolo.
Retorico/pubblicitario, vale solo per il cast (visto che pure gli sfx eccelsi non sono).
Ho notato che negli altri due film della serie, accanto al titolo italiano compare quello originale che manca in questo secondo episodio....
DiscussioneZender • 12/01/20 08:04 Capo scrivano - 48839 interventi
Ma quello non dipende da noi. Se i distributori hanno deciso che era ininfluente non possiamo aggiungerlo noi. Noi dobbiamo rispettare il titolo esatto utilizzato per l'uscita cinematografico.